Ne ho
sentite di tutti i colori, riguardo al modo in cui si guida in
Germania. C’è chi apprezza il rispetto quasi maniacale delle regole
e chi, al contrario, trova l’esperienza stressante per una certa
mancanza di flessibilità. Conosco persone che, viaggiando
dall’Olanda all’Italia, preferiscono percorrere le autostrade
francesi, perché quelle tedesche sono piene di Tir e gli
automobilisti pigiano il piede sull’acceleratore lampeggiando come
forsennati sulla corsia di sorpasso. E altri che fanno esattamente
l’opposto e si tuffano gaudenti nelle
Autobahnen tedesche perché trovano irresistibile guidare per
centinaia di chilometri senza dover lasciare l’obolo al casellante.
In Germania, almeno finora, le autostrade sono gratuite.
Ad
ogni modo, le precauzioni in autostrada sono veramente
minime, a parte l’attenzione per il cartello “Ausfahrt” che
indica qualsiasi svincolo di uscita, mentre per sapere se
l’uscita è anche quella giusta meglio fare attenzione ai
cartelli qualche metro prima. Poi è troppo tardi. Ad ogni
modo, le indicazioni stradali sono ottime e abbondanti. E
anche quel sottile timore che prende l’automobilista
italiano di fronte al numero apparentemente infinito di
autostrade (e quindi di incroci, svincoli, intersezioni)
passa velocemente quando si scopre che l’ingorgo provocato
da qualche incidente sul tragitto che state percorrendo può
essere facilmente aggirato smarcando sull’autostrada
parallela. E’ molto buona anche la viabilità secondaria e
qualche volta è una buona scelta abbandonare l’autostrada
per godersi il paesaggio. Se accendete l’autoradio, non
fatevi impressionare dalle trasmissioni sul traffico, tipo
la nostra Onda Verde. Sembra un bollettino di guerra, ma non
è mai così tragico come vogliono far credere, a meno che non
vi troviate dalle 16 alle 19 dalle parti di Francoforte sul
Meno. Allora fatevene una ragione, è peggio che da noi
sull’Autosole, fra le famose Roncobilaccio e Barberino del
Mugello.
Una
delle particolarità delle autostrade tedesche è la presenza
quasi quotidiana di pazzi che viaggiano nel senso contrario
di carreggiata. O almeno così dicono per radio: sembrerebbe
una specialità nazionale. A me non è mai capitato di vederli
e comincio a credere che sia una forma di terrorismo
psicologico della sicurezza per obbligare i guidatori ad
andare piano. Tuttavia, dovesse esser vero, la colpa è
certamente dell’assenza dei caselli e forse della presenza
degli alcolici. Mi raccomando: non bevete. I controlli sono
frequenti, in autostrada e nelle città, e l’infrazione è
giudicata severamente. In caso di necessità, la nostra Aci
si chiama Adac ed è efficientissima.
Ma è
quando entrate nei centri urbani che si possono presentare i
problemi. Il traffico è generalmente scorrevole, anche nelle
grandi città. E’ il vantaggio di ottimi mezzi di trasporto
pubblico, che allentano la pressione sulle strade. Lo
svantaggio è che tutti corrono con decisione, con l’unico
freno del limite di velocità. In città è di 50 chilometri
all’ora ma molte aree residenziali obbligano ai 30:
rispettateli, vi conviene. Ad ogni modo c’è una sola regola
aurea per noi italiani: non guidate secondo la situazione
del traffico ma secondo le regole. Non distraetevi cercando
di capire se il guidatore alla vostra sinistra vi lascia
spazio o se quello alla vostra destra si attarda. Non serve
e manderete tutti nel pallone. Ripassatevi l’abc dell’esame
per la patente di guida e guidate secondo quelle regole.
Seguite le strisce per terra, anche quando obbligano a
pieghe a destra e sinistra che non capite. Appunto, non
cercate di capire, soprattutto gli altri. Concentratevi su
voi stessi, sulla vostra strada, sulle vostre strisce, sul
vostro semaforo e sui vostri limiti di velocità. E andrà
tutto bene.
Siccome non andrà tutto bene, aspettatevi qualche lezione di
guida dagli altri automobilisti premurosi. Lo fanno per il
vostro bene e vi spiegheranno in tedesco dove avete
sbagliato e cosa avreste dovuto fare. Dunque, sorridete e
tirate dritto. Vi inseguiranno, compiendo a loro volta una
serie innumerevole di infrazioni. E vi raggiungeranno,
affiancando la vostra auto preferibilmente da sinistra. Ma
non vorranno mandarvi a quel paese, né farvi il gesto
dell’ombrello o le corna o mostrarvi il dito medio. Vorranno
solo spiegarvi quello che avreste dovuto fare. Fa parte del
carattere pedagogico dei tedeschi.
Ultimi
due suggerimenti. Primo. Attenti alle corsie preferenziali
delle bici (questo vale anche quando siete a piedi): i
ciclisti hanno la precedenza su tutto, ormai credo anche
sulle ambulanze, sulla polizia e sui pompieri. Secondo. I
semafori: considerate il giallo come il rosso, quando scatta
frenate e bloccatevi all’incrocio. Anche perché il giallo
ritorna con il rosso per avvertirvi che sta per scattare il
verde: in quel momento i tedeschi già premono il gas, per
cui è il caso che con il giallo vi fermiate, evitando
l’italica corsa all’attraversamento nell’ultimo secondo. Ah,
c’è un terzo suggerimento: le strisce pedonali funzionano.
Quando vedete i passanti che le attraversano, evitate di
stenderli. Fuori dall’Italia si usa così.
Per scrivere ad Alexanderplatz: pmennitti@hotmail.com
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