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[15 mag 08]
Le favole non diventano realtà
Da queste parti avevamo sempre discretamente tifato per Camilla. Ci eravamo inteneriti per la storia dei due amanti regali, costretti dalla ragion di Stato a rinunciare al loro amore per troppi anni, ma che mai, mai erano riusciti a dimenticarsi. E avevano continuato a rincorrersi e a bruciare di passione ardente dalla giovane età fino alla soglia dei cinquant’anni, ormai un po’ goffi, acciaccati, imbruttiti (anche perché non erano mai stati due grandi bellezze), ma ancora ostinatamente innamorati. Il principe Carlo, con il suo profilo equino, ci era sembrato quasi eroico, l’uomo che tutte vorrebbero incontrare. Quello che alla bellezza sfolgorante e mediatica della moglie Diana, divenuta ormai un’icona del nostro tempo, aveva preferito la fiamma di sempre, la “bruttina stagionata”, la donna vera con la sua pancetta e i suoi capelli un po’ color topo. Come diceva da noi Eugenia Roccella in un articolo di tre anni fa, aveva preferito “un amore normale”.
Il tiepido Carlo si era tramutato nel principe vendicatore di tutte le signore di mezza età condannate alla telenovela serale, di tutte le donne normali che guardano sospirando le femmine impossibili sui rotocalchi, di tutte quelle costrette ad abbozzare mentre un marito medio esprime commenti da taverna sulla velina di turno. Perché Carlo aveva finalmente dimostrato una verità assoluta. Che puoi essere bellissima, altissima, ricca, bionda, con gli armadi traboccanti di vestiti griffati, stilisti e cantanti che stravedono per te, ma questo non ti renderà per forza felice. Perché può succedere che tuo marito preferisca alla tua perfetta bellezza una donna un po’ più attempata, senza charme evidente, senza vestiti griffati. Una che porta i cappelli con la disinvoltura di uno spaventapasseri e che pensa che la cosa più bella del mondo siano i cavalli. I misteri dell’amore reale.
Avevamo guardato con benevola commozione i due attempati sposi recarsi finalmente all’altare. Romeo e Giulietta vittoriosi su tutto, sulla perfida regina che aveva cercato per decenni di dividerli, sull’opinione pubblica che non capiva, sui critici, sugli ironici e sulle convenzioni. L’amore che trionfa sempre, una favola che diventa realtà. E invece... Insomma, pare che Carlo e Camilla siano ai ferri corti, separati in casa secondo i più informati. Pare che dopo 35 anni di testardo inseguimento, di passione che non sente ragioni, la quotidianità sia stata un po’ deludente. Dicono che Camilla non ne può più degli impegni, dell’etichetta e della noia della vita di corte. E poi il principe visto in ciabatte è tutta un’altra cosa. Già, succede. La passione, in genere, non trae ardore dalla vita domestica e gli amori impossibili si alimentano della loro impossibilità e non vengono mai messi alla prova. Una volta resi possibili, perdono la loro principale motivazione. La morale, forse, è che Romeo e Giulietta sono rimasti tali proprio perché non sono mai riusciti a coronare il loro sogno d’amore. E anche che le favole non devono mai diventare realtà. Se no non sono più favole.
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