| Cucina. La regina di tutti i legumi di Maria Luisa Gualtieri
 
 Piatto pitagorico per eccellenza, è la più semplice delle pietanze 
              pugliesi: fave e cicoria. I vecchi testi dicono che le fave andrebbero 
              preparate con acqua piovana, cotte sul fuoco di legna, in 
              recipienti di creta che si chiamano pignatte. Siamo ancora 
              d’accordo sui recipienti di creta, quanto all’uso dell’acqua 
              piovana oggi è un po’ come scoraggiare chiunque dal preparare 
              questa gustosa pietanza che è veramente un piatto clamoroso. Pasto 
              contadino innanzi tutto, si è guadagnato, meritoriamente, un posto 
              d’onore anche nei ristoranti di lusso.
 
 Le fave sono quelle secche sgusciate, messe a bagno per una notte 
              e cotte con acqua e solo sale in una pentola di coccio 
              lentissimamente: non devono essere mai rimestate, perché 
              s’attaccano al fondo e a metà cottura vanno passate al 
              passaverdura per ridurle a purea. Si rimettono poi a cuocere fino 
              al momento di servirle insieme alle cicoriette di campagna 
              anch’esse cotte in acqua col solo sale.
 
 Ogni commensale, poi, prenderà nel suo piatto un po’ di sale e un 
              po’ di cicoriette e le condirà con olio d’oliva. Partendo da 
              questa ricetta si può sbizzarrire la fantasia dei ristoratori e 
              della padrona di casa: e qui è l’apoteosi. Sì, perché si servono 
              insieme alle fave e cicorie peperoncini verdi fritti; inalata di 
              cipolle barlettane affettate sottilissime e lasciate addolcire per 
              un’ora sotto un filo d’acqua di rubinetto; un’insalata di 
              pomodorini rossi, olive nere, capperi, peperoni sott’aceto, 
              origano, sale, olio e aceto. Qualcuno presenta a tavola anche una 
              coppa con del pane casereccio a pezzettini diseguali e fritto in 
              olio bollente. Ma così è solo per stomaci forti. Vedete bene che, 
              partendo dal pasto pitagorico più frugale e dietetico si può 
              arrivare ad elaborazioni ricche di odori e sapori.
 
 12 aprile 2002
 
 mlgualtieri@hotmail.com
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