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Reato di clandestinità: no preventivo di Onu e Vaticano
di
STEFANO CALICIURI
[03 giu 08] Vaticano e Onu contro l’Italia. O meglio, contro il governo. La proposta di introdurre il reato di clandestinità continua ad accendere la polemica. Per prima è intervenuta Louise Arbur, alto commissario per i rifugiati delle Nazioni Unite, rinnovando l'allarme per il presunto aggravarsi di fenomeni quali l’intolleranza e la xenofobia in Italia. “In Europa – ha detto - sono fattore di enorme preoccupazione le politiche repressive, così come gli atteggiamenti xenofobi e intolleranti, nei confronti dell’immigrazione clandestina e delle minoranze neglette. Esempio di queste politiche e di questi atteggiamenti sono la recente decisione del governo italiano di rendere reato l’immigrazione clandestina e i recenti attacchi contro campi rom a Napoli e Milano”. Analoga posizione espressa dal cardinale Angelo Bagnasco che si è espresso in maniera contraria ai centri di permanenza temporanea, auspicando che “siano davvero temporanei”. Ed ha aggiunto: “Gli immigrati sono una risorsa per le società in cui lavorano, qualunque sia il loro status legale, ed è loro diritto che venga affrontato il problema della separazione familiare, temporanea o prolungata”.
La reazione del governo italiano non si è fatta attendere. Prima attraverso le parole dell’ambasciatore italiano all’Onu, Giovanni Caracciolo di Vietri (“Il nostro Paese è da sempre in prima linea contro il razzismo, la xenofobia e l’intolleranza”), poi con la nota diffusa dalla Farnesina che sottolinea come sia inopportuno e prematuro parlare di interventi che ancora non sono stati adottati ma semplicemente discussi e sottoposti al dibattito. “Esprimere valutazioni premature su proposte che ancora il Parlamento italiano non ha discusso desta sorpresa, ma non condizionerà il dibattito politico nazionale, che sarà come sempre trasparente ed aperto al contributo di maggioranza ed opposizione. In ogni caso, si tratta di una questione che non ha nulla a che vedere con la xenofobia o con la discriminazione su base razziale, e che affronta invece il fenomeno dell’immigrazione illegale e degli strumenti legislativi per ridurlo, nell’ambito beninteso delle garanzie previste dall’ordinamento giudiziario e nel pieno rispetto delle direttive dell’Unione Europea.
Questa mattina, intanto, sit-in di protesta da parte dei leghisti veneti contro la creazione di un nuovo campo nomadi a Mestre. I lavori sarebbero partiti proprio questa mattina, facendo seguito ad una delibera che finanzia il progetto con circa 3 milioni di euro. Decine di persone, tra molti militanti del Carroccio, hanno occupato l’area in questione incatenandosi per non far avviare il cantiere. La struttura prevede la costruzione di casette con annesso spazio per parcheggiare la roulotte che andrebbero consegnate a decine di famiglie sinti che già da tempo sono stanziate a Mestre. Dure le proteste da parte dei residenti, dei quali si fa da portavoce Alberto Fazzoletto, capogruppo leghista in Consiglio comunale. “Il sindaco di Venezia, Massimo Cacciari con questa iniziativa ha tradito i veneziani. I costi del campo incideranno sulla finanza locale e impediranno altre opere che sono prioritarie. A Venezia c’è una emergenza abitativa per almeno duemila persone, sfrattate o prive di casa: i soldi per il campo dovevano andare a loro. Per Cacciari vengono prima i nomadi che i veneziani indigenti”.
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