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		Quella strana alleanza che ha cancellatola Costituzione europea
 di Franco Oliva
 [30 maggio 05]
 
 In Francia – ma non solo – la campagna per il referendum sulla 
        Costituzione europea è riuscita a compiere un miracolo. I promotori del 
        oui, con un dispiego di forze multinazionali, sono riusciti a far 
        saldare tra di loro due realtà diverse, rappresentate da due gruppi 
        (culturali, politici, addirittura ideologici) divisi e anche 
        frontalmente contrapposti. Da un lato gli europeisti scettici, quelli 
        cioè che, pur essendo profondamente europeisti, non approvano la via 
        scelta dell’Unione Europea per andare avanti. Dall’altro gli 
        euroscettici, che mettono in discussione non solo il modo ma anche il 
        perché dell’Unione e il suo allargato territoriale e istituzionale.
 
 In pratica, si tratta della contrapposizione fra chi vede questa Europa 
        come un contenitore troppo pieno o troppo vuoto. Ma in questa occasione 
        si sono trovati uniti almeno in un obiettivo: sconfiggere il 
        cechiobottismo, la “saggezza” di chi assicura che sempre e comunque in 
        medio stat virtus, il politically correct, il cicisbeismo politico e 
        culturale. O, per dirlo in maniera più comprensibile: il “talante” alla 
        Zapatero, il buonismo alla Veltroni, il pedagogismo alla Prodi, il 
        trombonismo alla Chirac, la spregiudicatezza alla Schröder.
 
 La retorica al posto dell’analisi, anche quando si tratta di evidenziare 
        le cose oggettivamente positive. Il tout va bien, madame la marquise. Le 
        minacce di un’Apocalisse in caso di voto diverso dalle loro indicazioni. 
        Il tutto farcito di bugie e omissioni sulla deriva burocratica nei 
        metodi di lavoro e nei processi decisionali a Strasburgo e Bruxelles, 
        sui compromessi effettuati, sui guasti provocati all’economia, sui 
        rischi di decisioni basate su desideri e non su fatti reali (vedi 
        allargamento a Turchia e paesi dell’ex Urss), sulla vigliaccheria e 
        sulla marginalità dell’Ue nelle grandi sfide mondiali (globalizzazione, 
        terrorismo, rapporti con l’Islam, ruolo della Cina).
 
 Gli europeisti scettici e gli euroscettici hanno gridato un sonoro “non” 
        a tutto questo. Si sono sollevati contro tutti coloro – politici, 
        funzionari, esperti, giornalisti - che nell’attuale casa europea 
        sembrano vivere e prosperare con grande compiacimento e comodità. Il 
        messaggio ai cittadini normali, se si sa leggere tra le righe, è chiaro, 
        sincero, accorato. Lo dicono in ciascuna delle 20 lingue ufficiali 
        dell’Unione Europea. Per una formula comune si può ricorrere alla 
        traduzione in romanesco, una parlata non ufficiale, ma efficace: “Fatece 
        lavorà, fatece magnà”.
 
 30 maggio 2005
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