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Europa,
l’economia va meglio del previsto
E sono notizie positive, almeno per l’Europa. La
Bbc pubblica gli ultimi dati noti riguardo alla crescita nella prima
parte del 2008: sono cifre in controtendenza rispetto alle catastrofiche
previsioni di inizio anno. Specie per l’Europa e la zona dell’euro,
trascinata in alto dalla sempre più sorprendente crescita tedesca. E’ in
Germania, infatti, che si registra il dato più positivo, con una crescita
che si attesta attorno all’1,4, esattamente il doppio di quanto stimato a
inizio anno. Il Paese ritorna dunque ad essere la locomotiva d’Europa e
trascina al rialzo tutto il continente. In spolvero il settore delle
costruzioni meccaniche (come dice la
Süddeutsche Zeitung), e l’edilizia favorita anche da un inverno
eccezionalmente mite (secondo lo
Spiegel). In Germania, tuttavia, gli economisti restano cauti, come dice
la
Frankfurter Allgemeine, mentre il settore finanziario sembra tirare un
respiro di sollievo e pare più ottimista: si torna a investire sostiene il
quotidiano economico
Handelsblatt. Lunga e approfondita l’analisi dell’Economist,
che approfondisce anche il contesto internazionale (crescita dei prezzi,
euro forte, petrolio fuori controllo) nei quali tale crescita si è
manifestata.
Il presidente
tedesco apre dibattito dai toni tremontiani
E proprio in Germania, sul campo delle idee economiche, il presidente della
Repubblica, Horst Köhler, Cdu, ha
scatenato un dibattito dai toni tremontiani con una intervista al
settimanale
Stern (il giornale ne fornisce online solo una sintesi) contro il
sistema finanziario globale definito come “mostro”. Il presidente è in corsa
per la ricandidatura che vorrebbe bipartisan, ma è osteggiato da
una parte dell’Spd e da tutta l’opposizione. In questa uscita alcuni
osservatori vedono un tentativo di captatio benevolentiae verso i
socialdemocratici. Ma che tale sia lo Zeitgeist del momento in Germania, lo
dimostra questo sondaggio della
Frankfurter, che è un giornale di tendenza (e di lettori) conservatrice:
il 33 per cento si dice favorevole alla dichiarazione del presidente e il 21
per cento lo loda per il coraggio di dire la verità. Köhler,
prima di essere trasportato in politica per fare il presidente, ha avuto un
passato di economista, dirigente di importanti banche internazionali,
consulente economico di Helmut Kohl e, infine, direttore al Fondo monetario
internazionale. La lunga carriera è raccontata dalla stessa
Frankfurter. E’ per questo che la sua intervista suscita clamore e
confronto.
Cyber-defence, la
base della Nato in Estonia
Sei paesi della Nato, fra cui Italia, Germania, Slovacchia, Lettonia,
Lituania e Spagna sostengono la creazione di un hub per coordinare la
cyber-defence, la difesa da attacchi ai sistemi internet, a Tallin, in
Estonia. La piccola repubblica baltica fu lo scorso anno oggetto di attacchi
informatici da parte di apparati russi. Ne parla la
Bbc, dal cui archivio è anche possibile ricostruire la spy-story
cibernetica che lo scorso anno agitò le acque del Baltico.
Vertice
Europa-Sud America a Lima
Europa e America Latina di nuovo attorno al tavolo per il vertice fra i
leader politici dei due continenti. Al di là dei rituali, alcuni capi di
governo europei ne hanno approfittato per rafforzare la rete di rapporti
personali con i leader sud-americani. E’ il caso di Angela Merkel, che ha
preparato e compiuto un vero e proprio viaggio ufficiale suscitando anche
qualche polemica interna prima della partenza, per la decisione della
cancelliera di privilegiare le visite negli Stati guidati da leader più
moderati, snobbando quelli dei populisti della nouvelle vogue gauchiste. La
scelta è stata abilmente ripresa dal più populista di tutti, quello Chavez
che anche questa volta sembra aver trovato il modo per far parlare di sé
(qui da
El Pais) mettendo subito sul binario rovente il vertice. L’altra volta
fu zittito dal re di Spagna. Non ci meraviglierebbe che subisse uguale
trattamento dalla cancelliera. Divertente concorrenza dei due quotidiani
principali tedeschi che hanno spedito i loro inviati di punta in viaggio con
la cancelliera con il compito di realizzare due diari: quello della
Süddeutsche Zeitung e della
Frankfurter Allgemeine. Ma anche la Spagna rafforza i propri legami e il
premier José-Luis Zapatero ha fatto tappa in Brasile per la sua prima visita
ufficiale dopo la seconda investitura: l’incontro è raccontato da
El Pais.
La Serbia
s’incammina verso Bruxelles
Il voto in Serbia ha premiato per la seconda volta consecutiva la coalizione
europeista guidata dal presidente Boris Tadic. In questa occasione,
tuttavia, la vittoria è stata più netta, anche perché sino al giorno prima
tutti i sondaggi avevano indicato la rimonta degli europeisti ma davano
ancora in lieve vantaggio i nazionalisti. Lo scarto è invece stato notevole.
La Serbia svolta dunque definitivamente verso Bruxelles? Difficile dirlo.
Innanzitutto neppure Tadic ha intenzione di riconoscere l’indipendenza del
Kosovo. E poi se è chiara la vittoria del presidente, meno chiaro è che tipo
di governo potrà nascere, data l’enorme frammentazione del quadro politico.
Ne parlano in approfondite analisi la
Bbc e il settimanale tedesco
Die Zeit, dal quale riprendiamo anche
questo reportage da Belgrado che descrive la voglia d’Europa dei giovani
serbi. Sempre alla ricerca dell’occidente ritrovato va il corrispondente
europeo della
Bbc, Marc Mardell, nel suo diario dietro le quinte del festival
Eurovision.
Sempre più in crisi la radio simbolo della guerra
fredda
Chiude
i battenti il dipartimento ricerche sull’Europa orientale di
Radio Free Europe/Radio Liberty. Da qualche giorno sono state interrotte
le newsletter quotidiane e gli studiosi e i redattori che le redigevano sono
a spasso in cerca di un nuovo lavoro. Motivo: la debolezza del dollaro
impone tagli dolorosi. Si chiude un’epoca storica. La radio è stata uno
strumento fondamentale dell’informazione libera negli anni della guerra
fredda e, senza dubbio, anche uno dei mezzi con i quali il confronto con il
mondo comunista è stato vinto. La radio forniva informazioni in lingua
inglese: all’est molti dissidenti hanno imparato la lingua ascoltando
clandestinamente le frequenze di Radio Free Europe/Radio Liberty. Ma anche
dopo la caduta dei muri, il servizio offerto dalla redazione nel frattempo
trasferitasi da Monaco di Baviera a Praga ha accompagnato la curiosità e gli
studi di quanti volevano tenersi al corrente di quel che accadeva dall’altra
parte nei faticosi anni di transizione. Negli ultimi anni, tuttavia, una
serie di storici servizi è stata cancellata, avviando quella fuga di
cervelli e competenze che, dopo l’ultima decisione, rende difficile
immaginare che il servizio possa mantenere la stessa qualità. L’Economist
si chiede se, in tempi in cui per l’hard power si spendono cifre folli, sia
davvero così difficile recuperare budget di pochi dollari per mantenere e
magari potenziare il soft power. Un peccato anche per i lettori di questa
rubrica che dava ampio spazio alle notizie provenienti dalle newsletter
della radio.
Le riflessioni di un filosofo sul mondo che cambia. _____________ Un occhio indiscreto e dissacrante nei Palazzi del potere. _____________ _________________ IL POST I migliori post del giorno selezionati dai blog di Ideazione. _____________ IDEAZIONE DOSSIER Analisi, approfondimenti e reportage.
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