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LA COOP SEI TU. MA PERCHE' SI PAGA DI PIU'?
Comparando i prezzi dei prodotti venduti dalle Coop liguri con quelli di altri supermarket si scopre un dato imbarazzante: in media sono superiori del 15%.
di CRISTINA MISSIROLI

[27 giu 08]
“La Coop sei tu”, forse. Di certo però se fai la spesa alla Coop paghi di più. I supermercati della catena cooperativa sono in assoluto tra i più costosi d’Italia. In Liguria poi, ancor più che in Emilia Romagna e in Toscana, il marchio Coop la fa da padrone. E, senza concorrenti diretti, ha definitivamente instaurato la “dittatura della spesa”. Se sei genovese e vuoi i tortellini Rana o gli spinaci Findus non hai scampo: devi passare da quei banchi. E devi pagare quei prezzi. Inchinandoti al monopolio di fatto della grande distribuzione cooperativa. Provate a fare la spesa alla Coop Negro di Genova, supermercato ligure modello. Là martedì scorso gli spinaci “Findus 4 salti in padella” costavano ben 3,69 euro contro i 2,15 della vicina Esselunga di La Spezia. Dove gli “Sfogliavelo Rana” costano 3,09 contro 2,19. E per 400 grammi di “Leerdammer” ci vogliono 4,25 euro anziché 2,95. Persino la Coca-Cola è costosa alla Coop genovese: 1,24 euro per 150 cl contro 0,84.

La briga di fare questo controllo se l’è presa l’associazione liberale ligure We The People che sabato 28 luglio diffonderà tutti i dati in un convegno in programma a Genova, presso lo storico Palazzo Tursi di via Garibaldi, moderato dal senatore Enrico Musso (Pdl) e che avrà come titolo: “Carrelli d’Italia – Passeggiata conoscitiva nella grande distribuzione”. Per chi avesse la tentazione di considerare questo studio una delle solite puntate dell’infinita commedia italiana di Don Camillo e Peppone è bene ricordare che il trend denunciato dall’associazione ligure è identico a quello rilevato dall’istituto di ricerche di mercato Panel International, secondo il quale i prezzi Coop in Liguria sono superiori di un 15 per cento in media. La colpa ovviamente non è solo della Coop. L’azienda si comporta secondo le regole di mercato di un operatore economico in posizione dominante: tende a fare più profitto possibile. Il vero scandalo è quello denunciato dal patron di Esselunga Bernardo Caprotti nel suo libro “Falce e Carrello”. Che racconta dell’ostruzionismo che il Comune di Genova e molti altri comuni delle regioni rosse hanno applicato con puntiglio e costanza per anni impedendo ai concorrenti delle Coop di entrare nel mercato. Negando licenze e permessi che poi venivano regolarmente concessi al gruppo Coop che, libero da concorrenti, ormai tiene in pugno il mercato.

Un controsenso imbarazzante rispetto alla ragione sociale e allo scopo dichiarato delle aziende cooperative. Il motivo stesso della loro invenzione era quello di offrire ai loro soci beni e prezzi migliori. Per questa funzione sociale che dovrebbero svolgere, le Coop sono favorite dal fisco. A parità di utile lordo l’incidenza dell’Ires risulta del 17 per cento per le cooperative mentre ammonta al 43 per cento quella delle società commerciali. E questo senza considerare i giochi sui sostituti d’imposta. Ma se alla fine i prezzi al consumo delle Coop sono più alti di quelli delle altre grandi catene di distribuzione, allora crolla tutto. Ci ritroviamo in una situazione di rendita, quasi sovietica. Si sussidiano le imprese che fanno prezzi più alti coi soldi di chi li fa più bassi. Un Bengodi, quello del sistema cooperativo, che potrebbe essere a termine. Sono in arrivo le nuove misure del governo che prevedono la tassazione degli utili delle coop e il rialzo dell’aliquota sul cosiddetto prestito sociale, dal 12,50 al 20 per cento. Mentre il 5 per cento dei profitti finirà nel fondo degli indigenti per finanziare parte della social card. Le coop saranno perciò inserite tra i colossi dell’alta finanza e della grande distribuzione, i privilegi decadranno, verranno considerate al pari di banche, assicurazioni e compagnie petrolifere. Solo le cooperative sociali non verranno toccate. D’altronde è stata la stessa Commissione Europea a chiedere all’Italia di cancellare questa anomalia e parificare il mondo cooperativo a quello dell’impresa privata. In modo che anche le cooperative debbano confrontarsi, come tutti, con le regole della concorrenza e del libero mercato.

 

APPROFONDIMENTO
Confronto dei prezzi Esselunga e Coop in Liguria (file .zip)


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