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        Cattivi pensieri. Fratelli d'Italia tra retorica ed entusiasmodi Vittorio Mathieu
 
 Tifosi e politici si persuadono a vicenda: l’Italia è tornata grande. E’ 
        una combinazione, ma la storia è fatta di combinazioni. Campionati del 
        mondo organizzati congiuntamente da due nazioni che più nemiche di così 
        (per tradizione) non potrebbero essere. Ad un vertice del Pacifico, dove 
        si incontrano tre potenti e potenziali linee di sviluppo: Estremo 
        Oriente, Stati Uniti, Europa. Europa che, dopo Pratica di Mare, non si 
        estende più dall’Atlantico agli Urali, bensì dagli Urali a Vladivostok. 
        Cavour aveva inserito il piccolo regno di Sardegna nella grande politica 
        europea, intesa a contenere la Russia ai margini del Mediterraneo. 
        Berlusconi inserisce l’Italia nella grande politica mondiale, per fare 
        della Russia lo scudo contro il terrorismo islamico. A Pratica di Mare 
        ridevano con lui Blair, Bush e l’ex funzionario del KGB, con la 
        benedizione di Aznar. Altre facce europee manifestavano, al contrario, 
        disturbi epatici in incubazione, scoppiati poi in forma acuta nei 
        rappresentanti del centrosinistra italiano. Il fegato è a destra.
 
 Capita, poi, che i mondiali di calcio comincino il giorno dopo la festa 
        della repubblica. Ed ecco la parata militare acquistare tutto un altro 
        significato. Divise e cavalli d’un tempo ricordano il nostro composito 
        Risorgimento, ma la presenza di reparti internazionali sottolinea 
        l’attualità. A qualcosa di simile ricordo di aver assistito da bambino, 
        nello stadio Mussolini di Torino, con il carosello dei carabinieri e un 
        concerto di bande militari di mezzo mondo, diretto da Pietro Mascagni. 
        Subito dopo l’inno scozzese l’accademico d’Italia espulse le cornamuse 
        con gesto imperioso. Gli arbitri di calcio, in Estremo Oriente, hanno 
        un’autorità non inferiore a quella di Mascagni. E, se di Nicolò Carosio 
        - al tempo in cui era commissario tecnico Vittorio Pozzo - si disse che 
        le partite potevano anche non svolgersi, bastava che lui facesse la 
        radiocronaca, oggi per le telecronache si può dire altrettanto di 
        Trapattoni: ciò che avviene in campo è irrilevante, basta che lo mimi 
        lui.
 
 Non illudiamoci: l’Ecuador, entrato per la prima volta nei mondiali a 
        vele spiegate, quando non va più a vela ha il motore che grippa. E i 
        bersaglieri corrono sempre come prima, ma i reparti motorizzati arrivano 
        più in fretta di loro. Tuttavia i bersaglieri non sono mai stati così 
        popolari. Inutile obiettare che, andando all’assalto di corsa al suono 
        della fanfara, l’effetto sorpresa vien meno. Inutile insinuare che, 
        camminando a passo molto lento, è facile poi mettersi a correre quando 
        si entra negli abitati. Certi entusiasmi ci vogliono, per affrontare con 
        successo impegni più duri. E Dio sa quanto siano duri gli impegni 
        dell’Italia in tema di debito pubblico o di rigidità produttiva. Ma, se 
        l’entusiasmo c’è, al resto si provvede.
 
 7 giugno 2002
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