| Israele-Palestina, un decennio di trattative di Rodolfo Bastianelli
 
 I contatti informali e segreti tra israeliani e palestinesi che 
        cominciarono ad Oslo nel 1993 portarono ad uno scambio di lettere 
        (datate 9 settembre ‘93) tra Arafat ed il premier israeliano Rabin, in 
        cui le due parti giungevano di fatto al reciproco riconoscimento. Ne 
        acque accordo che seguì l'incontro avvenuto a Washington il 13 
        settembre, durante il quale venne sottoscritta una "Dichiarazione di 
        Principi" articolata in una serie di punti. Ecco, in versione schematica 
        il contenuto di quell’accordo e di tutti gli altri sottoscritti in dieci 
        anni di trattative condotte dalle due parti in conflitto
 
 Accordo di Washington (13 settembre 1993)
 
 Oltre all'aspetto storico dell'evento, in cui israeliani e palestinesi 
        si scambiano il reciproco riconoscimento e pongono fine a quarantacinque 
        anni di ostilità, gli Accordi sottoscritti a Washington contengono le 
        seguenti disposizioni:
 
 a) il 13 ottobre 1993 la Dichiarazione di Principi sarebbe formalmente 
        entrata in vigore
 b) si sarebbe dovuto provvedere alla firma dell'Accordo su Gaza e Gerico
 
 Entro un anno (13 aprile 1994)
 c) si sarebbe dovuto provvedere al ritiro israeliano da Gaza e Gerico
 d) avrebbero dovuto avere luogo le elezioni per il Consiglio 
        Palestinese, nonché il ridispiegamento delle Forze Armate israeliane
 
 Entro il 13 aprile1996
 e) si dovranno cominciare i negoziati sullo status definitivo dei 
        territori palestinesi
 f) e il 13 aprile 1999 si dovrà attuare lo status definitivo dei 
        territori palestinesi
 
 Gli altri punti della Dichiarazione di Principi riguardano la 
        definizione della sottoscrizione di un ulteriore accordo, detto Accordo 
        ad interim, in cui le due parti definiscono la composizione e la 
        struttura del Consiglio palestinese e le competenze che gli sarebbero 
        state attribuite. Viene inoltre stabilito che con l'entrata in vigore 
        della Dichiarazione e con il successivo ritiro israeliano da Gaza e 
        Gerico avrebbe dovuto cominciare il trasferimento di competenze al 
        Consiglio palestinese. Come visto sopra, inoltre viene stabilita 
        l'elezione diretta dei membri del Consiglio e fissata in cinque anni la 
        durata del periodo di interim tra le due parti. Numerosi altri punti, 
        riguardanti il campo economico, commerciale e sociale, trovano poi posto 
        nella Dichiarazione.
 
 Accordo de Il Cairo (9 febbraio 1994)
 
 Sottoscritto da Yasser Arafat e dal Ministro degli Esteri israeliano 
        Shimon Peres, il testo dell'Accordo ha consentito la ripresa dei 
        negoziati su Gaza e Gerico, iniziati a metà ottobre nella cittadina 
        egiziana di Taba e prolungatisi a lungo per le difficoltà incontrate. Il 
        testo di questo Accordo sottoscritto nella capitale egiziana, oltre a 
        favorire il dialogo tra le parti, stabilisce dei punti importanti in 
        merito al controllo dei valichi di frontiera tra Gaza e Gerico ed il 
        territorio israeliano, nonché una serie di punti relativi al problema 
        della sicurezza.
 
 Accordo de Il Cairo relativo alla sicurezza della 
        città di Hebron (31 marzo 1994)
 
 Sottoscritto per Israele dal generale Lipkhin - Shahak e dall'ANP dal 
        dr. Nabil Sha'ath l'Accordo, è stato stipulato dopo la strage operata da 
        un colono israeliano contro un gruppo di palestinesi, prevede:
 
 - l'istituzione di una Presenza Internazionale Temporanea a Hebron 
        (Temporary International Presence in Hebron - TIPH), composta da 160 
        osservatori, provenienti da diversi Paesi tra cui l'Italia, con il 
        compito di dare una "sensazione di sicurezza" ai palestinesi di Hebron; 
        a questa forza internazionale spettano poi compiti di controllo - senza 
        disporre di poteri di polizia - e di monitoraggio. Per quanto riguarda i 
        rapporti, la forza internazionale deve riferire ad una Commissione 
        Congiunta di Hebron composta da due rappresentanti israeliani e 
        palestinesi.
 
 Accordo de Il Cairo su Gaza e Gerico (4 maggio 
        1994)
 
 Il testo dell'Accordo, che prevede l'autonomia per Gaza e Gerico, si 
        compone di oltre trecento pagine, il cui contenuto può essere così 
        riassunto:
 
 * il testo dell'Accordo (preambolo e 23 articoli)
 * protocollo allegato sulle misure di sicurezza
 * protocollo allegato sul passaggio dei poteri ai civili e sulle 
        disposizioni in materia legale
 * protocollo allegato sui rapporti economici
 * sei mappe dettagliate a colori
 
 Secondo i contenuti dell'Accordo l'Amministrazione civile israeliana a 
        Gaza e Gerico viene sciolta e le sue competenze passano all'Autorità 
        Nazionale Palestinese, che si comporrà di un unico organismo di 24 
        membri.
 Per quanto riguarda la questione della sicurezza, ad Israele viene 
        lasciato il controllo dei confini esterni e dello spazio aereo, nonché 
        la responsabilità dell'ordine pubblico sui cittadini e gli insediamenti 
        israeliani. L'Autorità, avrà invece piena autorità sui residenti 
        palestinesi.
 Per quel che riguarda i cittadini di Paesi terzi presenti nelle aree 
        passate sotto il controllo dell'Autorità Palestinese, questi saranno 
        soggetti ad un regime misto che prevede la loro subordinazione alla 
        polizia palestinese tranne che su quattro strade in cui invece rimarrà 
        la competenza delle forze di polizia israeliane in materia di fermi ed 
        arresti.
 All'Autorità Nazionale Palestinese viene poi preclusa qualsiasi attività 
        a livello internazionale, non potendo questa aprire né ambasciate e 
        consolati all'estero né sottoscrivere accordi con altri Stati. Tuttavia, 
        in quest'ultimo settore, è previsto che l'ANP possa sottoscrivere 
        accordi in quattro settori quali:
 * contratti di cooperazione economica
 * contratti relativi a donazioni ed aiuti
 * contratti concernenti piani di sviluppo regionale
 * contratti riguardanti scambi culturali
 
 Accordo ad interim per l'attuazione di quanto 
        sottoscritto nella "Dichiarazione di principi" (firmato a Washington il 
        28 settembre 1995)
 
 Con questo Accordo, denominato "Oslo 2", viene attuato quanto concordato 
        tra israeliani e palestinesi all'interno della "Dichiarazione di 
        principi" sottoscritta a Washington il 13 settembre 1993.
 I punti principali dell'Accordo sono:
 a) la creazione di un autogoverno palestinese nei Territori, con 
        graduale passaggio di competenze
 b) il "ridispiegamento" delle Forze Armate israeliane
 
 Per quanto riguarda le elezioni del Consiglio palestinese, è stabilito 
        che questo verrà eletto da tutti i residenti palestinesi a Gaza ed in 
        Cisgiordania di maggiore età; le elezioni avranno luogo 22 giorni dopo 
        il ritiro dell'Esercito israeliano dalle aree interessate.
 
 Il Consiglio dispone di 82 membri ed ha poteri legislativi ed esecutivi; 
        questi ultimi sono emanati da un organismo designato dal Consiglio, 
        l'Autorità Esecutiva. Le competenze dell'amministrazione civile 
        israeliana nei Territori passano al Consiglio, fermo restando che tutte 
        le funzioni non inserite tra quelle attribuite al Consiglio rimangono 
        competenza delle Autorità israeliane.
 Il "ridispiegamento" dell'Esercito israeliano deve avvenire secondo un 
        calendario definito. Nella prima fase è previsto il ritiro delle Forze 
        Armate di Israele da sei città - Jenin, Nablus, Tulkarem, Kalkilya, 
        Ramallah e Betlemme - e 450 villaggi, fermo restando che allo Stato 
        israeliano rimane sempre competente per il controllo della sicurezza 
        verso l'esterno e dei confini e per la sicurezza dei cittadini e degli 
        insediamenti israeliani.
 Sempre in merito all'ordine pubblico ed alla sicurezza, l'Accordo 
        prevede tre diverse aree di competenza all'interno dei Territori della 
        Cisgiordania. Le prime due (zone A e B) coprono il 30% del territorio 
        della Cisgiordania, mentre il restante 70% rientra nella zona C.
 A) AREA A ("area marrone") comprende le sei città sopra elencate. In 
        queste il Consiglio dispone di piena autorità per l'ordine pubblico e la 
        sicurezza.
 B) AREA B ("area gialla") comprende le cittadine ed i villaggi della 
        Cisgiordania a popolazione palestinese. Al Consiglio spetta piena 
        autorità per quel che riguarda l'amministrazione civile e l'ordine 
        pubblico, mentre ad Israele rimane il controllo generale della sicurezza 
        ed i poteri di coordinamento in merito alla lotta al terrorismo. Inoltre 
        le forze di sicurezza israeliane hanno in questa zona la precedenza 
        sulle autorità palestinesi in merito all'ordine pubblico, mentre gli 
        stessi movimenti della polizia palestinese devono essere coordinati 
        dalle autorità israeliane e da queste ricevere l'approvazione.
 C) AREA C ("area bianca") comprende le aree non popolate, gli 
        insediamenti ebraici e le zone di confine con la Giordania . In questa 
        area Israele mantiene la piena autorità sull'ordine pubblico e la 
        sicurezza, mentre al Consiglio palestinese spettano solo le competenza 
        dell'amministrazione civile.
 
 Sempre in merito al "ridispiegamento", è previsto che questo deve 
        avvenire in ulteriori fasi ad intervallo di sei mesi, comprese le stesse 
        zone dell'area C, le quali passeranno progressivamente sotto il 
        controllo del Consiglio palestinese, che alla fine del ritiro israeliano 
        avrà competenza su tutto il territorio della Cisgiordania, salvo gli 
        insediamenti ebraici e le zone militari.
 Rimane il diritto delle forze armate e di sicurezza israeliane di 
        muoversi entro i Territori; analoga libertà di movimento conservano i 
        cittadini israeliani, nei confronti dei quali la polizia palestinese non 
        può procedere né a fermi né ad arresti, ma solo a controlli 
        sull'identità e sugli autoveicoli.
 E' poi stabilito che, entro due mesi dall'insediamento del Consiglio, 
        l'OLP procederà all'abrogazione degli articoli della sua carta in cui si 
        proclama la distruzione dello Stato d'Israele.
 Ulteriori punti dell'Accordo regolano la collaborazione in campo 
        economico, delle risorse idriche e della giustizia.
 
 Protocollo concernente il ridispiegamento a Hebron 
        (firmato il 15 gennaio 1997)
 
 Siglato il 15 gennaio 1997 dal Premier israeliano Netanyahu e dal 
        Presidente dell'ANP Arafat il protocollo risolve il problema dello 
        status della città di Hebron, al centro fin dall'inizio dei negoziati 
        israelo - palestinesi.
 Secondo i termini del Protocollo d'intesa relativi alle competenze in 
        materia di ordine pubblico, la città di Hebron è stata divisa in due 
        aree distinte: l'area H-1 in cui la responsabilità della sicurezza viene 
        affidata ai palestinese e l'area H-2 in cui invece questa spetta alle 
        forze israeliane. Sono poi previste delle Misure di Sicurezza Congiunte 
        all'interno di aree delicate a cui provvederanno delle Unità Mobili e 
        Pattuglie Congiunte. Nelle zone più a rischio dell'area H-1 a ridosso 
        dell'area H-2, la polizia palestinese potrà istituire posti di blocco e 
        di controllo per impedire il passaggio di manifestanti che possano 
        causare turbamenti all'ordine pubblico, mentre ogni attività di polizia 
        all'interno di queste zone dovrà essere comunicata la Centro di Comando 
        Congiunto. Si tratta quindi di "zone cuscinetto" la cui istituzione 
        dovrebbe nelle intenzione delle parti limitare i rischi di scontro tra 
        le due comunità. Per quanto riguarda i luoghi santi ebraici, posti tutti 
        all'interno dell'area H-1 e quindi all'interno della zona di competenza 
        palestinese, viene disposto che questi saranno protetti e ne verrà 
        garantito il libero accesso a tutti i cittadini. E' poi previsto il 
        mantenimento delle funzioni della forza di osservazione internazionale 
        (TIPH), istituita con l'Accordo de Il Cairo del 31 marzo 1994, ed il suo 
        ampliamento da 160 a 180 uomini.
 
 Accordo di Wye Plantation (firmato il 23 ottobre 
        1998)
 
 Sottoscritto negli Stati Uniti tra il Premier israeliano Netanyahu ed il 
        Presidente dell'ANP Arafat con la mediazione di Clinton.
 
 L'Accordo prevede:
 a) Statuto finale dei Territori. Le due parti si impegneranno a definire 
        lo status definitivo dei Territori palestinesi, di Gerusalemme, degli 
        insediamenti ebraici e della divisione delle risorse idriche.
 b) Ritiro israeliano. E' previsto il ritiro delle Forze Armate 
        israeliane dal 13,1% della Cisgiordania. In tre tappe successive 
        suddivise in 12 settimane, Israele si ritirerà dal 12% dei territori 
        palestinesi, consegnando l'amministrazione civile nelle mani dell'ANP, 
        rimanendo tuttavia ad Israele la responsabilità esclusiva della 
        sicurezza. Un ulteriore 1,1 % di territorio sarà poi successivamente 
        consegnato all'Autorità Nazionale Palestinese. Dopo il ridispiegamento 
        delle truppe israeliane l'ANP controllerà il 40% della Cisgiordania ed 
        il 60% di Gaza.
 c) Si richiede all'Autorità Nazionale Palestinese di attuare un piano di 
        prevenzione e repressione delle attività dei gruppi terroristici. E' 
        prevista l'istituzione di un comitato congiunto israelo - palestinese 
        nonché la presenza di funzionari della CIA in qualità di mediatori e 
        consulenti tra le parti.
 d) Entro due mesi è previsto che i 120 membri del Consiglio Centrale 
        dell'OLP si riuniscano a Gaza, alla presenza del Presidente Clinton, per 
        abrogare gli articoli relativi alla distruzione dello Stato di Israele.
 e) Vengono istituiti due corridoi per consentire il passaggio dei 
        palestinesi tra la Striscia di Gaza e la Cisgiordania.
 
 f) E' prevista la liberazione di 750 dei 3.500 prigionieri palestinesi 
        detenuti in Israele; allo stesso modo la polizia palestinese procederà 
        all'arresto di 30 persone accusate di terrorismo inserite all'interno di 
        una lista di 36 nomi redatta da Israele.
 g) Viene autorizzata la creazione di un aeroporto entro la Striscia di 
        Gaza, nonché ribadito l'impegno israeliano a permettere l'apertura di 
        uno scalo marittimo commerciale a Gaza.
 h) Un comitato congiunto israelo - palestinese sarà poi incaricato di 
        preparare un piano per la terza fase del ritiro israeliano dalla 
        Cisgiordania. Il comitato presenterà le sue conclusioni entro quattro 
        mesi dalla firma dell'Accordo.
 
 
 Memorandum Sharm el-Sheikh (4 settembre 1999)
  
        
        Fissa le scadenze per l’applicazione degli accordi di Wye Plantation e 
        per la definizione dello status dei territori palestinesi.
 20 giugno 2003
  
        
        
        rodolfo.bastianelli@tiscali.it 
        
        
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