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              Europa. Una svolta per i contenuti in 
              digitaledi Paola Liberace
 
 Incoraggiare lo sviluppo linguistico e culturale, rispettando le 
              diversità locali, non sembra essere solo uno slogan o un obiettivo 
              teorico per l’Unione europea. Con il lancio del programma 
              eContent, destinato a durare dal 2001 al 2005, è stata infatti 
              portata all’attenzione pubblica l’importanza della componente 
              linguistica ed editoriale nell’ambito dei progetti europei per 
              l’innovazione e lo sviluppo imprenditoriale. La domanda rivolta 
              dall’Unione Europea agli attori della Information Society, dei 
              media e della comunicazione pubblica, è stata sostanzialmente 
              questa: come favorire la crescita di un mercato di contenuti 
              digitali plurilinguistico, avvalendosi delle potenzialità 
              dell’innovazione tecnologica, e come coinvolgere in questo 
              sviluppo anche le informazioni provenienti dal settore pubblico, 
              ancora in larga parte inutilizzate?
 
 La risposta del mercato europeo sembra tuttavia relativa non tanto 
              alla circolazione dei contenuti in diverse lingue, quanto agli 
              aspetti economici e legali di questo processo. Proprio in questi 
              giorni, la Commissione europea ha approvato uno dei progetti 
              pervenuti nel quadro di eContent, chiamato EDRA (European DOI 
              Registration Agency). Una volta superato il gioco di sigle (DOI 
              sta a sua volta per Digital Object Identifier), diventa più chiaro 
              che quest’iniziativa riguarda il controllo e la diffusione dei 
              contenuti digitali: in pratica, l’agenzia EDRA dovrebbe occuparsi 
              di gestire contenuti distribuiti in più lingue, appoggiandosi al 
              Digital Object Identifier, un sistema basato su codici per 
              identificare univocamente ciascun contenuto. In questo modo i 
              contenuti digitali potranno circolare, essere messi in commercio 
              ed essere riconosciuti sul mercato al pari di merci con codici a 
              barre, agevolando la gestione dei diritti digitali (Digital Right 
              Management) da parte delle aziende produttrici e intermediarie, ma 
              anche chiudendo “ufficialmente” l’era della libera circolazione, 
              poiché ogni contenuto controllato dal DOI è di fatto assimilato ad 
              un prodotto in vendita.
 
 Il progetto EDRA, nato dal supporto della International DOI 
              Foundation, sarà coordinato dall’Associazione Italiana Editori , e 
              prenderà avvio anzitutto in Italia, Germania, Spagna e Francia. 
              Non è un caso che i primi sforzi della ricerca europea si siano 
              concentrati sulle preoccupazioni relative alla protezione dei 
              diritti intellettuali e commerciali sui contenuti: la fase della 
              distribuzione gratuita di contenuti digitali a valore aggiunto 
              vive l’ultima fase della sua crisi, e l’industria mediale si 
              interroga sulle nuove strategie di business ed editoriali che 
              potranno permetterle di sopravvivere e prosperare (questo è il 
              presupposto di seminario sulla tariffazione dei contenuti digitali 
              che si svolgerà ad Amsterdam il prossimo primo ottobre. La svolta 
              non coinvolge soltanto il mezzo più tradizionalmente legato al 
              digitale, il web, ma tutte le nuove piattaforme di distribuzione 
              dei contenuti – la tv interattiva, la telefonia di terza 
              generazione e il wireless in generale - che dagli errori del “free 
              web” sono pronte ad imparare. I primi prodotti editoriali 
              concepiti per questo mondo e già entrati in circolazione ci 
              diranno se il contenuto digitale identificato e tariffato avrà 
              uguale successo rispetto ai suoi antenati “liberi”, e se i nuovi 
              “codici a barre” basteranno a fermare lo scambio incontrollato che 
              li aveva sostenuti e resi popolari.K
 
 27 settembre 2002
 
 pliberace@hotmail.com
  
              
              da
              
              
              
              Emporion
 
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