| L'allarme-terrorismo in Italia di Stefano Caliciuri
 
 L’Italia rientra tra gli obiettivi sensibili del terrorismo 
        internazionale. A lanciare l’allarme è il ministro dell’Interno, 
        Giuseppe Pisanu, rivelando ciò che nessuno di noi avrebbe mai voluto 
        sentir dire. Gli arresti effettuati in Lombardia ed in Toscana rivelano, 
        purtroppo, che le radici di tali organizzazioni sono più profonde di 
        quanto si potesse pensare. Già pochi mesi dopo l’attentato alle torri 
        gemelle le forze di polizia italiane avevano intercettato un gruppo di 
        presunti terroristi a Gallarate, nel varesotto, cittadina 
        strategicamente fondamentale per la contemporanea presenza del più 
        importante aeroporto civile italiano e di centri militari operativi. Gli 
        arresti erano passati quasi in sordina: se è vero che le indagini 
        avevano verificato l’esistenza di una complessa rete terroristica 
        internazionale, gli arresti di Gallarate parevano essere soltanto frange 
        periferiche, indipendenti ed autonome, perlopiù con funzioni 
        informative.
 
 Gli avvenimenti di questi ultimi giorni, che alternano i fatti di sangue 
        alla cronaca giudiziaria, fanno invece intravedere uno scenario assai 
        più intricato. Soltanto nell’ultimo anno sono stati arrestate settantuno 
        persone, sette sono invece le espulsioni per sobillazione del 
        terrorismo. Tra queste, anche il sedicente Imam di Carmagnola che da 
        tempo annuncia per il prossimo mese di maggio un estremo attacco nei 
        confronti di istituzioni italiane: Roma e le ambasciate nei paesi arabi 
        sarebbero gli obiettivi già segnati nelle agende dei terroristi. 
        Analizzando gli ultimi arresti milanesi sta emergendo una realtà che, se 
        verificata, ingarbuglia non poco le operazioni investigative. Gruppi 
        arabi, composti perlopiù da persone presenti in Italia da diverso tempo, 
        alcune delle quali insospettabili ed incensurate, sono costantemente 
        impegnati nella realizzazione di passaporti da utilizzare a fini 
        terroristici. Contraffazione non più riservata ad uso dei comuni 
        clandestini, ma estesa verosimilmente alle organizzazioni terroristiche. 
        La strategia dell’angoscia ha quindi raggiunto il suo terzo stadio.
 
 Gli attacchi “una tantum” contro bersagli civili statunitensi hanno 
        preceduto gli agguati nei confronti dei militari dell’alleanza in Iraq, 
        andandoli a colpire in maniera singola e separata. Adesso la strategia 
        estremista islamica starebbe puntando ad una terza via: creare panico e 
        tensione all’interno della società civile, innalzare la soglia di 
        preoccupazione verso attentati che potrebbero colpire chiunque ed 
        ovunque. Ma come farlo in maniera facile e veloce, soprattutto senza 
        troppi sospetti e indizi? Ovviamente appoggiandosi a persone che finora 
        si sono sempre occupate di compiti logistici in Italia, organizzazioni 
        già radicate specializzate nell’immigrazione clandestina, che 
        garantirebbe loro perlomeno una copertura al sospetto, puntando a 
        gettare nella confusione l’intelligence italiana. Una strategia già 
        iniziata, come dimostrano gli arresti avvenuti a Milano: passaporti 
        cartacei e programmi informatici in grado di camuffare qualsiasi 
        identità. Oltre a Milano, lo stesso traffico è stato scoperto in Grecia, 
        in Belgio, in Spagna. Per far fronte a questa strategia bisognerà darsi 
        da fare sin da subito, non attendere che il peggio accada per poi 
        gettarsi nella mischia alla ricerca dei responsabili. Anche questa volta 
        la prevenzione dovrà scavalcare qualsiasi forma di garantismo, dubbio o 
        remora: affinché il nostro fusto non sia infestato da letali licheni, 
        l’unica soluzione è strapparli definitivamente dalla corteccia.
 
        
        5 dicembre 2003
 stecaliciuri@hotmail.com
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