| 
        
        Cattivi pensieri. Giustizia, non basta dividere 
        le carrieredi Vittorio Mathieu
 
 Di solito non mi formo un’opinione su colpevolezza o innocenza, in 
        processi di cui parlano giornali e Tv. Visto quanto stentano a 
        formarsene una giurati e giudici – che, pure, hanno tutto a 
        disposizione, sarebbe strano che me la formassi io. A volte, però, 
        inclino da una parte o dall’altra e mi permetto di sindacare la Corte, 
        non in base a una verità che non conosco, bensì a una procedura che la 
        Corte dovrebbe conoscere. Ad esempio, se dovessi giocare tutti i miei 
        averi (pochi, del resto) su Raoul Ghiani, presunto esecutore 
        dell’omicidio Fenaroli, li giocherei tutti su “colpevole”. Però, se 
        fossi stato giurato, al processo, avrei votato “innocente”. Perché, a 
        volte, le indagini sono condotte in un modo tale da non permettere, in 
        coscienza, di condannare. Come vedete, ogni allusione a processi oggi in 
        corso è del tutto casuale. Ma ricordo che allora si fece un esperimento.
 
 A sirene spiegate la polizia cercò di mostrare che si poteva raggiungere 
        la Malpensa da Milano nel tempo che Ghiani avrebbe impiegato, dopo aver 
        bollato la cartolina sul posto di lavoro. La polizia non ci riuscì, ma 
        spiegò che “a quel tempo non c’era ancora tanto traffico”. E, allora, 
        perché il Pm permise l’esperimento? Oppure: dopo che il posto di lavoro 
        era stato perquisito più volte; una nuova perquisizione permise di 
        trovare in una scatola impolverata i gioielli della vittima. A parte 
        l’improbabilità che un assassino conservi a quel modo i gioielli della 
        vittima, nessun giudice dovrebbe ammettere come prova un reperto trovato 
        dopo altre perquisizioni. Anche la cintura da kamikaze, l’altro giorno 
        ad Anzio, come mai non fu trovata subito? E’ possibile che a poliziotti 
        esperti come i carabinieri, sfugga una cintura da kamikaze nel 
        perquisire una casa di presunti terroristi? I Pm dovrebbero appunto 
        evitare che gli investigatori cadano in figure del genere. Al contrario, 
        a volte si direbbe che siano loro a spingerveli.
 
 In conclusione: dividere carriere e compiti è necessario, ma non 
        sufficiente: c’è una questione di reclutamento. Una persona adattissima 
        a tenere un discorso alla Convenzione Nazionale nel 1793 non è detto che 
        sia adatta a far condannare un imputato d’ufficio, due secoli dopo 
        quelle giornate gloriose, in cui a Parigi i giacobini credevano di 
        salvare la repubblica.
 
 29 ottobre 2002
 |