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Giulio “Hood” Tremonti e la battaglia dei conti
In arrivo una manovra finanziaria su scala triennale. Un’intuizione del ministro dell’Economia che presenta un piano di sviluppo coerente e trasparente.
di STEFANO CALICIURI

[19 giu 08]
Il governo del fare ha mosso i primi passi. In soli nove minuti il Consiglio dei ministri ha approvato la manovra finanziaria su scala triennale proposta da Giulio Tremonti. Asciugate le lacrime e tamponato il sangue di prodiana memoria, l’attuale inquilino di via XX Settembre ha redatto un piano di previsione suddiviso in un decreto ed in un disegno di legge, per “semplificare l’iter in Parlamento, prima alla Camera e poi al Senato”. L’obiettivo minimo da raggiungere è il pareggio dei conti entro il 2011 e per far sì che questo accada Tremonti ha voluto redigere la manovra su scala triennale. Maggior controllo dell’andamento dei prezzi, vincoli a media scadenza e, soprattutto, nelle previsioni di premier e ministro, costante riduzione della spesa pubblica.

Semplificazione e trasparenza sembrano essere le due parole chiave che hanno guidato la mano di Tremonti nella stesura del piano finanziario. A cominciare dalla Pubblica Amministrazione, così come già veementemente anticipato dal ministro Brunetta. Le consulenze saranno drasticamente ridimensionate: gli enti locali potranno conferire incarichi individuali con contratti di lavoro autonomo a esperti di particolare e comprovata specializzazione solo in presenza di determinati presupposti, comprovati peraltro dalla mancanza di una figura analoga già inserita nell’organico effettivo. Scompariranno entro il mese di dicembre le comunità montane. Saranno le Regioni a provvedere, su richiesta dei Comuni, a ripartire con oneri a loro carico, le risorse umane e strumentali delle medesime comunità montane. Abolite anche le province della aree metropolitane (Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Bari e Napoli). Gli organi di governo resteranno in carica sino allo scadere dell’attuale mandato consiliare; lo Stato e le regioni provvederanno poi a trasferire gradatamente le competenze soppresse ai comuni capoluogo di riferimento. Per quanto riguarda i servizi pubblici locali si va verso la definitiva liberalizzazione. L’affidamento dei servizi stessi potrà essere affidato anche a società private o partecipate (comunque non meno del 30 per cento del capitale deve essere privato), individuate attraverso gare pubbliche. Una deroga a tale norma sarà prevista soltanto nelle situazioni in cui non ci sarebbe reale convenienza nell’affidare il servizio ad una società non pubblica. E’ anche prevista la norma che impedisce al titolare del servizio di svolgere altro tipo di attività per più di un ente pubblico.

Sul fronte del mondo del lavoro le novità sono molte ed importanti, a cominciare dalla semplificazione del contratto di apprendistato attraverso cui si vuol favorire i giovani diplomati e neolaureati. Esso potrà essere utilizzato anche per i dottorati di ricerca, con lo scopo di favorire un maggior raccordo tra università e aziende. In caso di formazione aziendale, alle parti sociali è data la possibilità di accordarsi bilateralmente con gli enti interessati. Prevista anche l’istituzione del libro unico, in cui l’azienda potrà inserire il nominativo e la matricola di tutti i propri dipendenti, anche a termine, e dei collaboratori. Tra le misure urgenti che dovranno passare al vaglio del Parlamento, di non secondaria importanza è quella relativa alla creazione di un’azienda in un giorno: in questo modo si vuol dare la possibilità a chiunque di avere accesso al mercato in tempi rapidi e competitivi. Non sarà più possibile, inoltre, far sottoscrivere al lavoratore le dimissioni in bianco: compare, quindi, l’obbligo di dare le dimissioni volontarie compilando un modulo del ministero del Lavoro con numerazione progressiva. Novità anche sul fronte pensionistico dove è stato abolito il divieto di cumulo tra pensione e redditi da lavoro, dando quindi la possibilità di cumulare interamente i redditi da lavoro dipendente e autonomo con le pensioni di anzianità e di invalidità a carico dell’assicurazione generale obbligatoria. Si completa così il quadro della cumulabilità totale già prevista per i titolari di pensioni di vecchiaia, di anzianità liquidate con 58 anni di età e 37 di contributi, oppure di anzianità liquidate con 40 anni di contributi, o ancora equiparate a quelle di vecchiaia per compimento di età pensionabile (65 anni per gli uomini e 60 per le donne). Per questi, infatti, è già prevista la totale cumulabilità con i redditi derivanti da lavoro dipendente e autonomo.

La famiglia sarà sostenuta grazie a un fondo aperto presso il ministero delle Infrastrutture per sopperire all’emergenza abitativa: saranno 550 milioni di euro destinati principalmente alla prima casa per giovani coppie a basso reddito, per soggetti sottoposti a procedure esecutive di rilascio, per immigrati in regola con i permessi di soggiorno. L’acquisto dell’alloggio da parte dei nuclei familiari dovrà avvenire in regime di comunione legale, quindi dovrà essere intestato ad entrambi i coniugi. I lavori occasionali saranno regolarizzati attraverso buoni prepagati e spendibili di volta in volta a seconda del servizio richiesto, come ad esempio giardinaggio, baby sitting, vendemmia, lavoratori stagionali per gli under 25. Nel sud sarà aperta la Banca del Mezzogiorno Spa: entro quattro mesi dall’approvazione delle norme, sarà il ministero del Tesoro a nominare il comitato promotore ed a valutare le modalità di composizione dell’azionariato, che comunque dovrà essere in maggioranza privato e aperto all’azionariato popolare diffuso. Lo Stato verserà inizialmente 5 milioni di euro, cifra che dovrà essere restituita entro cinque anni. Anche la cosiddetta Robin Hood tax è rivolta al sostegno di anziani e famiglie in difficoltà, probabilmente con l’istituzione di una carta prepagata spendibile in beni di prima necessità. In sostanza, saranno tassate le aziende petrolifere che creano utili approfittando dell’aumento del prezzo del greggio. Il giochetto è facile: si immagazzina una enorme quantità di petrolio pagato a basso costo e lo si rivende di volta in volta al prezzo imposto dal mercato. Saranno dunque questi ricavi “immorali” ad essere tassati al 33 per cento.

Sul fronte energia il governo è intenzionato ad automatizzare il processo di diminuzione del prezzo dei carburanti agendo direttamente sulle accise quando il prezzo internazionale del greggio aumenterà in misura pari o superiore, nella media trimestrale, a due punti percentuali rispetto al valore indicato dal Dpef. Saranno, inoltre, varate norme per favorire la concorrenza nella rete di distribuzione dei carburanti e la realizzazione di punti di distribuzione indipendenti. Entro il 30 giugno del 2009 sarà poi definita una strategia energetica nazionale che avrà come obiettivi la diversificazione delle fonti di energia, il miglioramento della competitività del sistema energetico nazionale, la promozione di fonti rinnovabili e la realizzazione di impianti nucleari. Il graduale ritorno alla produzione di energia nucleare comincerà a partire dal prossimo mese di dicembre, quando il governo e gli enti locali dovranno incontrarsi per stabilire i siti in cui costruire le centrali.


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