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              La banda larga riduce il "digital divide" 
              di Elisa Benzoni
 
 “Banda larga, Umts, sicurezza delle reti e digitale terrestre: 
              sono queste le priorità del ministero della Comunicazione nel 
              semestre europeo di presidenza italiana”. Lo ha confermato 
              Francesco Chirichigno, consulente del Ministero, in occasione del 
              convegno “Le opportunità della banda larga per una nuova 
              generazione di servizi interattivi” organizzato il 17 giugno a 
              Roma da Business International. Alla base delle considerazioni 
              espresse durante i lavori del seminario, la stretta correlazione 
              tra diffusione della banda larga e sviluppo economico del paese. 
              E’ lo stesso Chirichigno a sottolineare il ruolo che questo tipo 
              di accesso a Internet potrebbe assumere per la ripresa di un 
              settore, quello delle Tlc, oggi in forte crisi.
 
 Sullo sfondo rimane il pericolo che il processo di 
              digitalizzazione delle nostre reti telematiche non coinvolga 
              pienamente il Mezzogiorno, allargando il divario tra Nord e Sud. 
              Il meridione, infatti, non ha beneficiato dell’espansione del 
              mercato che si è realizzata negli anni 1998-2000 a seguito della 
              liberalizzazione del settore, quando i nuovi operatori, italiani 
              ed esteri, hanno attuato politiche di investimento ma limitandole 
              alle zone del centro-nord che garantivano adeguati livelli di 
              redditività. Negli ultimi due anni, poi, sono mancate adeguate 
              politiche di sostegno ed incentivazione, e il divario tra le due 
              aree si è allargato anche perché gli operatori privati non 
              ritengono “economico” investire in regioni il cui mercato è 
              stimato insufficiente.
 
 Il governo italiano ha espresso la necessità di diffondere la 
              banda larga nel Dpef dello scorso anno, anche se alle intenzioni 
              non sono ancora seguiti i fatti. Siamo in una congiuntura 
              economica che spinge per realizzare politiche di sostegno, proprio 
              perché in questo momento non è possibile lasciare tutto al 
              mercato. Se così fosse il gap tra Nord e Sud si allargherebbe 
              inevitabilmente perché, come è ovvio, gli operatori investono solo 
              dove c’è ritorno a breve termine. E, in questo senso, solo 
              l’impegno dello Stato può fare la differenza. L’infrastruttura 
              digitale deve essere vista come il mezzo per aumentare 
              investimenti e competitività nelle zone più svantaggiate. Un modo 
              per ridurre le distanze non per accrescerle.
 
              
              4 luglio 2003 |