L’opinione si mobilita contro l’antisemitismo nelle
università
di Marta Brachini
[25 mag 05]
A lezione di inciviltà nelle aule universitarie italiane. Sono un
preoccupante segnale d’allarme gli episodi di intolleranza antisemita e
antisraeliana verificatisi negli atenei di Pisa, Firenze, Torino e
Cagliari nell’ultimo anno. Episodi la cui causa diretta non può essere
attribuita solamente agli studenti estremisti o “squadristi
dell’ultrasinistra” che impediscono l’esercizio della libertà
d’espressione, episodi che, nelle parole di Arturo Diaconale, direttore de
L’opinione, “sono il risultato preciso e scontato del clima che si vive
nelle università e che è determinato, favorito ed alimentato da una classe
accademica che ha trasformato il pregiudizio ideologico nello strumento di
difesa dei propri privilegi”. Per questo motivo c’è chiaramente bisogno di
un’azione più forte ed efficace dei pur importanti appelli generici contro
l’antisemitismo, indirizzata alle istituzioni che si fanno garanti del
diritto di diffondere conoscenza culturale in regime di democrazia nelle
strutture universitarie pubbliche. La strada da seguire la indica
l’importante iniziativa del quotidiano e “non può essere che quella che
tocca i soggetti in questione nei loro interessi più concreti”. La
proposta è di tagliare i fondi a quelle università che non assicurano
“l’agibilità democratica degli atenei ed il pluralismo dell’insegnamento”.
Una vera e propria proposta di legge firmata dal giornale delle libertà,
impegnato in una seria “campagna di stampa” sul progetto. E così prende
forma l’idea di assegnare il 10 per cento dei fondi, elargiti dallo Stato
alle Università ormai didatticamente autonome, non più secondo criteri
basati sulla quantità iscrizioni, sulla qualità della ricerca o
sull’offerta d’occupazione post-laurea, ma seguendo invece un criterio
relativo al “grado di democrazia” interna degli atenei. Concretamente –
nelle parole di Dimitri Buffa – basterebbe vincolare il Ministero della
Ricerca nello stanziamento di risorse facendo entrare nella ripartizione
solo le università che garantiscono “pluralismo effettivo per le minoranze
religiose, politiche ed etniche” e lottano contro le “discriminazioni di
ogni genere”. Una legge quadro che inviti anche tutti i rettori, il corpo
docente e la rete associazionistica degli studenti a responsabilizzarsi
sulle conseguenze politiche, sociali e civili delle scelte, o non scelte,
compiute nel corso degli anni accademici. Una legge infine che escluda dal
beneficio del finanziamento le università dove si verificano gravi episodi
d’intolleranza, spesso passati sotto silenzio o senza che venga preso
alcun provvedimento disciplinare o posta in essere denuncia formale di
avvenuta discriminazione di fatto. L’appello è rivolto a tutti i
parlamentari italiani ed è “trasversale, chiarissimo e senza concessioni
al politically correct”.
L’opinione prende dunque il comando di una missione alla quale ci si
augura si uniscano sempre più giornalisti, professori, esponenti del mondo
culturale politico, scientifico, storico, artistico e così via per
stimolare una vera e propria mobilitazione in favore della democrazia.
Prima di tutto serve un’informazione, completa, obiettiva e oggettiva su
quanto avvenuto, che intanto l’Opinione offre in uno
speciale sull’antisemitismo dove
all’attenzione redazionale si sommano i contributi dei rappresentanti
della Comunità ebraica romana, il rabbino capo Riccardo Di Segni e il
presidente Leone Paserman, del presidente dell’Ugei (Unione giovani ebrei
d’Italia) Tobia Zevi e di uno dei membri più conosciuti delle associazioni
di amicizia Italia-Israele, Angelo Pezzana. Insomma se siamo tutti
d’accordo con Paserman sul fatto che l’odio antiebraico “coinvolge la
coscienza civile di tutti”,allora combatterlo è un dovere di tutti.
25 maggio 2005
m.brachini@libero.it |