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Rai, un palinsesto in chiaroscuro tra novità e ritorni
di DOMENICO NASO

[18 giu 08] E’ un palinsesto ricco, variegato e in alcuni casi addirittura interessante quello che la Rai ha presentato a Saint Moritz. La stagione 2008/2009 della tv di Stato offrirà ai telespettatori un bouquet di proposte molto diverse tra loro, all’insegna di una doppia direttrice di marcia: da un lato gli eterni ritorni dei mostri sacri del piccolo schermo, dall’altro alcune gustose e qualitativamente notevoli novità assolute. Fa notizia, almeno per quanto riguarda gli eventi più nazionalpopolari, il ritorno di Carramba che fortuna, il fortunato format di Raffaella Carrà abbinato alla Lotteria Italia. La signora Pelloni, dopo il mezzo flop di Amore (show sui generis dedicato alle adozioni a distanza), torna all’insegna della sicurezza, della riproposizione di un programma che ha avuto enorme successo negli anni scorsi. Toccherà vedere, però, se il pubblico del 2008 è ancora affezionato a quel tipo di televisione, in un’epoca in cui i reality show hanno trasformato in qualcosa di vetusto i ricongiungimenti familiari lacrimevoli di Raffaella Carrà. Ma la scelta di abbinare lo show alla Lotteria Italia è sicuramente oculata e vincente. Da qualche anno i programmi televisivi selezionati per accompagnare la lotteria di Capodanno erano stati deboli, fiacchi, dotati di scarsissimo appeal nei confronti dei telespettatori. C’era la necessità di rilanciare la lotteria in tv e la Carrà sembra la persona adatta per raggiungere tale obiettivo. All’insegna del dejà vu anche la proposta di Pippo Baudo. Pur senza rinunciare al segmento Ieri, oggi e domani all’interno di Domenica In, il presentatore siciliano ripropone a distanza di molti anni la sua Serata d’onore, un programma che ogni settimana verrà dedicato alla carriera e alla vita di due noti personaggi dello spettacolo. Quando fece il suo esordio in tv, lo show ebbe un successo notevole. In diretta dal Teatro Verdi di Montecatini, Baudo era il timoniere di uno spettacolo ricco di grandi ospiti, di momenti musicali e comici. Anche Serata d’onore, però, sembra la riproposizione stantìa di una televisione che non c’è più.

Lo show tradizionale, in effetti, è decisamente passato di moda. Negli ultimi anni hanno fatto eccezione solo Giorgio Panariello e Fiorello, ma soprattutto perché i due non sono semplici presentatori bensì mattatori, istrioni, trascinatori. I telespettatori del 2008 vogliono ritmo incalzante, comicità graffiante, modernità televisiva. Pippo Baudo è la persona adatta a offrire tutto questo? In attesa di scoprirlo, prepariamoci anche alle due serate dedicate alla musica ultranazionalpopolare di Gigi D’Alessio e Anna Tatangelo. Per la serie: largo alla musica che piace ai giovani. Molte sono le conferme del palinsesto, riguardanti soprattutto programmi a basso costo e a bassa audience: Occhio alla spesa (programma di servizio dedicato all’economia domestica e ai prezzi dei generi alimentari), Festa italiana (condotto da Caterina Balivo), l’ormai collaudato La Prova del Cuoco di Antonella Clerici. Inamovibili Affari tuoi (ma non sarà Flavio Insinna a condurlo), Domenica in con la Bianchetti e Giletti, il Porta a Porta di Bruno Vespa. Tutti programmi di Rai Uno, la rete ammiraglia che presenterà anche due cambiamenti non di poco conto. Michele Cucuzza lascia dopo tanti anni La vita in diretta e passa a Uno Mattina. Al suo posto Lamberto Sposini, che riporterà il programma sulla cronaca, allontanandosi finalmente dalla deriva gossipara di cucuzziana memoria. La rete più frizzante e sperimentale si conferma ancora una volta Rai Due, diretta dall’ottimo Antonio Marano. Simona Ventura resta la punta di diamante con Quelli che il calcio e L’Isola dei famosi; confermato Annozero di Santoro e ancora più spazio per Gene Gnocchi, che abbinerà ad Artù (condotto con Elisabetta Canalis), una rubrica di libri che si chiamerà Il criticone. Il pomeriggio della Rete Due cambia volto. L’Italia sul Due va in soffitta e arriva Italia allo specchio, condotto dall’ex pupilla di Emilio Fede Francesca Senette.

Sempre più cultura, invece, su Rai Tre. L’ex TeleKabul conferma la contestata rivoluzione in seconda serata: si farà, infatti, il programma satirico di Serena Dandini, sacrificando lo scialbo approfondimento di Primo Piano. Spazio alle news regionali alle 7.30 del mattino e a una night line di informazione che suona tanto come un contentino alla delusissima redazione del Tg3. La rete punterà ancora una volta su Fabio Fazio e sul suo Che tempo che fa, che affiancherà alla sua collocazione abituale del weekend anche otto prime serate speciali nel corso della stagione. Confermato anche Alberto Angela e il suo programma di divulgazione scientifica in prima serata. Le novità sono due e non di poco conto: sbarca in tv l’osannatissimo autore di Gomorra Roberto Saviano, curatore di tre docufiction dedicate a storie di mafia; e poi tre seconde serate dedicate a Michelangelo firmate Dario Fo. Questo, in linea di massima, il nuovo palinsesto Rai, completato come di consueto da numerose fiction di peso (Coco Chanel, Einstein, I Vicerè, Paolo VI, Pinocchio, Puccini, tra le altre). Una nuova offerta televisiva in chiaroscuro, che segna ancora di più i paletti tra le tre reti di Stato. Se Rai Uno punta a consolidare la sua tradizionale vocazione moderata e familiare riproponendo vecchie minestre riscaldate e rassicuranti, infatti, Rai Due continua la strategia sperimentale che così tanto successo ha avuto negli ultimi anni. Niente di nuovo, infine, per Rai Tre. La Terza Rete continua a prediligere servizio pubblico e approfondimento, cultura e qualità.

Ma quando si parla di Rai, si sa, non ci si può limitare a considerazioni esclusivamente televisive o culturali. I destini dei palinsesti della tv di Stato sono da sempre legati a doppio filo con l’evoluzione del quadro politico. Il dato più evidente sembra essere l’assoluto pluralismo dell’offerta, con i personaggi vicini alla sinistra che non perdono spazi, ma che anzi avanzano all’interno del palinsesto. Chi temeva epurazioni e nuovi editti bulgari è rimasto deluso. La speranza di tutti è che il palinsesto Rai possa continuare ad essere plurale e variegato, in modo tale che la tv di Stato, cioè la prima industria culturale del Paese, possa finalmente affrancarsi dai deleteri tentacoli del potere politico, di qualsiasi colore esso sia.


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