| Un’avventura intellettuale 
 Il 2002 propone su Giuseppe Prezzolini due anniversari: venti anni 
              dalla morte (Lugano, 1982) e centoventi anni dalla nascita 
              (Perugia, 1882). Nato a Perugia, come lui stesso affermò, per caso 
              (il padre prefetto del Regno era alla guida del capoluogo umbro), 
              Prezzolini era un toscano, espressione dei sentimenti più antichi 
              e reconditi di questa cultura. Non a caso diventerà il più famoso 
              biografo di Machiavelli e un fine conoscitore di Dante. Le origini 
              toscane non difettano, però, una radicata e controversa 
              italianità. Il padre era un prefetto legatissimo a Crispi e il 
              miglior amico di famiglia fu Giosuè Carducci. La sovrapposizione 
              della biografia intellettuale con la centenaria vicenda umana è 
              quantomai necessaria per comprenderne a fondo la figura di 
              straordinario intellettuale. Non si comprenderebbero, infatti, la 
              varietà e l’unicità del suo percorso senza tener conto della lunga 
              vita e delle molteplici esperienze. Prezzolini non frequenta un 
              corso regolare di studi, non conseguirà neanche la maturità, ma 
              legge e studia voracemente. Giovanni Papini, che lui stesso 
              definirà come la “mia università” lo guida nei primi percorsi 
              filosofici. In particolare la scoperta di Henry Bergson e William 
              James. Di qui nascono le prime opere: Vita intima (Tipografia 
              Spinelli, 1903) e Il linguaggio come causa d’errore (Tipografia 
              Spinelli, 1904) notate positivamente da Benedetto Croce. Dello 
              stesso periodo (Lumachi, 1907) è L’arte di persuadere e Il sarto 
              spirituale (Lumachi, 1907). Sotto l’ispirazione crociana 
              Prezzolini si occupa del modernismo e degli scrittori mistici 
              tedeschi, e pubblica: Il Cattolicismo rosso: studio sul presente 
              movimento di riforma del cattolicismo (Ricciardi, 1908) e Studi e 
              capricci sui mistici tedeschi (Quattrini, 1912).
 
 Nel 1903, insieme a Papini, vara il Leonardo, la prima delle 
              riviste delle avanguardie pubblicata da Attilio Valleccchi e, allo 
              stesso tempo, collabora a il Regno di Enrico Corradini. Nel 1908 
              nasce il settimanale La Voce, un’iniziativa che lo connoterà per 
              tutta la vita, quella che Malaparte definirà la “serra calda del 
              fascismo e dell’antifascismo”, capace di raccogliere e tenere 
              insieme i nomi più importanti della cultura dell’epoca. Negli anni 
              Dieci, Giuseppe Prezzolini codifica il retroterra ideologico di 
              quel nazionalismo che sfocerà nell’interventismo. Scrive, infatti, 
              con Papini Vecchio e nuovo nazionalismo e La coltura italiana 
              (1906). Mettendo insieme profili in parte già scritti altrove, 
              pubblica: Quattro scoperte: Croce, Papini, Mussolini, Amendola 
              (1912, ristampato dalle Edizioni di Storia e Letteratura). Diventa 
              amico di Benito Mussolini, di cui è il primo editore. Nel 1915 
              partecipa con valore, da ufficiale, alla Prima guerra mondiale e 
              nel primo dopoguerra è giornalista al Popolo d’Italia. Dopo 
              l’avvento del fascismo, al quale aveva indirettamente contribuito 
              e dal quale avrebbe potuto ottenere posizioni di potere, va via 
              dall’Italia. La sua prima tappa è in Francia, dove assume 
              l’incarico di responsabile delle pubbliche relazioni presso 
              l’ufficio cultura della Società per le Nazioni, vi resterà per sei 
              anni. A Parigi scrive uno dei suoi libri più importanti, Vita di 
              Nicolò Machiavelli fiorentino (Mondadori, 1927), che avrà fino ai 
              nostri giorni ben otto ristampe. In precedenza aveva scritto in 
              francese un saggio Le fascisme sul movimento mussoliniano.
 
 Nel 1929 Prezzolini si stabilisce negli Stati Uniti, a New York, 
              dove era stato per la prima volta nel 1923, vi resterà per ben 
              trentadue anni, il periodo più lungo della sua vita. Nel 1940 
              diventa cittadino americano, a oltre sessant’anni, pensionato 
              dalla carriera di docente universitario alla Columbia University, 
              inizia a fare il corrispondente dagli States per importanti 
              quotidiani italiani (prima il Tempo, poi Il Resto del Carlino e La 
              Nazione). Gli articoli americani verranno raccolti in due libri: 
              America in pantofole (Vallecchi, 1950; ripubblicato nel 2002, 
              sempre da Vallecchi, con una prefazione di Sergio Romano) e 
              America con gli stivali (Vallecchi, 1953). Sempre negli Usa 
              vengono scritti: I trapiantati (Longanesi, 1963), Machiavelli 
              anticristo (Casini, 1954), Il tempo della Voce 
              (Longanesi-Vallecchi, 1960). In questi stessi anni, casualmente, 
              su richiesta di Leo Longanesi, nasce uno dei libri che ne segnala 
              le capacità di grande prosatore: L’Italiano inutile (Longanesi, 
              1954). Infine, un bizzarro quanto fortunato libro, Spaghetti 
              Dinner (Abelard-Shuman, 1955), sulle origini storiche della pasta, 
              tradotto in italiano: Maccheroni & C. (l’ultima edizione è di 
              Rusconi del 1988).
 
 E’ distante dall’Italia, ma famoso come scrittore. Nel 1962, a 
              ottant’anni, alla morte della prima moglie, decide di rientrare in 
              patria per andare a vivere a Vietri sul Mare, in provincia di 
              Salerno. Vi resterà sei anni, per poi concludere la sua lunga vita 
              a Lugano, in Svizzera. Lo scorrere degli anni ne ha 
              progressivamente aumentato la fama e soprattutto il rispetto per 
              un uomo davvero libero. La produzione prezzoliniana è sterminata. 
              Molti suoi libri sono stati, da lui stesso, rimaneggiati, 
              ampliati, modificati. Il filo della sua vita è, però, soprattutto 
              nei tre volumi del Diario, 1900-1941, 1942-1968, 1968-1982, tutti 
              editi da Rusconi. Mentre, il pensiero politico è soprattutto ne Il 
              Manifesto dei conservatori (Rusconi, 1972), ne L’intervista sulla 
              Destra, realizzata da Claudio Quarantotto in varie edizioni, la 
              prima delle quali è per le Edizioni del Borghese, nell’Ideario 
              (Edizioni del Borghese, 1967) e L’Italia finisce: ecco ciò che 
              resta (Longanesi, 1952), anche questo pubblicato più volte da 
              diversi editori. Il suo intreccio di relazioni con molti 
              protagonisti della cultura italiana e mondiale del Novecento hanno 
              fatto accumulare preziosi carteggi, gran parte già pubblicati. In 
              particolare sono stati stampati, quasi tutti dalle Edizioni Storia 
              e Letteratura, quelli con Ardengo Soffici, Alberto Moravia, Aldo 
              Palazzeschi, Benedetto Croce, Alessandro Casati, Mario Missiroli, 
              Piero Marrucchi, Roberto Assaggioli, don Giuseppe De Luca, 
              Giovanni Abbo e suor Margherita Marchione. Alcuni rapporti sono 
              stati scandagliati in opere autonome: Gobetti e La Voce (Sansoni, 
              1971), Amendola e La Voce (Sansoni, 1973), Mussolini e La Voce, a 
              cura di Emilio Gentile (Sansoni, 1976). Mentre l’esperienza de La 
              Voce è stata riassunta da Prezzolini in La Voce (1908-1913). 
              Cronaca, antologia e fortuna di una rivista (Rusconi, 1974).
 
 Altrettanto vasta è la produzione delle opere su Giuseppe 
              Prezzolini, su cui si sono esercitati molti studiosi. In 
              particolare, è bene ricordare: Margherita Marchione, Prezzolini un 
              secolo di attività. Lettere inedite e bibliografia di tutte le 
              opere compilata da Francesca Pino Pongolini (1982); Marina 
              Campanile, La tentazione di Dio: un intellettuale e la libertà 
              (Guida, 1988); Emilio Gentile, La Voce e l’età giolittiana (Pan, 
              1972); Stenio Solinas, Prezzolini: testimone scomodo (Volpe, 
              1977); Anacleto Verrecchia, Giuseppe Prezzolini: l’eretico dello 
              spirito italiano (1995); Luigi Iannone, Giuseppe Prezzolini: un 
              italiano politicamente scorretto (De Frede, 2001); Roberto Salek, 
              Giuseppe Prezzolini (Le Lettere, 2002). Nel volume: Giuseppe 
              Prezzolini: ricordi saggi e testimonianze, invece, sono raccolti 
              numerosi scritti di autorevoli esponenti della cultura compilati 
              in occasione del suo centenario (Edizioni Storia e Letteratura, 
              2002).
 
 11 ottobre 2002
 
 (da Ideazione 4-2002, maggio-giugno)
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