Nato a settembre 2002, l’Osservatorio sull’Energia si pone
l’obiettivo di dar impulso autonomo agli studi avviati dalla
Fondazione Ideazione sul tema delle risorse energetiche, con
particolare riferimento alle esigenze dell’Italia. Dal primo
convegno di Gubbio nel novembre 2001 (“La politica energetica nel
nuovo contesto internazionale”), alla pubblicazione degli atti nel
marzo 2002, all’incontro di Roma del maggio 2002, sino al convegno
di Bari del settembre 2002 (“Una politica energetica per
l’Italia), la Fondazione Ideazione ha affrontato i temi energetici
con un particolare interesse per i risvolti politici e non solo
tecnici della questione. Risvolti che appaiono sempre più
determinanti per il settore con l’aggravarsi della situazione
internazionale, in particolare quella del Medio Oriente.
Da qui l’esigenza di rafforzare gli studi di settore e la
convegnistica sull’argomento, creando un Osservatorio che ha sede
negli uffici centrali di Roma.
Nel più recente convegno di Bari i riflettori sono stati puntati
sul nostro paese, nella consapevolezza che il fenomeno ha
dimensioni globali e si è andato caricando di tensioni nel corso
dell'ultimo anno. Se, infatti, nei primi mesi successivi agli
attentati alle Torri di New York la crisi politica internazionale
è stata accortamente gestita in modo da non provocare effetti
devastanti sul mercato mondiale dell'energia, la svolta americana
che ipotizza la guerra preventiva contro l'Iraq coinvolge uno dei
più importanti paesi produttori di petrolio. La decisione - non
dichiarata, ma perseguita - di tenere il petrolio fuori dalla
guerra rischia di essere travolta. Il risultato è che sono di
nuovo in discussione gli equilibri che, dopo la prima fase della
reazione al terrorismo, si erano costituiti con il ritorno della
Russia ad un importante ruolo internazionale.
In questo quadro emerge più chiaramente la debolezza strutturale
dell'Italia che, disponendo di una industria prevalentemente di
trasformazione, deve considerare l'energia uno dei fattori primari
della produzione e della formazione dei costi: l'esposizione
diventa elevata sul fronte della sicurezza degli
approvvigionamenti e del prezzo del greggio. E' urgente perciò
tracciare un quadro preciso delle condizioni del paese, che
denunzia ritardi nella capacità di produzione, nella
diversificazione delle fonti, nella gestione delle competenze
amministrative, nella tutela dell'ambiente. Il confronto fra
studiosi, operatori e uomini del governo, avvenuto a Bari, è stato
un momento importante anche per la vita dell’Osservatorio. E'
opportuno che si discuta, perché per anni in Italia ognuno ha
proceduto per la propria strada senza che fossero chiari gli
obiettivi d'interesse generale. Dobbiamo in primo luogo chiederci
se ha ancora un senso parlare di politica pubblica dell'energia
per definire i ruoli che debbono avere in questo settore lo Stato
ed il mercato. A noi sembra impossibile rinunciare ad una politica
nazionale dell'energia, pur sottolineando che essa deve essere
coerente con la politica dell'Unione Europea ed inserita nel
quadro globale. La realtà mondiale con cui l'Italia deve
confrontarsi è complessa, perché in essa si mescolano tendenze
nuove ed atteggiamenti tradizionali, rispetto ai quali la classe
dirigente del nostro Paese deve compiere scelte operative,
concrete ed immediate.
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