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        Il signor Rossi e il black-out radiofonicodi Andrea Mancia
 
 Sono le 3.30 della notte tra sabato e domenica, quando il monitor del 
        computer si spegne con uno schiocco sordo. Il ticchettio insistente del 
        piccolo gruppo di continuità invade la casa del signor Rossi, rimasta 
        improvvisamente al buio. Piove. Il signor Rossi raggiunge a tastoni il 
        cassetto con la torcia elettrica e parte alla ricerca delle candele. In 
        pochi minuti, la luce riempie nuovamente la casa. Il signor Rossi 
        sorride soddisfatto. C'è abbastanza luce per leggere e qualche ora di 
        digiuno tecnologico non ha mai fatto male a nessuno.
  
        Si tratta, 
        però, di un'illusione di breve durata. Dopo una mezz'oretta il signor 
        Rossi inizia ad essere disturbato dal silenzio. E parte alla ricerca 
        della sua vecchia radiolina a transistor, la stessa con cui ascoltava le 
        partite prima della rivoluzione calcistico-satellitare. Tutto a posto, 
        le batterie ci sono. 
        Forse le emittenti locali stanno trasmettendo qualche informazione utile 
        sul black-out, che probabilmente ha colpito tutta la Capitale. Il signor 
        Rossi, fedele elettore del centrodestra, sghignazza all'idea che la 
        "notte bianca" del sindaco Veltroni possa aver causato un sovraccarico 
        tale da mandare in tilt tutto il sistema elettrico di Roma. L'estrema 
        polarizzazione del quadro politico ha contagiato anche lui, da tempo.  
        Il signor 
        Rossi ruota la scricchiolante manopola della sua radiolina. Ma quasi 
        sempre riesce a captare soltanto scariche di elettricità statica. Con 
        qualche eccezione. Radio Radicale, Radio Radio e Radio Rai. Il resto 
        sono musichette da discoteca o segnali distorti. A Radio Radicale, 
        Sergio Stanzani parla dei problemi di organizzazione interna del partito 
        transnazionale in vista delle prossime tornate elettorali e dei rapporti 
        tra Marco (Pannella) ed Emma (Bonino). Il signor Rossi, che è anche un 
        simpatizzante radicale (ma a cui non è mai andato giù il referendum sul 
        nucleare), ascolta l'intervento di Stanzani per un paio di minuti. Poi 
        gira la manopola. A Radio Radio c'è un simpatico speaker notturno 
        italo-argentino, Mimmo Politanò, che conduce una bella trasmissione 
        introspettiva e pacata, dal titolo "Accarezzami l'anima". Il signor 
        Rossi, però, stasera non è proprio dell'umore adatto. Vuole notizie. E 
        si affida a Mamma Rai.  
        A Radiodue, 
        stanotte, di parla di alimentazione. Ma non di quella delle centrali, 
        come sarebbe lecito aspettarsi. Temi del giorno sono il cioccolato e le 
        melanzane, gli arrosti farciti e il gelato artigianale. In studio, 
        insieme ad una conduttrice anonima e particolarmente molesta, data l'ora 
        tarda, c'è un sedicente esperto del settore che in un paio di minuti 
        riesce ad auto-qualificarsi come "il medico delle miss" e "il medico 
        della nazionale italiana di hockey su rotelle". Il signor Rossi conosce 
        solo l'hockey su prato, quello su pista e quello sul ghiaccio. E così 
        pensa a qualche disciplina estrema per disabili in cerca di emozioni 
        forti.  
        Il signor 
        Rossi attende con pazienza il giornale-radio, per saperne di più sul 
        lungo black-out che - ormai ne è convinto - ha colpito tutta Roma. La 
        trasmissione della Rai, che prevede anche la consueta chiacchierata 
        telefonica con gli ascoltatori, viene presto assediata da cittadini di 
        tutta Italia che comunicano di essere rimasti al buio. Il signor Rossi è 
        sbigottito. Chiamano da Torino, Messina, Milano e Ancona. Chiamano dalle 
        automobili sulla Salerno-Reggio Calabria e sul Raccordo Anulare. 
        Chiamano Mamma Rai soprattutto per chiedere notizie, spiegazioni, 
        addirittura rassicurazioni. Qualcuno paventa l'incubo-terrorismo, 
        qualcuno se la prende con il governo, qualcuno maledice i Verdi, 
        qualcuno chiede a gran voce il ritorno del nucleare. Tutta Italia è 
        stata colpita dal black-out, non soltanto Roma. E Radio Rai è una delle 
        poche emittenti in grado di trasmettere, grazie ai suoi potenti gruppi 
        elettrogeni.  
        
        L'anonima 
        conduttrice si trova di fronte all'occasione della vita. Senza 
        elettricità, è improvvisamente scomparsa qualsiasi forma di concorrenza 
        mediatica: dalla televisione a Internet. Soltanto la radio, figlia di 
        una tecnologia antica, è ancora in grado di comunicare sul territorio. E 
        soltanto Radio Rai può farlo a livello nazionale. Ma non c'è niente da 
        fare. Schiava della "scaletta", l'anonima conduttrice continua a parlare 
        di abbacchio e tiramisù, invitando gli ascoltatori a 
        smetterla-di-rompere-con-questo-black-out-di-cui-non-frega-niente-a-nessuno. 
        Per una ventina di minuti, riesce addirittura a smentire che Roma sia 
        una delle località colpite dall'emergenza. Il suo computer è acceso, 
        l'abat-jour pure, ergo l'energia elettrica ancora c'è. Un sillogismo che 
        non fa una piega. Poi qualcuno la rende partecipe dell'esistenza dei 
        gruppi elettrogeni e lei si arrende: c'è un black-out in tutta Italia, 
        perfino a Roma. Non che, naturalmente, questo riesca a provocarle una 
        qualsiasi forma di presa di coscienza. La signorina continua a blaterare 
        di sushi e cozze, eccitatissima dal grande numero di telefonate che sta 
        ricevendo (e che evidentemente non aveva mai ricevuto) ma anche assai 
        seccata dall'insistenza con cui tutti i radioascoltatori pretendono di 
        sapere cosa sta accadendo.  
        
        Il signor 
        Rossi, sbuffando, gira ancora la manopola della sua radiolina. In quel 
        preciso istante Mimmo Politanò, a Radio Radio, con il suo "Accarezzami 
        l'anima", aveva capito la situazione. E faceva del suo meglio per 
        svolgere un servizio pubblico per i cittadini romani. Nello stesso 
        istante, il signor Rossi ha deciso: la prossima volta, il canone lo 
        pagherà a Mimmo. 
              29 settembre 2003
              
 mancia@ideazione.com
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