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        Pim Fortuyn, l'uomo che ha scosso la politica 
        olandesedi Dennis Horeman
 
 “Io non mi offendo per le critiche, anche quando, per amore dell’enfasi, 
        perdono di vista la realtà”, ebbe a dire Winston Churchill. Pim Fortuyn, 
        grande ammiratore di Churchill, si sarebbe certamente sentito alla 
        stessa maniera. E’ dubbio, tuttavia, se perdere di vista la realtà sia 
        ancora accettabile dopo l’assassinio di Fortuyn, avvenuto lunedì 6 
        maggio. Le posizioni di Fortuyn avevano dato origine ad accesi dibattiti 
        nei Paesi Bassi. Il carismatico politico olandese, durante una campagna 
        elettorale che l’avrebbe quasi certamente portato ad una forte 
        affermazione in occasione della consultazione del 15 maggio, aveva 
        attaccato il presente governo di coalizione (definito, proprio per 
        questo, “violaceo”), reo, a suo dire, di spendere troppo nei settori 
        della sanità pubblica e della sicurezza sociale, senza, del resto darsi 
        da fare per migliorare l’assai poco oculata amministrazione di tali 
        settori.
 
 Inoltre, egli aveva criticato la massiccia immigrazione clandestina e 
        l’islam in generale. Sul piano personale, era decisamente diverso, 
        rispetto ai normali politici del suo paese. Era apertamente omosessuale 
        e parlava dell’attrazione che subiva nei confronti di alcuni uomini. Il 
        suo stile si sarebbe potuto certamente etichettare come dandy. Larghe 
        fette del pubblico, senza distinzione tra olandesi e immigrati, non 
        erano certamente d’accordo con le sue opinioni e alcuni, come il leader 
        laburista Melkert, lo definivano un estremista di destra. Con il 
        progredire della campagna elettorale, Fortuyn aveva in parte smorzato le 
        proprie esternazioni. Per esempio, etichettava l’islam non più come 
        “civiltà arretrata”, bensì come cultura “meno sviluppata”.
 
 Più di recente, alcuni giornali stranieri lo avevano definito come “il 
        Le Pen d’Olanda”. Questa definizione è, per essere chiari, una pura 
        falsità. L’Economist si era avvicinato alla realtà nei recenti articoli 
        sui Paesi Bassi: Fortuyn “esercita del fascino sugli elettori che temono 
        che le loro preoccupazioni in tema di immigrazione e criminalità siano 
        state ignorate dai partiti tradizionali”. Mentre Le Pen, dal punto di 
        vista olandese, è francamente un fascista, Fortuyn non lo era, anche se 
        forse poteva essere identificato come populista di destra. In una 
        recente intervista all’emittente musulmana olandese, si era ancora una 
        volta proposto come campione dell’integrazione degli stranieri. 
        Tuttavia, quando è piombata la notizia del suo ferimento (poi rivelatosi 
        mortale) a colpi d’arma da fuoco, molti olandesi hanno temuto che si 
        trattasse della reazione incontrollata di un immigrato musulmano. Si è 
        poi scoperto che il presunto assassino sia un uomo bianco, un 
        ambientalista di nome Van der Graaf. Il movente dell’uccisione andrebbe 
        dunque da ricercare non nella sua politica sull’immigrazione ma nelle 
        sue opinioni sui diritti degli animali. Benché questa notizia sia stata 
        certamente una sorpresa, altrettanto certamente è stata un sollievo: 
        fortunatamente, la violenza che si sarebbe potuta scatenare, se 
        l’omicida fosse stato un immigrante islamico, non si è materializzata.
 
 Al contrario, politici e non (ancora una volta senza distinzioni tra 
        olandesi ed immigrati), stanno esprimendo la loro condanna e la loro 
        totale avversione per un omicidio politico. I Paesi Bassi sono sotto 
        shock. Questo lascia intatta l’eredità di Fortuyn: la sua voce di 
        destra, forse populista ma certamente schietta è stata ascoltata ed ha 
        fatto sì che anche l’olandese medio si interessasse di politica. Ben 
        pochi dei suoi predecessori sono riusciti in ciò. Siamo dunque grati per 
        quanto Pim Fortuyn ha fatto per la politica olandese. E, anche quando 
        osserviamo con occhio critico le sue opinioni, non perdiamo di vista la 
        realtà.
 
        
        10 maggio 2002
 dennishoreman@hotmail.com
 
        
        (traduzione dall’inglese di Federico Vasoli) |