| Chi ha interesse che Saddam resti al potere? di Carrie Satterlee (*)
 
 Francia
 • Secondo il World Factbook della Cia, la Francia controlla più del 22,5 
        per cento delle importazioni irachene. Il commercio complessivo della 
        Francia con l’Iraq, nell’ambito del programma oil-for-food, è il terzo 
        in ordine di grandezza e ammonta a 3,1 miliardi di dollari dal 1996 ad 
        oggi, secondo i dati delle Nazioni Unite.
 • Approssimativamente 60 compagnie francesi commerciano con Baghdad, per 
        un valore stimato intorno a 1,5 miliardi di dollari annui nell’ambito 
        del programma oil-for-food dell’Onu.
 • Total Fina Elf, la più grande compagina petrolifera francese, ha 
        negoziato un accordo per sfruttare il giacimento di Majnoon nell’Irak 
        occidentale. A quel che si dice, il giacimento di Majnoon contiene fino 
        a 30 miliardi di barili di petrolio.
 • Total Fina Elf ha negoziato un accordo anche per la futura 
        esplorazione petrolifera del giacimento iracheno di Nahr Umar. Secondo 
        le stime, sia il giacimento di Majnoon che quello di Nahr Umar 
        contengono il 25 per cento delle riserve del paese.
 • Dal 1981 al 2001, secondo l’Internationale Peace Research Institute di 
        Stoccolma (Sipri), la Francia ha fornito oltre il 13 per cento delle 
        importazioni di armi irachene.
 
 Germania
 • Il commercio bilaterale diretto fra Germania e Irak ammonta a circa 
        350 milioni di dollari annui e, da quanto si riferisce, un ulteriore 
        miliardo di dollari viene venduto attraverso patner/paesi terzi.
 • E’ stato recemente riportato che Saddam Hussein ha ordinato alle 
        aziende irachene di dare la precedenza alle compagnie tedesche, come 
        ricompensa per “la ferma posizione nel rifiutare un attacco militare 
        all’Iraq” della Germania. E’ stato riportato anche che oltre 101 
        compagnie tedesche erano presenti all’Esposizione annuale di Baghdad.
 • Durante la trentacinquesima Fiera annuale internazionale di Baghdad 
        nel novembre del 2002, una compagnia tedesca ha firmato un contratto per 
        80 milioni di dollari per la fornitura di cinquemila automobili e parti 
        di ricambio.
 • Le autorità tedesche stanno indagando su una società tedesca accusata 
        di aver convogliato armi all’Iraq attraverso la Giordania. 
        L’attrezzatura in questione viene utilizzata per alesare le canne di 
        grandi cannoni e si presume che servisse per il progetto del 
        supercannone Al Fao di Saddam Hussein.
 
 Russia
 • Secondo il World Factbook della Cia, la Russia controlla circa il 5,8 
        per cento delle importazioni annuali irachene. Nell’ambito del programma 
        oil-for-food, il commercio totale della Russia con l’Iraq raggiungeva 
        una cifra compresa fra i 530 milioni e il miliardo di dollari neL 
        secondo semestre del 2001.
 • Secondo l’ambasciatore russo in Iraq, Vladimir Titorenko, nei prossimi 
        tre mesi verranno firmati nuovi contratti per ulteriori 200 milioni di 
        dollari nell’ambito del programma oil-for-food delle Nazioni Unite.
 • Il debito risalente all’era sovietica di 7-8 miliardi di dollari 
        deriva da vendite di armi all’Irak durante la guerra Iran-Irak negli 
        anni 1980-1988.
 • Nel 1997 la russa Lukoil ha negoziato un contratto per 23 anni di 4 
        miliardi di dollari per ripristinare il giacimento da 15 miliardi di 
        barili nel Qurna occidentale nel Sud dell’Irak. I lavori nel giacimento 
        sarebbero dovuti iniziare dopo l’abolizione delle sanzioni delle Nazioni 
        Unite all’Irak. L’accordo è momentaneamente in sospeso.
 • Si ritiene che la compagnia russa Slavneft, all’incirca nell’ottobre 
        del 2001, abbia firmato un accordo con l’Irak per un contratto di 
        manutenzione di 52 milioni di dollari per trivellare il giacimento di 
        Tuba nell’Irak meridionale.
 • Nell’ottobre del 2001, Slavneft, una compagnia russo-biellorussa, ha 
        concluso un contratto di manutenzione per il giacimento di Suba-Luhais 
        nell’Irak meridionale. Si crede che il giacimento petrolifero contenga 
        almeno 2 miliardi di barili. Il contratto è in attesa dell’approvazione 
        delle Nazioni Unite per ulteriori trivellamenti nel giacimento di 
        Luhais.
 • Nell’aprile del 2001, la compagnia russa Zaruezhneft ha concluso un 
        contratto di manutenzione per trivellare i giacimenti di Saddam, Kirkuk 
        e Bai Haasan allo scopo di ripristinarli e di ridurre le infiltrazioni 
        idriche.
 • Un futuro accordo economico russo-iracheno per 40 miliardi di dollari, 
        a quanto si dice firmato nel 2002, consentirebbe una completa 
        esplorazione delle opportunità petrolifere in tutto l’Irak occidentale.
 • Negli ultimi anni, la compagnia russa Gazprom ha firmato contratti per 
        un valore di 18 milioni di dollari per riparare stazioni di servizio in 
        Iraq (Houston Chronicle).
 • L’ex Unione Sovietica era il principale fornitore di armi all’Irak. 
        Dal 1981 al 2001 la Russia ha fornito all’Irak il 50 per cento delle sue 
        armi.
 
 Cina
 • Secondo il World Factbook della Cia, la Cina controlla circa il 5,8 
        per cento delle importazioni annue dell’Irak.
 • La compagnia petrolifera statale cinese ha raggiunto un accordo per la 
        futura esplorazione del giacimento di Al Ahdab in Irak. La valutazione 
        totale del contratto è sconosciuta.
 • In anni recenti, la compagnia cinese per l’import-export 
        aero-tecnologico (Catic) ha avuto un appalto per la vendita all’Irak di 
        “satelliti meteorelogici” e attrezzature per “l’osservazione della 
        superficie”. Questo contratto è stato approvato dal programma 
        oil-for-food delle Nazioni Unite.
 • Nel luglio 2000, Catic ha anche ricevuto l’approvazione delle Nazioni 
        Unite per vendere cavi di fibre ottiche per un valore di 2 milioni di 
        dollari. Questi e simili contratti erano camuffati da equipaggiamento 
        per le telecomunicazioni. Secondo le autorità americane, questi cavi 
        possono essere usati per la trasmissione sicura di dati e per la 
        comunicazione fra il comando e i centri di controllo e i radar per la 
        ricerca a lungo raggio, designando come bersaglio unità radar e per il 
        lancio di missili. Inoltre, si ritiene che la China National Electric 
        Wire & Cable e la China National Technical Import Telecommunications 
        Equipmente Company abbiano venduto all’Irak attrezzature per le 
        comunicazioni e altre forniture non specificate per un valore di 
        6.104.000 e 15,5 milioni di dollari rispettivamente.
 • Secondo un rapporto del Sipri, fra il 1981 e il 2001 la Cina è stata 
        il secondo fornitore di armi all’Irak, fornendo oltre il 18 per cento 
        delle importazioni irachene di armi.
 
 14 marzo 2003
 
        (*) Tratto 
        dal sito della 
        Heritage Foundation. Traduzione dall'inglese di Barbara Mennitti
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