(c) Ideazione.com 2008
Direttore responsabile: Barbara Mennitti
aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
Redazione: piazza
Sant'Andrea della Valle, 6 - 00186 Roma
Tel: 0668135132 - 066872777 - Fax: 0668135134
Email: redazione@ideazione.com
Sarkozy punta ad
est.
Chi invece sembra aver invertito la rotta rispetto agli anni passati (per di
più riprendendo le linee guida di una politica estera tradizionalmente
rivolta ad est) è la Francia. Il presidente Nicolas Sarkozy, dopo aver
dovuto ridimensionare il progetto di un gruppo ristretto che rilanciasse le
politiche dell’Europa mediterranea per l’opposizione della cancelliera
Merkel, si è dedicato all’est. In preparazione del semestre di presidenza
europeo, prima ha lanciato segnali di apertura all’Ucraina, poi in visita a
Varsavia ha dichiarato di voler aprire il mercato del lavoro francese ai
lavoratori provenienti dall’Europa centro-orientale (Bbc)
e ha proposto alla Polonia un partenariato strategico (Le
Monde). Finisce così l’incubo dell’idraulico polacco, così presente ai
tempi del presidente Chirac, e si apre una nuova stagione: Sarkozy ha
intenzione di offrire il partenariato strategico anche alla Repubblica Ceca,
nella riunione del gruppo di Visegrad che si terrà a Praga a metà giugno. Se
si somma il nuovo attivismo francese alla ormai consolidata presenza
tedesca, per l’Italia si fa dura.
Ma la corruzione
corrode le loro economie.
Tuttavia lo scenario est-europeo appare meno in salute rispetto a qualche
anno fa. Del rallentamento economico (dovuto soprattutto all’assalto
dell’inflazione) abbiamo parlato la settimana scorsa. Questa volta invece si
torna sul tema della corruzione, non più confinata alle solite nazioni di
Romania e Bulgaria. Anche il resto dei nuovi membri, sostiene l’Economist,
soffre dello stesso male.
Il pentolone
bollente del Caucaso.
Mentre il presidente Dmitry Medvedev ha fatto i suoi primi viaggi
all’estero, facendo tappa in Kazakistan e in Cina (chi vuole capire capisca,
quelli di
Rian
aiutano) la situazione in Caucaso rimane elettrica e trova spazio nelle
diverse salse: all’Izvestia
si chiedono quali conseguenze potrebbe avere per Mosca una riunione delle
due repubbliche dell’Ossezia, quella del Nord, che fa parte della
Federazione Russa, e quella del Sud, formalmente dipendente dalla Georgia,
de facto indipendente. Il precedente dell’indipendenza del Kosovo nei
Balcani rischia di rimbalzare con pericolose conseguenze sino nel Caucaso.
La
Nesavissimaya Gazeta
parla di una vera e propria guerra d’informazione contro la Russia dopo la
pubblicazione di alcuni sondaggi firmati Gallup secondo cui oltre il 62 per
cento dei cittadini armeni avrebbe una posizione negativa nei confronti di
Mosca. Il giornale russo dà voce ad alcuni esperti che mettono l’accento sul
fatto che i risultati di certe ricerche devono essere presi con le molle e i
punti di partenza sono sempre piú motivati politicamente. Tra Armenia e
Russia i rapporti sono sempre stati relativamente buoni e a qualcuno in
Occidente non è andato giù che nella piccola repubblica non ci sia stato un
regime change favorevole e il gruppo di Levon Ter Petrossian sia
rimasto alle recenti presidenziali a bocca asciutta. E’ in ogni caso la
partita sempre aperta tra Russia e Georgia a dominare i commenti. Il sito
russo
Gazeta.ru
cita Alexei Muchin, direttore del centro sull’informazione politica di
Mosca, secondo il quale la patata è talmente bollente che in questo momento
non ha nemmeno senso che i due presidenti Medvedev e Saakashvili si siedano
a un tavolo per cercare di risolvere i problemi. Tanto piú che a Tbilisi i
problemi interni dopo le elezioni parlamentari vinte dal partito del
presidente (qui
il commento di Radio Free Europe)
sono ancora tutti da risolvere. L’opposizione, scrive
Eurasianet,
ha annunciato di voler aprire un parlamento alternativo e le proteste contro
elezioni che a pochi sono sembrate veramente democratiche continua, nota
Civil Georgia
(Quello che scrive l’Osce
è tutto relativo, visti i fantomatici rapporti sullo sviluppo della
democrazia in Kazakistan dove in parlamento vi è un solo partito
rappresentato, quello di Nursultan Nazarbayev). L’analisi di
Transition online,
riassume il tutto.
Il grande gioco
dell’Artico.
I rappresentanti di Danimarca, Russia, Canada, Stati Uniti e Norvegia si
sono incontrati in Groenlandia per mettere a punto un compromesso che eviti
la corsa all’oro nero nell’Artico. Con il progressivo riscaldamento della
terra e il conseguente scioglimento dei ghiacci, l’area artica è divenuta
obiettivo strategico di tutte queste nazioni che su tale spazio vantano
diritti. La questione riguarda anche le rotte di navigazione futura, ma la
concorrenza più agguerrita riguarda i diritti di sfruttamento delle aree
petrolifere che sarebbero presenti nel sottosuolo artico. Dell’intera
questione ci parla diffusamente il sito della
Bbc. Dei contrasti che persistono, invece, ci racconta la
Süddeutsche Zeitung.
All’Eurofestival
spuntano nuove geopolitiche.
Da qualche anno il festival musicale Eurovision è diventato una sorta di
barometro geopolitico del continente. L’Italia continua a non parteciparvi,
snobbando l’evento in nome di una presunta superiorità musicale. In verità è
un appuntamento trash, nel quale la qualità della musica spesso cede
all’eccentricità dei cantanti, veri o presunti. Autoescludersi dalla
partecipazione, tuttavia, lascia il nostro Paese al margine di una
competizione alla quale bisognerebbe accostarsi con maggior rilassatezza,
senza prenderla troppo sul serio. Quello che invece sembra funzionare, è
l’alleanza più o meno strategica che lega le diverse nazioni, con
solidarietà geografiche che non ci si aspetterebbe (tipo Repubbliche
Baltiche e Russia o Croazia e Serbia), e con l’eterno confronto finale fra
blocco orientale e blocco occidentale. La guerra fredda prosegue a ritmo di
pop. Questa volta ha vinto la Russia. Qui rimandiamo allo speciale (in
italiano) della rivista europea
Café Babel.
Charme e lusso
sovietico.
Si avvicina l’estate e il tempo dei viaggi. Dal continente arrivano nuove
curiosità. Mosca è una delle mete più gettonate degli ultimi mesi. E nella
capitale russa protagonista di una crescita impressionante, si è aperto il
primo albergo della catena Hilton.
Russia Profile ci racconta la particolare atmosfera di lusso sovietico
che si respira nelle stanze restaurate.
(Ha collaborato Stefano Grazioli per il paragrafo sul Caucaso)
Le riflessioni di un filosofo sul mondo che cambia. _____________ Un occhio indiscreto e dissacrante nei Palazzi del potere. _____________ _________________ IL POST I migliori post del giorno selezionati dai blog di Ideazione. _____________ IDEAZIONE DOSSIER Analisi, approfondimenti e reportage.
IDEAZIONE VINTAGE |
|
|
|
|
|
|