Calcio e politica, corsi e ricorsi della storia
di Vittorio Mathieu
[13 nov 07]
Che cosa stia
succedendo nel calcio in Italia non mi è noto e per quanto mi sforzi non
riesco a capirci qualcosa. I sostenitori di due squadre si sono azzuffati a
un autogrill e un colpo partito di lontano (80 metri) ha trapassato il collo
di un tifoso. Leggo che la Procura sta meditando di convertire l’accusa
all’agente che ha sparato da omicidio colposo in omicidio volontario. Deve
trattarsi di un tiratore straordinariamente scelto per colpire sul collo un
bersaglio a 80 metri.
Incomprensibili credo che rimangano per tutti i tumulti scoppiati in varie
città perché le autorità han fatto continuare il campionato. Altrettanto
giustificato sarebbe stato tumultuare se le autorità avessero sospeso o
soppresso il campionato. La sola cosa che può illuminarci è la situazione
del tutto simile che si ebbe a Costantinopoli ai tempi di Giustiniano, dove
il posto del calcio era tenuto dalle corse dei cavalli e lo stadio era un
ippodromo. Due partiti chiamati i Verdi e gli Azzurri presero pretesto da un
incidente per scatenare tumulti che fecero tremare il trono. Gli Azzurri
erano vicini a Giustiniano e all’ortodossia cattolica, quindi non è strano
che siano chiamati col colore di Berlusconi; ma i Verdi non hanno nulla a
che fare con la Lega padana. Per certi aspetti Berlusconi fa pensare
all’imperatore, ma per altri Giustiniano ricorda piuttosto Prodi.
La crisi scoppiò l’11 gennaio del 532, quando i Verdi accusarono le autorità
di aver fatto uccidere uno di loro. Il 14 gennaio i due partiti, divenuti
concordi, si unirono nel chiedere la liberazione degli arrestati e la
destituzione del prefetto; nonché del ministro Triboniano (alias Padoa
Schioppa) colpevole di aver aumentato le tasse. Giustiniano cedette e il
risultato fu che i disordini si aggravarono. La forza pubblica stentava a
difendersi, e allora Giustiniano si dedicò al “dialogo”. Il 18 gennaio, dal
palco dell’ippodromo divenuto il quartier generale degli insorti, prese ad
arringare la folla tenendo in mano i Vangeli (esattamente come Prodi) e
promise una generale amnistia. Il risultato fu che l’Impero fu sul punto di
cadere. Ebbe la meglio solo quando Narsete (il più grande dei condottieri
che fosse al tempo stesso, come dicono in Toscana, un bischero) con denaro e
promesse riuscì a rompere l’unità dei rivoltosi; sicché un altro generale,
Belisario, riprese il controllo della situazione, ma non senza che nei
combattimenti morissero 30.000 persone.
Queste notizie si trovano facilmente nell’Enciclopedia Italiana sotto la
voce “Giustiniano”, ma, per quanto illuminanti, non mi rassicurano del tutto
sulla situazione attuale. Deleterio senza dubbio l’inciucio o le larghe
intese tra i due partiti, e fatale la conclusione nefasta. Ma oscura è la
parte che vi ebbe l’imperatrice Teodora, che non è neppur chiaro se debba
identificarsi con una moglie di Berlusconi e con quale di esse. La sola cosa
che ci auguriamo è che Berlusconi finisca con l’identificarsi con
Giustiniano, anche nella riforma dell’ordinamento giudiziario.
(c)
Ideazione.com (2006)
Home
Page
Rivista |
In
edicola |
Arretrati
| Editoriali
|
Feuilleton
| La biblioteca
di Babele | Ideazione
Daily
Emporion | Ultimo
numero | Arretrati
Fondazione |
Home
Page | Osservatorio
sul Mezzogiorno | Osservatorio
sull'Energia |
Convegni
|
Libri
Network |
Italiano
| Internazionale
Redazione |
Chi
siamo | Contatti
| Abbonamenti|
L'archivio
di Ideazione.com 2001-2006