| Cucina. Tartufo, che passione! di Maria Luisa Gualtieri
 
 Il dizionario recita: “Tartufo, fungo sotterraneo della classe 
				ascomiceti, famiglia tuberacea”. Che tragedia, detto così non 
				attrae! E invece… aldilà dello scherzo, come non apprezzare il 
				suo profumo, che è un irripetibile bouquet di fungo, di aglio, 
				di bosco, di amaro, di piccante. Al prelibato sapore, il tartufo 
				aggiunge l’altrettanto stuzzicante aroma, che i buongustai si 
				ostinano a chiamare profumo. Ma il tartufo conosce quest’anno 
				un’impennata nel prezzo, di solito già inattingibile per molti. 
				E’ una delle annate più povere, complice la carenza di piogge e 
				il caldo eccessivo: l’estate calda e secca non è congeniale al 
				tartufo. Ed ecco che la magra produzione ha fatto lievitare i 
				prezzi.
 
 Ne parliamo dopo le feste natalizie, perché se siete 
				irriducibili “pazzi” del tartufo, potrete sperare di avere ad un 
				prezzo più ragionevole l’esubero di Natale. Naturalmente, sapete 
				già che il tartufo, se cotto, perde in sapore e finezza. Perciò 
				lo utilizzerete facendolo cadere crudo a fettine sottilissime su 
				un piatto di agnolotti al burro fuso e parmigiano; oppure in 
				abbondanti fettine su un risotto anch’esso al burro e 
				parmigiano; o su un piatto di taglierini di pasta fresca conditi 
				con burro fuso, pepe e profumo di noce moscata.
 
 Ricordate poi che una delle più semplici e gustose utilizzazioni 
				del tartufo bianco, caratteristico delle Langhe e del Roero, è 
				quello di arricchire una frittata di uova, parmigiano, sale e 
				pepe. Col tartufo la frittata acquisterà un gusto e un sapore 
				particolare.
 
 16 gennaio 2004
 
 mlgualtieri@hotmail.com
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