Si accendono le luci sulla città dei liberi
di Alessandro Bezzi
[15 giu 05]

La casa comune dei blogger liberali, adesso, c’è. TocqueVille, la città dei liberi, è stata inaugurata, con tanto di taglio al nastro e bottiglia di champagne. Virtuale, certamente, eppure già presente nel dibattito politico e culturale italiano. L’aggregazione che già faceva notizia e suscitava polemiche prima ancora di nascere, ha preso il largo. Navigazione agile e sicura, con qualche scarroccio come si conviene alle imbarcazioni che muovono per la prima volta fuori dalle acque tranquille del porto.

Laddove c’era una lunga lista di blog, che si gonfiava di giorno in giorno, dai 160 iniziali ai 287 del giorno dell’apertura, oggi ci sono i post dei blogger, suddivisi in settori di interesse: la politica fa la parte del leone, da quella “interna” a quella “estera”, poi “l’economia”, le sezioni culturali divise in “media e new media” e “scienza e cultura”, infine la sezione di varie ed eventuali, chiamata con una certa ironia “apolitica”. Il punto forte dell’aggregazione restano i singoli blog, che sviluppano al loro interno il percorso individuale sul quale sono nati e cresciuti, a prescindere dal fatto che i loro post vengano evidenziati sull’aggregatore. Una selezione random dei blogger compare nella colonna di sinistra della home page, la lista è sempre disponibile, aggiornata, a portata di click. Dietro le quinte, un gruppo di ventisette volontari, coordinati da Andrea Mancia, dispersi sul territorio nazionale e divisi per responsabilità giornaliere, cercando di bilanciare sensibilità politiche e culturali diverse: l’obiettivo è quello di tenere il più possibile vivo il dibattito attraverso il confronto fra le diverse anime della città.

Se le sezioni cumulano i post così come vengono selezionati dagli aggregatori, la home page raccoglie “il meglio del meglio”, anche se questo giudizio resta in qualche modo soggettivo: spetta agli aggregatori di giornata. Oneri ed onori di un impegno assunto a titolo volontaristico. In apertura la “prima pagina” che raccoglie i post sull’argomento principale della giornata, la notizia in primo piano sulla quale il dibattito è più acceso. Inutile dire che l’inaugurazione di TocqueVille è coincisa con i commenti sul risultato referendario, e qui il fuoco d’artificio è stato piuttosto intenso. L’argomento d’altronde ha spaccato a metà la città dei liberi ed era inevitabile, anzi certamente utile, che le diverse riflessioni sul dopo voto trovassero adeguata contrapposizione nell’apertura dell’home page. Poi le selezioni principali degli altri settori. Il partito unico del centrodestra per la politica domestica, le difficoltà dell’Europa per quella estera, il ritorno del nucleare per l’economia, antropologia e libri nella cultura, l’assoluzione di Michael Jackson ma anche il nuovo record mondiale sui 100 metri in “apolitica”. Ovviamente, la sezione dei new media si apre con le considerazioni dei cittadini sulla città di TocqueVille.

La grande novità di TocqueVille è che, rispetto a un normale giornale d’informazione, qui prevale il commento, libero e disincantato dei suoi autori. Un giornale plurale, che somma le differenze, che agisce da piazza virtuale della discussione, che mescola informazione pura ad analisi, punti di vista a riscontri oggettivi, opinioni a fatti. E a cui la home page offre semplicemente una piazza d’incontro. Si sbaglierebbe a restare sulla superficie della home page o delle sezioni interne. La vera forza di TocqueVille è nelle sue fondamenta, nei suoi percorsi metropolitani, nelle sue incavature sotterranee. Nei quasi trecento blog che i lettori sono invitati a visitare singolarmente, perché ognuno di essi offre uno spaccato di pensiero liberale, conservatore, riformista, cattolico, laico, e quanto altro la libertà può permettere. TocqueVille è un esperimento fusionista, forse il primo nel nostro paese sul versante innovativo della comunicazione telematica. Una fusione che proverà nei prossimi mesi ad esaltare e non ad annullare le tante anime di una città che pensa in grande.

15 giugno 2005

 

 


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