Cosa
c'è davvero dietro l'Opus Dei
di Alessandro Gisotti
Ideazione
di settembre-ottobre 2006
Opus
Dei
John L. Allen
Newton
Compton, Roma, 2006
pp. 363, € 14,90
Se
avete letto il Codice da Vinci, dimenticate tutto ciò che il fantasioso
Dan Brown vi ha raccontato sull’Opus Dei ed immergetevi nella lettura
del libro-inchiesta sull’Opera, scritto dal vaticanista John L.
Allen. Un lavoro certosino arricchito da interviste con decine di esponenti
opusdeisti così come con numerosi ex membri dell’Opus Dei.
Ne esce fuori un ritratto a tutto tondo di una realtà della Chiesa
cattolica, oggetto di pregiudizi e leggende nere che questo volume riesce
a sfatare in modo convincente. E, tuttavia, Allen non sottace gli aspetti,
come l’eccessiva riservatezza dei suoi membri che, specie in passato,
hanno favorito il nascere di quei miti sui quali hanno costruito la propria
fortuna romanzieri come Dan Brown.
Il volume si apre con un’analisi della carismatica figura del fondatore
dell’Opus Dei, san Josemaría Escrivá de Balaguer (beatificato
nel 1992 e canonizzato dieci anni dopo da Giovanni Paolo II). Il vaticanista
della cnn mette in luce la novità, per la Chiesa, rappresentata
dalla nascita dell’Opus Dei, nel 1928. Un’associazione di
religiosi e laici (dal 1982, Prelatura personale del Papa) fondata su
ideali forti quali la santificazione del lavoro e l’essere contemplativi
in mezzo al mondo. Rivoluzionaria era, in particolare, l’affermazione
che Dio chiama tutti alla santità, fedeli laici in primis. Sono
proprio i laici ad assumere un ruolo determinante nell’Opera di
San Josemaria, anticipando di quarant’anni le dichiarazioni del
Concilio Vaticano II sul contributo del laicato alla vita ecclesiale.
Quando oggi si parla con superficialità dell’Opus Dei nei
termini di un’organizzazione reazionaria, bisognerebbe tener presente
che, per molti anni, l’Opera è stata ritenuta una realtà
progressista all’interno della Chiesa per il ruolo assegnato a chi
non indossa l’abito talare. Che dire poi del presunto filofranchismo
del fondatore? Certo ci sono stati ministri di Francisco Franco che facevano
parte dell’Opus Dei, ma ciò vale anche per alcune figure
dell’opposizione. Come non ricordare, inoltre, che l’unico
vescovo spagnolo incarcerato dal caudillo sia stato il giovane Julian
Herranz, oggi porporato, che aveva preso parte ad una manifestazione di
protesta contro il regime franchista? Allen passa in rassegna tutti quei
temi sensibili nella percezione che la gente, cattolici e non, ha dell’Opus
Dei. Il risultato è, per certi versi, sorprendente. Le pratiche
di mortificazione corporale (uno degli argomenti chiave del Codice da
Vinci contro l’Opus Dei) non sono affatto esclusive dell’Opera.
Il cilicio (una fettuccia di cuoio ruvido che si stringe alla coscia)
non è prerogativa dei membri dell’Opus Dei: ne hanno fatto
uso Paolo VI e santi come Madre Teresa e Padre Pio. Si ritiene comunemente
che l’Opera sia esageratamente ricca. Qui, la ricerca del giornalista
americano è molto accurata: in tutto il mondo, il valore totale
dei beni della Prelatura ammonta a 2,8 miliardi di dollari. I vescovi
americani valutano le rendite della Chiesa cattolica negli usa a 102 miliardi
di dollari.
In termini di ricchezza, quindi, l’Opera non supera una diocesi
americana di medio livello. Molti pensano che l’Opus Dei stia “assumendo
il controllo” della Chiesa. Ebbene su 4000 vescovi cattolici nel
mondo, solo 41 sono opusdeisti (lo 0,9 per cento). Solo due i cardinali,
Herranz e Cipriani. D’altronde i membri dell’Opera di sant’Escrivá
sono in tutto 85mila, lo 0,008 per cento della popolazione cattolica mondiale.
Da notare, poi, che il 55 per cento degli affiliati sono donne. Dato,
questo, che risponde a quanti vedono un alto tasso di misoginia presente
nel Dna dell’Opus Dei. Numerose critiche all’Opera vengono
da ex membri che accusano i superiori di averli manipolati per costringerli
a prendere e poi mantenere un impegno con la Prelatura. Molti però
si limitano a denunciare un eccesso di zelo nell’uso del discernimento
da parte dei responsabili spirituali dell’Opera. Certo, il cammino
indicato dall’Opus Dei non è facile, la santità, come
da ultimo ci ha insegnato Karol Wojtyla, non è merce che si acquista
a buon mercato.
D’altro canto, è lo stesso John Allen a indicare come, negli
ultimi anni, l’Opus Dei stia maturando, favorendo un clima interno
più aperto, senza venir meno al suo principio costitutivo, quel
radicamento in Cristo e nella Chiesa che è la sua forza. E che
dà fastidio a molti.
(c)
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