Tra
miracoli e devozione
di Carlo Stagnaro
Ideazione
di luglio-agosto 2006
La
Madonna si fa la strada
Riccardo Caniato
Ares,
Milano, 2005
pp. 456, € 15
Se
c’è qualcuno che coi miracoli ci va cauto è la Chiesa
Cattolica. Troppo facile cadere vittima di qualche scherzo, troppo rischioso
prendere abbagli. E allora meglio sacrificare un miracolo vero al rischio
di prenderne per buono uno farlocco. Eppure. Eppure ci sono casi in cui
la legittima e comprensibile cautela di un’Istituzione a cui due
millenni di storia hanno insegnato a muoversi coi piedi di piombo deve
cedere il passo a una devozione popolare più ampia e più
forte del parere di medici scienziati. Ci sono casi in cui gli scettici,
quelli che il miracolo è solo nella mente di chi vuol vederlo o
peggio è plagiato da preti satanassi, possono negare l’evidenza
solo chiudendo gli occhi. Facendosi ciechi pur di cancellare quello che
i sensi dicono.
È forse questo il caso delle ripetute manifestazioni con cui Maria
si è mostrata, a metà degli anni Novanta, nei dintorni di
Civitavecchia. È il 1995 quando una Madonnina di gesso proveniente
da Medjugorie lacrima sangue. E poi ancora. E poi ancora. E così
via per tredici volte, tra il 2 e il 6 febbraio, di fronte agli occhi
sempre più speranzosi e devoti di sempre più fedeli. E poi
ancora il 15, nelle mani del vescovo monsignor Girolamo Grillo. Ed è
l’anno successivo quando una seconda Madonnina, identica alla prima,
appartenente ai medesimi proprietari, trasuda un olio profumato, e ancora
e ancora, e nuovamente di fronte a testimoni. Non è l’occhio
del padrone che crea il miracolo: è il miracolo che fa breccia
nella normalità, sconvolgendo il tran-tran di una famiglia normale
e perbene, attirando televisioni e giornali e giornalisti e dubitatori
di professione. Oltre che persone semplici che non dubitano perché
hanno potuto vedere coi loro occhi, annusare col loro naso, toccare con
le loro mani.
Vicende misteriose, messaggi in controluce da parte di un Dio che ama
scrivere dritto su righe storte. Un Dio che tende la mano, ma pretende
che siamo noi a raggiungerlo. Vicende su cui ancora la Chiesa non si è
pronunciata ufficialmente, sebbene a livello diocesano ci si sia arresi
all’ovvio. Vicende, infine, che forniscono a Riccardo Caniato, uno
che gli occhi ama tenerli aperti e la penna la usa per descrivere ciò
che gli occhi hanno visto, l’occasione di raccontare quel ch’è
accaduto, raccogliere testimonianze, frugare documenti. Forniscono l’occasione,
o il pretesto? Sì, perché La Madonna si fa la strada non
si limita a raccontare le cose come sono andate. Si spinge ad azzardare
risposte alle domande sottese alle apparizioni, e lo fa sia in presa diretta,
sia attraverso contributi di chi queste vicende le ha vissute sulla pelle:
la famiglia Gregori, a cui le statuette appartengono, monsignor Grillo
e il Andrzej Maria Deskur, il cardinale (vicinissimo a Giovanni Paolo
II) che donò le Madonnine ai Gregori.
Perché, allora, la Madonna ha scelto di piangere sangue e trasudare
olio? Perché proprio lì, in quel momento? Dice Caniato:
«La Madonna piange il sangue di suo Figlio. La Madonna di Civitavecchia
è preoccupata per la famiglia, la Chiesa e il mondo, per ogni uomo
a cui guarda come un figlio. La Madonna di Civitavecchia ha anche messo
in guardia dai progetti di Satana che, in particolare, sembrerebbero accanirsi
sulla famiglia, Chiesa domestica, e il Papa, perno della Chiesa universale».
E allora lo sforzo di Maria vuol chiedere a chi ne è testimone,
e a chi dalla sincerità dei testimoni è contagiato, di farsi
veicolo dell’abbandono fiducioso nelle sue mani. Come una madre
tra le cui braccia il bimbo è sicuro, sa inconsapevolmente che
non sarà lasciato cadere, e cade solo se si divincola per mancanza
di fede. Piangendo e trasudando la Madonna chiede di annegare nel suo
amore e di travolgere il mondo con questo tsunami di scandalo, follia
e amore.
(c)
Ideazione.com (2006)
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