| 
        
        Estoril /2. Al centro dell’assise un documento 
        dibattutodi Cinzia Alvino
 
 L’argomento è centrale nell’agenda politica europea: la riforma delle 
        istituzioni dell’Unione. E il Partito popolare europeo presenterà la sua 
        proposta nella grande sala del Centro congressi di Estoril, in 
        Portogallo, dove il 17 e il 18 ottobre si riunirà per la quindicesima 
        assise della sua storia. Base della discussione è il documento 
        intitolato "Una Costituzione per un’Europa forte" proposto da Wilfried 
        Martens, presidente del partito, e da Wolfgang Schäuble, l’intellettuale 
        più prestigioso della Cdu che fu leader dei cristiano-democratici nei 
        giorni difficili dello scandalo dei fondi neri. Il documento del Ppe 
        contribuirà ai lavori della Convenzione assieme ad altri contributi, tra 
        i quali il Progetto per l'Unione europea elaborato dalla Commissione, il 
        progetto Toulemon, il documento del gruppo socialista redatto da Klaus 
        Hansc. I moderati europei, dunque, entrano nel merito del dibattito 
        fondamentale sulla struttura istituzionale dell'Europa: il modo in cui 
        l'Unione deve essere governata, la natura del potere esecutivo futuro, 
        la divisione delle responsabilità tra le diverse istituzioni.
 
 Il lungo lavoro preparatorio che ha partorito la proposta congressuale 
        ha avuto un suo passaggio importante lo scorso settembre, con la 
        riunione informale dei capi di governo membri del Ppe organizzata in 
        Sardegna da Silvio Berlusconi. Tra le altre cose si è delineato un 
        accordo di massima per concludere la Conferenza intergovernativa nel 
        secondo semestre del 2003: punto particolarmente rilevante per gli 
        italiani che deterranno la presidenza dell’Unione Europea proprio in 
        quel semestre. L’ambizione è di poter siglare un nuovo Trattato di Roma 
        che replichi l’importanza fondamentale del primo. Toccherà poi ai 
        cittadini europei pronunciarsi su questo trattato in occasione delle 
        elezioni europee del 2004. Proprio dalla riunione sarda è venuta 
        l’enfatizzazione sulla necessità che i cittadini europei siano coinvolti 
        nella costruzione delle nuove istituzioni: "Un’Europa siffatta - ha 
        detto Martens - è possibile solamente se conta su un'ampia accettazione 
        del pubblico. La trasparenza deve essere qualcosa di più di uno slogan”. 
        Il documento congressuale, che otterrà il via proprio nella due giorni 
        dell’Estoril, è stato abbondantemente discusso ed emendato nel corso di 
        questi ultimi mesi di lavori da parte di tutti i gruppi politici 
        appartenenti al Ppe. Un lavorio che ha fatto emergere, come era 
        prevedibile, opinioni non del tutto conformi.
 
 Martens ammette: "Non è un segreto che ci siano differenze di opinioni. 
        Come sempre nelle discussioni sull'Europa, la tensione è soprattutto tra 
        chi vuole più Europa, con più decisioni prese a livello dell'Unione, e 
        chi insiste per dire che è ora di ribadire la supremazia degli Stati 
        membri". Nella riunione del 18 settembre sono stati votati gli ultimi 
        emendamenti rimasti in sospeso. Scontro tra tedeschi e spagnoli: 
        risultato, è stata cancellata la proposta di togliere al Consiglio Ue i 
        suoi poteri esecutivi per darli alla Commissione, come pure quella di 
        fare eleggere il presidente della Commissione direttamente 
        dall'Europarlamento. Una tesi, quest’ultima, difesa dai tedeschi contro 
        gli spagnoli. Il progetto finale che sarà presentato al Congresso 
        prevede che "il ruolo esecutivo della Commissione deve essere 
        rafforzato", per quanto riguarda la nomina del suo presidente, "un 
        candidato dovrebbe essere proposto dal Consiglio europeo 
        all'Europarlamento, considerando i risultati delle elezioni europee". 
        Non è passata neppure la proposta degli spagnoli, che chiedevano 
        l'elezione di un presidente dell'Unione da parte dei capi di Stato e di 
        governo, con il potere di indicare il presidente della Commissione. 
        Inoltre il documento congressuale prevede che il vertice Ue "deve darsi 
        una struttura interna che garantisca una guida politica efficace che 
        aumenti la visibilità dell'Unione e il suo peso nel mondo". Ma il 
        confronto su questi temi, probabilmente, non si esaurirà neppure con il 
        congresso di Estoril: l’Europa è un working progress.
 
 11 ottobre 2002
 |