Scrivere di analisi statistiche
pre-elettorali su una rivista bimestrale può sembrare un esercizio
temerario, soprattutto in un'epoca in cui sondaggi ed exit-poll sono visti
con sospetto da opinione pubblica e analisti politici. Ma se affidarsi ai
numeri degli istituti di ricerca per prevedere con esattezza l'esito delle
prossime elezioni è senza dubbio azzardato, esaminare le intenzioni
di voto raccolte in un periodo più ampio può forse aiutarci
ad individuare un trend statistico in vista dell'aprile 2006.
Dalla fine del 2002 ad oggi, gli unici tre istituti di ricerca che hanno
condotto con frequenza regolare sondaggi (con dati pubblici) sulle intenzioni
di voto al proporzionale sono stati Ispo, Istituto Piepoli e Swg. Nel grafico
a fianco, abbiamo scelto i dati Ispo perché meglio “spalmati” nel
corso degli anni. Per Swg, invece, non sono disponibili dati dal settembre
2004 al luglio 2005. Mentre l'Istituto Piepoli, molto presente dal luglio
2004 ad oggi, prima di allora ha compiuto rilevazioni soltanto sporadiche.
I dati di questi tre pollster saranno analizzati compiutamente più
avanti.
Altri sondaggisti – come Eurisko e Lorien – hanno registrato una discreta
attività nel 2005, ma sono quasi completamente assenti negli anni
precedenti. Per la cronaca, nei sondaggi condotti da Lorien il vantaggio
del centrosinistra al proporzionale è molto stabile (tra i 6 e gli
8 punti percentuali), mentre i numeri di Eurisko oscillano con una frequenza
maggiore e l'Unione, che a gennaio e marzo aveva soltanto il 2% di vantaggio,
adesso sarebbe davanti del 9%. Anche i dati di Ipr, Dinamiche, Poggi e Coesis
sono troppo isolati e frammentari per essere trattati omogeneamente nel
medio periodo. Ricordiamo comunque che per tutti e quattro gli istituti
di ricerca il centrosinistra, nelle ultime rilevazioni, sarebbe in vantaggio
al proporzionale, anche se con margini diversi: Ipr +5%, Coesis e Poggi
+6%, Dinamiche +8%. Infine, non sono stati presi in considerazione i pollster
attivi negli anni scorsi ma che, per diversi motivi, non hanno condotto
rilevazioni recenti: Ipsos, Abacus, Unicab e Cirm.
Analizzando i sondaggi Ispo (l'Istituto per gli Studi sulla Pubblica Opinione
diretto da Renato Mannheimer) dall'ottobre 2002 ad oggi, si nota immediatamente
che i dati sono piuttosto omogenei tra loro. Non ci sono, per esempio, sbalzi
evidenti in ricerche compiute a breve distanza l'una dall'altra. E l'unico
scarto sensibile risale al dicembre 2003, quando però erano passati
sei mesi dalla pubblicazione dell'ultimo sondaggio. A parte questo “buco”,
Ispo ha sfornato sondaggi con regolarità negli ultimi tre anni, disegnando
un quadro in movimento dei rapporti di forza tra le due coalizioni. Sorpassata
dal centrosinistra nel novembre 2002, la CdL si riprende in fretta e conduce
sugli avversari per i primi mesi del 2003. A febbraio ed aprile, il centrodestra
ha rispettivamente 5 e 4 punti percentuali di vantaggio, ma a giugno questo
margine si è volatilizzato. Dal dicembre 2003 in poi, i numeri Ispo
si consolidano a favore del centrosinistra: a fine anno il vantaggio è
del 3%, nel febbraio 2004 è salito al 6%, a maggio è al 7%,
a settembre scivola al 5% ma già a novembre è schizzato all'8%.
L'inizio del 2005 vede prima il centrodestra in lieve ripresa, poi di nuovo
in calo ed infine, ad ottobre, la sorpresa: la CdL risale al 45% ed è
solo a tre punti percentuali di distanza dal centrosinistra. Il dato è
ancora più interessante se si tiene presente il fatto che gli ultimi
due sondaggi di Ispo non calcolano più il Nuovo Psi nella coalizione
di centrodestra.
I numeri di Swg al proporzionale negli ultimi tre anni sono, invece, piuttosto
singolari. Nei primi mesi del 2003, quando quasi tutti gli istituti di ricerca
vedono ancora la CdL in vantaggio, Swg va in controtendenza e “intuisce”
il sorpasso del centrosinistra prima dei suoi concorrenti: già a
febbraio il centrodestra è sotto di 4 punti percentuali, che scendono
al 2% a giugno e salgono al 5% a settembre. A dicembre, però, quando
tutti vedono il centrosinistra davanti di 4-5 punti, Swg registra un distacco
intorno all'1%, ma assegna all'Unione il 9% di vantaggio appena un mese
dopo. Nel marzo 2004, il centrosinistra è saldamente in testa (51-44),
ma a maggio il suo vantaggio comincia a scendere (4%) per annullarsi totalmente
a settembre, quando le due coalizioni vengono segnalate insieme al 47% (per
Ispo, nello stesso mese, il centrosinistra ha un vantaggio del 5%). I dubbi
sulla solidità dei dati sono legittimi, soprattutto perché
dopo quasi dieci mesi senza la pubblicazione di alcunché, Swg passa
da una generale “sopravvalutazione” della CdL ad una serie di tre sondaggi
(luglio, agosto e settembre 2005) in cui il centrosinistra è saldamente
in testa con un vantaggio che va dagli 8 ai 9 punti percentuali (50-42 a
settembre).
Malgrado la quasi totale assenza dalle scene prima del luglio 2004, anche
l'Istituto Piepoli (diretto, naturalmente, da Nicola Piepoli) merita di
essere preso in considerazione, non fosse altro perché ha pubblicato
ben 13 sondaggi soltanto negli ultimi dodici mesi. Già dall'estate
2004 l'Istituto Piepoli si distingue dagli altri istituti di ricerca perché,
al proporzionale, disegna uno scenario con le due coalizioni molto vicine
tra loro. A luglio e agosto il centrosinistra ha un vantaggio del 3%, che
scende all'1% a settembre per poi risalire al 2% ad ottobre. Nel novembre
e nel dicembre 2004, poi, come nel gennaio 2005, Piepoli vede i due schieramenti
appaiati al 47%. Il centrodestra inizia a perdere terreno a febbraio, quando
ha uno svantaggio del 2% e cala ancora ad aprile, quando il centrosinistra
è davanti 50-45, mantenendo lo stesso distacco anche a maggio. A
giugno, però, il distacco tra le due coalizioni è misurato
intorno al 3% (50-47) e resta stabile anche a luglio (49-46). Dopo il luglio
di quest'anno, non sono più disponibili sondaggi pubblici dell'Istituto,
ma Piepoli all'inizio di ottobre ha rilasciato un'intervista al quotidiano
online Affari Italiani in cui afferma che il vantaggio del centrosinistra
è di 3-4 punti percentuali, con Forza Italia e Ds lievemente al di
sopra del 20% e An e Margherita appaiate al 12%. Secondo Ispo e Istituto
Piepoli, insomma, il vantaggio del centrosinistra nei confronti della CdL
sarebbe quantificabile intorno al 3%. In netto calo secondo Ispo, in lieve
calo secondo Piepoli, che ha sempre visto i due schieramenti molto vicini.
In ogni caso, si tratta di un distacco forse addirittura inferiore al margine
standard di errore statistico. Per Swg, invece, il centrosinistra può
godere di un distacco dell'8-9%, assai più tranquillizzante, che
non è stato in alcun modo scalfito negli ultimi mesi.
Almeno un fatto, però, mette d'accordo tutti gli istituti di ricerca:
sommando i voti raccolti dai suoi partiti alla proporzionale, il centrodestra
recupera una parte dello svantaggio accumulato nei sondaggi condotti su
base maggioritaria. E non si tratta di un recupero modesto. Prendendo in
considerazione soltanto gli ultimi dodici mesi, facciamo qualche esempio.
Nel settembre 2004, Swg e Ispo al proporzionale vedevano rispettivamente
un pareggio (47-47) e un vantaggio del 2% per il centrosinistra (47-45).
Gli stessi sondaggi, al maggioritario, registravano un margine del 6% e
del 15% a favore dell'Unione. Sei punti percentuali di differenza sono molti.
Tredici sono un'enormità. Nell'aprile 2005, secondo Ispo il vantaggio
del centrosinistra alla proporzionale era del 5% (48-42). Al maggioritario
questo distacco lievitava fino a 16% (53-37). Negli ultimi sondaggi condotti
da Ispo e Lorien sia al maggioritario che alla proporzionale, il vantaggio
di 7 punti dell'Unione cresceva fino al 14%. Una buona stima, considerando
i dati aggregati di tutti i pollster, è proprio questa: con la proporzionale,
il centrodestra più o meno dimezza lo svantaggio dal centrosinistra
nei sondaggi.
Un altro problema per l'Unione, con la nuova legge elettorale, è
causato dalla soglia di sbarramento del 2% per i partiti inseriti in una
coalizione (per quelli che corrono da soli, lo sbarramento è al 4%).
Ebbene, secondo i sondaggi più recenti, sono almeno cinque i partiti
del centrosinistra che si trovano pericolosamente vicini a questa soglia:
Verdi (per tutto il 2005 al 3% ma negli ultimi mesi in calo), Comunisti
italiani (che per tutto l'anno sono oscillati tra l'1 e il 3%), Di Pietro
(mai sopra il 2% in nessun sondaggio dal novembre 2004 ad oggi), Sdi (qualche
volta al 3% per Eurisko, ma all'1% per tutti gli altri) e Udeur (mai sopra
il 2% dal 1999, ma in crescita negli ultimi mesi). Chi più chi meno,
tutti questi partiti rischiano in teoria di restare fuori dal prossimo Parlamento.
E questo rischio aumenterebbe in caso di presentazione di una lista unica
tra Ds e Margherita, potenzialmente in grado di attirare elettori anche
dagli altri partiti dello schieramento. Basterebbe, insomma, che una di
queste cinque formazioni non riuscisse a superare il 2% per azzerare quasi
del tutto (se hanno ragione Ispo e Piepoli) il vantaggio del centrosinistra
nei confronti della CdL.
Andrea Mancia, caporedattore di Ideazione
(c)
Ideazione.com (2006)
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