Il
coraggio di vincere l'assurdo
di Giuseppe Pennisi
Ideazione di gennaio-febbraio
2006
La
condizione assurda:
Albert Camus, il male e io
Luigi Fenizi
Bardi Editore, Roma, 2005
pp. 370, € 18
Con
questo volume si completa una trilogia, iniziata da Luigi Fenizi poco
più di dieci anni fa. Il primo saggio, in ordine di tempo, è
Il secolo crudele, un’originale rilettura del Novecento (e della
violenza di massa che lo ha caratterizzato) tramite una serie di dialoghi
immaginari tra lo stesso Fenizi e protagonisti (non necessariamente più
noti) del secolo che allora stava chiudendosi. Il secondo, Icaro è
caduto – Parabola storica dell’utopia moderna, è un’esplorazione
della valenza dell’utopia, pure politica, all’inizio del secolo
appena cominciato. Con La condizione assurda, Fenizi sviscera Camus, i
suoi lavori teorici, il suo teatro ed i suoi romanzi per individuarne
la sua attualità all’epoca che, singolarmente e come società,
stiamo vivendo. Fenizi è un consigliere parlamentare e saggista
di cultura politica (ha collaborato a Astrolabio, Tempo Presente, Nuovi
Studi Politici, Mondoperaio), la cui avventura umana è caratterizzata
dall’essere stato colto, in età ancora giovane, da una malattia
rarissima che lo ha paralizzato totalmente (impedendogli ogni movimento,
anche solo un cenno del volto, e bloccandogli quindi qualsiasi possibilità
di espressione) mentenendogli però intatte le facoltà intellettuali.
Nel libro racconta l’assurdo: essere torturato da una mosca, senza
poterla scacciare o chiamare aiuto.
Con grande coraggio, Fenizi è uscito da una condizione ancora più
assurda di chi è costretto in lunghi coma. Vive dal 1991 su una
sedia a rotella, ma lavora ed ha ripreso a scrivere grazie anche ad un
amico che ha passato con lui giornate e giornate a leggere grandi testi
sull’assurdità della violenza individuale e soprattutto di
massa (il male del Novecento).
Il libro è strumento di lavoro indispensabile per chi affronta
le tematiche dell’esistenzialismo non solo francese in quanto filosofia
portante del Novecento. È, però, soprattutto una chiave
interpretativa per i problemi, anche politici, del nostro tempo. Se grazie
alla disponibilità di mezzi di violenza di massa, l’uomo
e la storia diventano crudeli (argomento de Il secolo crudele) e la stessa
utopia si frantuma (Icaro è caduto), l’assurdità della
vita «da amare disperatamente» diventa la chiave per comprendere
la comunanza del destino, senza rassegnarsi alla storia. Una rassegnazione
che diventa il grimaldello per fondare su valori altamente etici e morali
la partecipazione alla polis.
(c)
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