«Non ho mai fatto il fattorino, non
ho mai fatto lavori manuali… Sono un borghese tipico»
«Io certe volte mi vesto così non
dico in senso polemico (anche un po’, però…), ma per un amore
conservativo delle vecchie cose […] Sta molto meglio quello col colletto
duro. Fisicamente sta meglio»
«Uno che tiene duro e rimane collet
monté anche quando viene la tragedia a me piace moltissimo. In questo
sono molto conservatore. In questo sono militarista»
«Complessivamente sono un
conservatore. Non è che sia pago del presente ma sono convinto che
l’umanità del Tremila non sarà per niente più felice»
«Per quello che conosco io il primo
grande contestatore è stato Gesù Cristo, e poi ci sono le morali di
carattere marxista, ma il marxismo non mi piace perché in pratica è una
morale basata sull’odio […] tant’è vero che la base di tutto quanto (la
rivoluzione loro…) è l’odio di classe […] Che senso ha una classe che
“odia”?... Perché un povero deve odiarmi? […] io personalmente come
borghese non ho il minimo rimorso»
«La stessa cosa della contestazione
globale mi sembra […] una cretineria bella e buona. Che significa? Se si
tratta di cambiare il mondo, […] non è necessario farsi crescere la
barba, posare da anarchici, invocare il nome di Mao o quello di Bakunin
[…]. Basterebbe una cosa piccolissima: scendere tutti in piazza e
mettersi a fare la rivoluzione sul serio. Ma chi la vorrebbe davvero,
oggi, la rivoluzione?»
«Io capisco che uno si tenga una
barbetta per non aver la noia – che è una grossa noia – di farsi la
barba tutte le mattine, ma questi barboni profetici, che hanno poi
l’aria di reprimere il vizio negli altri, di rimproverare loro una vita
immorale, no, io non li posso tollerare…»
«Tutti gli scrittori e gli artisti
nella loro vita, per lunga che sia, dicono ciascuno una cosa sola! Chi
con grande respiro, chi con esile fiato, ma sono sempre identici a se
stessi»
«Quando scrivo la mia massima
preoccupazione è di non rompere l’anima al lettore. Sono del parere di
Voltaire: qualsiasi genere letterario è ammissibile tranne il genere
noioso»
«Essere sinceri fino al punto da
toccare di se stessi quel quid che è comune a tutti gli uomini. È il
gran problema dell’arte. È tutto lì»
«Il fantastico deve sboccare su una
forma di realtà. Se no si spappola. Il fantastico che funziona
artisticamente è proprio quello che è rappresentato in una forma quanto
più possibile reale»
«La poesia prima di tutto è uno
sprigionamento di energie fisiche. Un uomo che sta veramente male non fa
nulla. Non ci credo. […] Leopardi, che era un uomo malaticcio,
soprattutto negli ultimi anni della sua vita […] io sono convinto che
quando faceva quelle belle poesie stava benissimo. […] È vita, la
poesia!»
«È chiaro che quei personaggi che
sono impavidi e duri di fronte alle avversità del destino, di doti
artistiche ce ne avranno ben poche, automaticamente…»
«Faccio un lavoro di giornalista,
cioè cerco di spiegare al pubblico certi fenomeni dell’arte moderna, e
m’illudo di riuscire a farlo molto meglio di tanti professori
d’Università e di storia dell’arte. Perché io so scrivere, mentre loro
non sanno scrivere. In italiano, s’intende...»
«I massimi piaceri che ho avuto li
ho avuti nella mia testa, non c’è ombra di dubbio… Intendo – sia ben
chiaro – senza nessun intervento sul mio corpo. Proprio così. Immobile»
«La mia teoria su Dio press’a poco
è questa: che Dio esiste in quanto l’abbiamo fatto noi. Il vitello d’oro
faceva dei miracoli, senza dubbio, ma perché c’erano centomila persone
che ci credevano»
«Credo che Dio esista in quanto
esiste l’uomo. L’uomo cioè che ha sentito il bisogno, il desiderio di
Dio e se lo è creato. Ma poi, col passare del tempo, il suo desiderio di
Dio si è affievolito, si è fatto sempre più debole. E ne è nato un vuoto
spaventoso che è la tragedia del mondo moderno»
«Non è che io creda in Dio o
nell’al di là… ma complessivamente sono un uomo cristiano».
«Ho effettivamente la nostalgia di
questa cosa che vorrei credere, e a cui non credo…»
«Non credo nel libero arbitrio […]
io credo che se uno sceglie tra due possibilità nella sua vita, una di
queste possibilità la sceglie perché non poteva far altro»
«Solo chi non mi conosce può
pensare che ho composto il Poema a fumetti per fare una cosa
stravagante, per mettermi in mostra e, perché no? Per aggiornarmi. Io
non ho bisogno di aggiornamenti»
«Ci può essere umorismo in una vita
tristissima…»
«Direi che la cosa che più mi
ossessiona è il tempo che passa e che divora. L’uomo non è mai pari al
tempo […]. Il tempo sempre lo macina e lo distrugge»
«Fate bene a insuperbirvi, o
giovanotti. Noi siamo ormai vecchi, da buttar via. Il mondo è già vostro
e voi intendete disporne a piacimento, avete tutte le ragioni. Dai
nostri funerali rincaserete con un appetito formidabile, pieni di
vitalità e di progetti. Alla sera, coricandovi, sentirete un doloretto a
destra dello stomaco, per ora una cosa da nulla».
«Ero già vecchio… avevo già
diciott’anni»
«A me fanno pena quelli che muoiono
senza eredi di nessun genere. È terribile se non c’è nessuno che si
rallegri della nostra morte, ma c’è solo gente che piange»
«L’idea di morire – fatta a freddo
– adesso mi spaventa meno di una volta, perché credo di essere un po’
più ragionevole. Adesso mi fa paura il dolore e l’umiliazione»
«Ci sono delle cose che mi sembrano
fatte anche abbastanza bene, perché un certo mestiere ovviamente me lo
sono fatto, ma in fondo è una prestazione, come l’attore che fa un
virtuosismo, una sera…»
«Epicuro disse: “eccomi giunto
all’ultimo e più felice giorno della mia vita…”. Uno che dice così,
evidentemente, è un essere superiore…»
«Sarò bestia ma per mio conto
andare nelle città nuove per passare il giorno in musei e nelle
conversazioni cogli insopportabili ciceroni è un cretinismo da tedeschi
di razza. Come se una città fosse rappresentata da quelle cose che
nemmeno i cittadini conoscono… cambierò».
«Benché sia notte alta non riesco a
dormire; mi persuado sempre più che bisogna vivere in modo da poter dopo
ricordare; e la vita idiota si snebbia presto ed è come perduta»
«Io ho sempre sognato di
raggiungere un solo traguardo: quello di commuovere la gente che mi
legge. Essere lodato dai critici non mi interessa. Piacere agli
intellettuali meno che meno. Mi sentirei invece riempire d’orgoglio se
un lettore sconosciuto mi venisse a confessare che l’ho fatto piangere»
(c)
Ideazione.com (2006)
Home
Page
Rivista | In
edicola | Arretrati
| Editoriali
| Feuilleton
| La biblioteca
di Babele | Ideazione
Daily
Emporion | Ultimo
numero | Arretrati
Fondazione | Home
Page | Osservatorio
sul Mezzogiorno | Osservatorio
sull'Energia | Convegni
| Libri
Network | Italiano
| Internazionale
Redazione | Chi
siamo | Contatti
| Abbonamenti|
L'archivio
di Ideazione.com 2001-2006