Pd-Pdl, quanto è difficile tenere insieme le coalizioni
di Vittorio Mathieu
[20 nov 07]
“Troncare, sopire”
diceva il manzoniano conte zio del Consiglio Segreto: ma parlava di un
contrasto tra due individui, per quanto testardi. Oggi si dice “dialogare,
accordarsi” in riferimento a maggioranza e opposizione. Ma supponiamo che la
maggioranza sia costituita da un insieme di indirizzi assolutamente
divergenti: se si va d’accordo con uno di essi si entra in collisione con
tutti gli altri. E se si va d’accordo con tutti insieme si lacera
necessariamente l’unità al proprio interno. Due gruppi compatti che si
combattono possono far la pace, ma la “rissa” di cui si parla a proposito
dell’Italia d’oggi è una pugna omnium contra omnes.
Berlusconi ha cercato perciò di unificare, non senza coraggio, la propria
parte. Dall’altro lato si era già data l’impressione di voler fare qualcosa
di simile con il Partito democratico. Ma l’unità, posto che si raggiunga,
può essere di due tipi opposti: unità del pieno o unità del vuoto. Il popolo
della libertà vuole, a quanto pare, che il proprio partito sia pieno, quale
che sia lo stato d’animo dei singoli capi. Il Pd ha cercato di fare
altrettanto con le elezioni primarie, ma l’espediente era tutto suggerito
dall’alto, mentre il popolo della libertà tende ad amalgamarsi dal basso
almeno su alcune tesi politiche, anche se i singoli gruppi conservano gli
ideali etico-politici di provenienza.
(c)
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