| Una memoria per mille bandiere di Giuliano Urbani
 
 Si è scritto in passato che l’Italia e i suoi cittadini mancavano 
              di un’autentica memoria nazionale. I motivi sono vari e trovano 
              origine nella storia recente, matrice di memorie divise. Il 
              progetto del Vittoriano a Roma, rappresenta un segnale importante 
              che il Paese è oramai capace di riconoscersi per intero nel 
              proprio passato, nelle sue ombre come nelle sue luci, ed intende 
              fare di questa memoria la premessa di una ritrovata e rinnovata 
              identità. La creazione del Museo della Patria risponde al 
              sentimento, molto avvertito oggi nel Paese, di affermare con 
              maggiore consapevolezza le ragioni, prima di tutto culturali, 
              della nostra nazione. La parola patria soprattutto negli ultimi 
              decenni in Italia, ha avuto un’accezione di declino, che rimandava 
              sì a un forte senso di orgoglio nazionale, ma tale da isolare 
              rispetto al resto del mondo. Invece viviamo un’epoca in cui 
              dobbiamo convivere con gli altri e quindi una parola che tende a 
              descrivere un isolamento è diventata una parola meno condivisa.
 
 Negli ultimi tempi invece si sta riscoprendo il giusto senso del 
              termine patria, anche per il grande impulso dato del presidente 
              Ciampi. Anche l’Italia avrà, dunque, un luogo dove tutti i 
              cittadini e soprattutto i giovani potranno misurare le tappe dello 
              sviluppo sociale, economico e politico che hanno contraddistinto 
              la storia italiana. Il museo sarà l’incrocio dei contributi 
              garantiti dalla rete dei tanti musei del Risorgimento e della 
              civiltà italiana sparsi nel territorio nazionale. Si partirà dal 
              museo delle bandiere del Vittoriano, però andremo, oltre: 
              mostreremo gonfaloni, stendardi di tutte le realtà autonome dotate 
              di sovranità nei secoli: comuni, signorie, principati fino agli 
              Stati pre-unitari. In sostanza, considerando l’unificazione 
              statuale del 1861 come il compimento di processi storici nelle 
              cento città e sotto le mille bandiere. Abbiamo il diritto e il 
              dovere di ricordare cosa vuol dire Italia, cioè una civiltà. Chi è 
              attaccato alle proprie radici individuerà se stesso come parte di 
              una comune cultura e di un comune “punto di vista”.
 
 La ricerca di forme espressive che trasmettano, in maniera 
              spettacolare e comprensibile, ad un pubblico universale sentimenti 
              di orgoglio nazionale e valori fondanti dell’Unità d’Italia, ci ha 
              convinto a prevedere nel percorso del Vittoriano la presenza di 
              un’importante area dedicata al virtuale, che si aggiunge al Museo 
              del Risorgimento e al Sacrario delle Bandiere. Abbiamo affidato 
              questo compito al premio oscar Carlo Rambaldi, che è una figura 
              emblematica perchè rappresenta un italiano che ha avuto un grande 
              successo all’estero e vuole fare qualcosa per il proprio Paese. 
              Qualcuno storce il naso perché si corre il rischio di una 
              spettacolarizzazione della storia e della cultura. Io credo che il 
              virtuale non uccide il museo, ma, invece, consente di ampliare gli 
              approfondimenti e di aumentare i pubblici differenziando 
              l’offerta. Gli esperimenti in questo campo si moltiplicheranno e 
              proprio il museo della patria, con la sua natura, tra l’altro, di 
              polo di coordinamento e valorizzazione delle memorie locali, 
              rappresenterà il miglior esempio dell’applicazione di queste 
              tecnologie d’avanguardia.
 
 Ho istituito una commissione per i musei e l’arte virtuale 
              essenziale a dare un forte impulso all’applicazione della 
              multimedialità nei nostri musei. Il virtuale è uno degli strumenti 
              più efficaci per valorizzare il nostro immenso patrimonio 
              culturale. Certo, si deve ancora fare molto sotto il profilo dei 
              contenuti e della sintesi storica, perché il Vittoriano risponda 
              agli obiettivi enunciati. Non posso però nascondere agli amici di 
              Ideazione che ho provato veramente una sensazione di orgoglio e di 
              commozione, quando con il presidente Ciampi abbiamo riaperto le 
              sale del Vittoriano, iniziando così il lungo cammino che ci 
              porterà a celebrare nel 2011 i 150 anni dello Stato italiano. Per 
              quella data sarà pronto il nuovo museo, che guarderà non solo al 
              Risorgimento, ma anche al dopo, illustrando ogni aspetto della 
              nostra storia unitaria come parte dello sviluppo complessivo di un 
              intero popolo.
 
 29 ottobre 2002
 
 (da Ideazione 4-2002, luglio-agosto)
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