| Cucina. L'eros a tavola di Maria Luisa Gualtieri
 
 Un'altra magia del cibo, senz'altro la più intrigante, è quella
              di entrare come elemento determinante nei preamboli di un sano,
              normale corteggiamento d'amore. E' risaputo, infatti, che un buon
              metro della felicità di coppia è offerto dal rapporto che si
              instaura a casa, rapporto che dev'essere giocoso, creativo,
              moderatamente romantico e afrodisiaco quanto basta. Anche nella
              terminologia corrente cibo e affetto sono spesso accomunati: si
              dice infatti "mangiare di baci". Perciò associare Eros
              e tavola è consuetudine remota: fiumi d'inchiostro e chilometri
              di pellicola cinematografica  sono stati utilizzati nel tempo
              per esporre le molteplici fasi e le sfaccettature del
              fenomeno.
 
 Cominciò Eva che tentò Adamo con la mitica mela. E Cleopatra
              stupì e fece innamorare di sé il rude Marcantonio invitandolo in
              una cena in battello sul Nilo in un'atmosfera ricca di profumi
              inebrianti di lumiere che scendevano dal soffitto e ardevano da
              terra. E la bella Otero, fascinoso simbolo della Belle Epoque
              aveva i suoi incontri più memorabili nei ristoranti alla moda,
              dove amava farsi corteggiare da principi e seduttori
              internazionali.
 
 Ecco che per tutti la preparazione di un tête-à-tête sia dal
              punto di vista, come dire, scenografico che alimentare in senso
              proprio diventa dispositivo d'innesco, punto d'avvio di una
              "storia amorosa". Candele, incensi e tutto ciò che può
              creare un'atmosfera fatata diventino l'avvio di una serata
              speciale, raccolta e intima; giacché nell'essere umano
              l'insorgere dell'amore è legato a situazioni psicologiche e ambientali
              e a stimolazioni sensoriali assai complesse.
 
 Esistono poi sostanze che, una volta ingeriti, favoriscono la
              circolazione sanguigna: i cosiddetti afrodisiaci. Tra i più
              comuni ricordiamo: il timo, la cannella, il cardamomo, il
              coriandolo, lo zenzero, la noce moscata, lo zafferano, il sesamo e
              la mandragola, pianta afrodisiaca per eccellenza, nome che in
              ebraico significa appunto "frutto dell'amore". Un'antica
              ricetta cantata da Omero, e di cui si servì anche la Maga Circe,
              è quella del "ciceone". Si tratta di una vivanda a base
              di farina d'orzo, formaggio grattugiato, miele e vino, mescolati e
              insaporiti con spezie varie. L'effetto afrodisiaco, stando ad
              Omero, è indiscutibile. Gli ingredienti, semplici e genuini, ci
              spingono a sperimentarla senza alcun timore.
 
 6 giugno 2003
 
 mlgualtieri@hotmail.com
  
              
              
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