|  
              
              Guarda chi si vede? La nuova satira in 
              Rai di Paola Liberace
 
 Probabilmente qualcuno pensava che, dopo il cambio di gestione, 
              non avrebbe mai più fatto capolino tra le tre reti RAI. E invece 
              la satira è tornata, da gradita ospite, sulla Tv nazionale, 
              seppure in una veste piuttosto differente da quella che l'aveva 
              vista sofferente e bistrattata solo pochi mesi fa. Si tratta 
              infatti di una satira dichiarata, che sa far ridere e pensare, che 
              non si maschera da giornalismo - salvo poi correre ai ripari sotto 
              le false protezioni della libertà di parola appena si evidenziano 
              le sue parzialità - ; ma nemmeno si rassegna ad essere 
              addomesticata con facilità dalle telefonate in diretta - 
              edulcorata al punto da poter essere confusa con la semplice 
              comicità. Anzitutto, c'è da segnalare il ritorno di Corrado 
              Guzzanti, nell'esilarante striscia quotidiana de "Il 
              caso Scafroglia", che prende di mira il bombardamento 
              mediatico ed informativo quotidiano attraverso le esibizioni di 
              alcuni dei personaggi più amati dell'attore. L'esordio del 
              programma è stato intelligentemente preparato da un pot-pourri dei 
              momenti più irresistibili dei precedenti programmi di Guzzanti, 
              andato in onda nei giorni precedenti il 4 novembre, e sufficiente 
              a "rinfrescare" la memoria dei telespettatori. La particolarità di 
              Guzzanti è infatti quella di non essere un imitatore, ma un 
              interprete delle idiosincrasie nazionali, e la sua abilità 
              raggiunge livelli di grande originalità e di puro spasso nei venti 
              minuti della nuova trasmissione.
 
 Un modello completamente diverso, ma non meno interessante, quello 
              di altri due conduttori-comici che hanno fatto del "disturbo" 
              sulle reti pubbliche la loro missione: Chiambretti e Gnocchi. 
              Stavolta non è la solita Raitre ad ospitare le loro trasmissioni 
              (meritandosi il titolo di "riserva indiana"): è invece su RaiDue 
              che vanno in onda l'ormai tradizionale "Chiambretti 
              c'è", del mercoledì sera, e la nuova "Grande 
              notte" del lunedì. Compagnie differenti (le laureate 
              per Pierino la peste, la solita Ventura per Gnocchi), ma verve ed 
              escamotage simili: le scenografie da grandi show della prima 
              serata, la continua ironia sulla nobiltà e sulla monarchia, 
              l'affondo sulla politica, il ricordo delle passate disavventure 
              con qualche bersaglio poco tollerante, il brivido dell'ospite 
              "scomodo" e polemico. Messi da parte i trucchi del cabaret e 
              dell'avanspettacolo, così come la parodia dello show musicale alla 
              "Perepepé", tornano in voga le frasi pungenti e le battute 
              fulminanti, e vengono messi da parte i processi non dichiarati e i 
              bombardamenti di accuse. Con buona pace, e tante risate, di tutti.
 
 9 novembre 2002
 
 pliberace@hotmail.com
 
 
 |