Alitalia, c'è il rischio di una soluzione bosniaca
di Giuseppe Pennisi
[19 dic 07]
Il
Consiglio di amministrazione per decidere il futuro di Alitalia è stato
rimandato al 20 dicembre. Forse neanche in quella data si deciderà chi sarà
lo sposo della compagnia ormai da tempo sull’orlo del fallimento. I
contendenti sono due: Air France-Klm, da un lato, e AirOne con vari gruppi
bancari italiani ed internazionali, dall’altro. Sotto il pretesto di
“approfondimenti”, vari elementi del governo stanno tentando di dare corpo
ad un’idea lanciata dal leader Walter Veltroni: una soluzione che potremmo
chiamare “bosniaca” - dividere le varie componenti di ciò che resta di
Alitalia tra i due contendenti e raggrupparle poi in una federazione. Un
perfetto esito da commedia all’italiana che, a mio giudizio, ritarderebbe
unicamente di qualche mese il deposito in tribunale dei libri contabili.
Come ho avuto modo di esprime in altra sede, invece di cincischiare su
ipotesi fantasiose sarebbe utile che il governo fornisse parametri di
valutazione e criteri di scelta per agevolare le decisioni del Consiglio di
amministrazione (invece di celarli tra nubi e nebbie).
Il primo parametro di valutazione dovrebbe essere l’apporto di cassa
o direttamente oppure tramite uno scambio di azioni coniugato con un
aumento di capitale. Se si fa ricorso ad una forte leva finanziaria,
le nozze di Alitalia sarebbero il prologo di una replica della
vicenda dei vari passaggi di mano di Telecom Italia. Il secondo
parametro dovrebbe essere la centralità internazionale, non
regionale o nazionale, della rinnovata Alitalia. Sarebbe riduttivo
far sì che Alitalia diventi un vettore meramente italiano e al più
europeo (grazie alle tutele in casa propria). Non è questione di
orgoglio o prestigio; si finirebbe schiacciati tra low cost
e global player dell’aviazione civile, ritardando
solo per qualche anno il redde rationem. Il terzo criterio di
valutazione dovrebbe essere la conformità alle regole italiane ed
europee in termini di concorrenza. Anche ove l’antitrust nostrano
non volesse alzare la voce (pur di vedere chiusa la partita),
l’Italia non può permettersi una nuova vertenza con le autorità
europee, in nome di Alitalia. Non tanto per aspetti di garbo ma per
pura convenienza.
Si sta riaprendo il fronte delle difficoltà in materia di conti
pubblici con gli altri Stati della zona dell’euro. Abbiamo pendenze
grandi e piccole in tema di aiuti di Stato. Veniamo accusati di non
sapere utilizzare a pieno i fondi strutturali che ci vengono
conferiti. Già nella primavera del 2006, in occasione della
ricapitalizzazione di Alitalia con garanzie statali, ci è stato
detto a tutto tondo che sarebbe stata l’ultima volta. Informalmente,
Bruxelles ha fatto sapere che ci sarà tolleranza zero in caso di
posizioni dominanti in materie delle rotte più lucrose. Se ambedue i
corteggiatori superano esattamente nello stesso modo questi
parametri di valutazione, i criteri per scegliere lo sposo
dovrebbero premiare la convenienza per i consumatori in termini di
rotte e di tariffe e tenere conto degli aspetti occupazionali.
(c)
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