| E la sua ombra si allunga su Israele di Alessandro Bezzi
 
 La notizia più recente è arrivata proprio dall’Italia: il lavoro dei 
        servizi segreti ha sventato un attentato alla nazionale di calcio 
        israeliana che sarebbe dovuto scattare il 12 ottobre scorso in occasione 
        della trasferta a Malta. Israele nel mirino del terrorismo, ormai non 
        più solo in casa propria. Dopo gli attentati in Kenia e le rivelazioni 
        sul rischio corso in terra maltese appare ormai chiaro che per Sharon il 
        pericolo è anche fuori dai propri confini. E il marchio del nuovo 
        terrore pare essere quello di Al Qaeda. L’11 ottobre, appena 24 ore 
        prima del progettato attacco alla nazionale israeliana, i servizi 
        segreti italiani sono intervenuti a Milano per arrestare i cinque 
        esponenti della cellula milanese di Al Qaeda che avevano preparato il 
        progetto stragista. In Kenia le indagini puntano sempre più apertamente 
        alla cellula che opera in Africa orientale e, anche se le fonti 
        ufficiali ancora non si sbilanciano, le indagini puntano in quella 
        direzione. Al vaglio degli inquirenti kenioti c’è anche una 
        rivendicazione di qualche giorno fa nella quale un sedicente affiliato 
        all’organizzazione di bin Laden lanciava appelli alla guerra santa di 
        tutti i musulmani africani.
 
 Notizie allarmanti giungono però anche dall’interno di Israele: i 
        vertici militari hanno rivelato che Al Qaeda è presente in Cisgiordania 
        e nella Striscia di Gaza, dove disporrebbe di proprie cellule tra gli 
        estremisti palestinesi. L’attentato alla sede elettorale del Likud, nel 
        giorno delle votazioni per le primarie, potrebbe dunque già 
        rappresentare un salto di qualità rispetto alle azioni di marca 
        palestinese. Al Qaeda sarebbe riuscita a stabilire un legame operativo 
        con le organizzazioni del terrore già presenti sul territorio 
        israeliano: l’appoggio non sarebbe più limitato alle proclamazioni di 
        tipo verbale, tipo appelli alla sollevazione del mondo islamico a favore 
        della causa palestinese ma si starebbe trasformando in sostegno 
        finanziario e progettuale per la definizione di attentati.
 
 Fonti militari israeliane riportano l’opinione di Yehiam Sasson, ex 
        consigliere del premier Sharon per la lotta al terrorismo, che ribadisce 
        la posizione di Gerusalemme: “Noi diamo per scontato, fino a prova 
        contraria, che esistano legami fra i gruppi armati palestinesi e Al 
        Qaeda, così come del resto esistono contatti con gli Hezbollah 
        libanesi”. Questo potrebbe portare a un cambio di strategia dei servizi 
        segreti israeliani che potrebbero rispondere alla sfida di bin Laden 
        cercando di colpire le reti del network terroristico ovunque nel mondo. 
        Sul piano politico il premier Sharon ha vinto la battaglia interna delle 
        primarie contro l’ex premier Bubu Netanyahu e si appresta a condurre il 
        Likud alla vittoria elettorale nelle prossime elezioni anticipate. La 
        misura di questo trionfo annunciato si rifletterà nella composizione del 
        prossimo governo che non potrà non avere come priorità la difesa di 
        Israele e la lotta al terrorismo palestinese. Ma dovrà anche affrontare 
        le questioni interne legate alla crisi economica: per superare la quale 
        sarebbe necessario rimettere mano al processo di pace.
 
 6 dicembre 2002
   |