| Libri. Nord-Africa, islam e identità nazionali di Giuseppe Mancini
 
 La formazione dello Stato-nazione, il nazionalismo, l'identità 
              nazionale sono alcuni tra i temi maggiormente dibattuti nel corso 
              degli ultimissimi anni. Soprattutto da quando, dopo la 
              disintegrazione dell'Unione sovietica, l'aspirazione 
              all'indipendenza politica delle nazioni prima sottomessa e il 
              discorso identitario (di matrice anche culturale e religiosa) 
              prima soffocato sono tornati con prepotenza sulla scena 
              internazionale. La ricerca politologica, in primo luogo 
              internazionalistica, ha allora provato a capire perché i fenomeni 
              nazionalistici - nati alla fine del Settecento, pienamente 
              sviluppatisi nel secolo successivo, parzialmente degenerati nella 
              prima metà del Novecento e apparentemente soppiantati dal 
              regionalismo, dal mondialismo e dalla globalizzazione - abbiano 
              riconquistato in brevissimo tempo un'importanza strategica nelle 
              dinamiche internazionali. Il dilemma di fondo è: sono le nazioni 
              dei gruppi sociali (e attori politici) reali, fondati sui legami 
              di sangue e su pratiche culturali condivise da tempo immemorabili 
              (lingua, tradizioni), come sostengono i "primordialisti"? Oppure 
              sono delle costruzioni artificiose e recenti della modernità, 
              fondate su idee mobilizzatrici fornite dalle élites culturali e 
              politiche, come sostengono i "costruttivisti" (o "modernisti")?
 
 In questo serrato confronto tra paradigmi contrapposti, in cui 
              però i costruttivisti sembrano aver ormai preso il sopravvento, 
              Karim Mezran si inserisce con originale intuito e perfetta 
              padronanza delle varianti teoriche. La sua tesi è un raffinamento, 
              un'evoluzione ambiziosa degli approcci più sofisticati e 
              convincenti: la solidità degli stati-nazione dipende dalle 
              modalità con cui l'identità collettiva che è alla base di questi 
              progetti nazionali è stata negoziata. Per ogni singolo Stato, 
              l'idea di appartenenza nazionale che ne costituisce la base è il 
              frutto dell'interazione tra le élites sociali, politiche, 
              culturali ed economiche. Se questo processo porta all'adozione di 
              un progetto identitario condiviso, in cui tutte le componenti 
              presenti all'interno della comunità statuale possano riconoscersi, 
              le istituzioni saranno solide e potranno lavorare senza scosse per 
              il perseguimento del benessere collettivo; se invece a prevalere 
              sarà il progetto di una sola o di poche componenti, la 
              marginalizzazione di tutte le altre élites si trasformerà prima o 
              poi in aperta conflittualità e determinerà il fallimento dello 
              Stato in questione.
 
 Questi negoziati avvengono nei momenti cruciali dell'esistenza di 
              una collettività politica, quando si registra un passaggio, una 
              transizione da una fase istituzionale ad un'altra - come avviene 
              nel caso dei processi di decolonizzazione o di frammentazione di 
              entità imperiali o comunque multinazionali. Mezran, allora, 
              ricostruisce le fasi di negoziazione identitaria tra le élites 
              durante la decolonizzazione di quattro paesi nordafricani - 
              Marocco, Libia, Tunisia, Algeria - e attraverso l'analisi anche 
              della stampa locale (oltre che di interviste con alcuni dei leader 
              politici direttamente coinvolti) mostra come la sua tesi trovi 
              riscontro nella realtà empirica. Infatti, da un lato abbiamo 
              l'esempio positivo del Marocco, uno stato stabile e avviato verso 
              la modernità, dove grazie al ruolo di mediazione da parte della 
              casa regnante tutte le élites marocchine hanno partecipato 
              attivamente alla definizione dell'identità nazionale; dal lato 
              opposto l'Algeria, che solo con grande fatica sta uscendo da una 
              sanguinosa guerra civile lunga un decennio, in cui è prevalso un 
              progetto nazionale settario ed esclusivo. Mentre tra questi due 
              estremi si collocano i casi della Tunisia, in cui l'identità 
              islamica, sovrastata dalla visione laicista di Burghiba, sta 
              gradualmente riemergendo; e della Libia, in cui l'incapacità del 
              re Idris nel forgiare un'idea condivisa di nazione ha portato al 
              colpo di stato di Gheddafi. Lo studio di altri casi, diversi nel 
              tempo e nello spazio da quelli nord-africani della 
              decolonizzazione, daranno la conferma di come l'approccio 
              teorizzato da Mezran rappresenti un passo decisivo nella 
              comprensione dei fenomeni nazionalistici e offra elementi 
              indispensabili per valutare la solidità - o la probabile 
              implosione - delle entità statuali.
 
 8 novembre 2002
 
 giuse.mancini@libero.it
 
 Karim K. Mezran, Negotiating National Identities. The Case of the 
              Arab States of North Africa, Antonio Pellicani editore, 2002, € 
              20.
 
 
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