Note a margine - Una rubrica di Daniele Capezzone

[18 feb 08]

Pdl, attenti all'effetto amnesia

L'"effetto memoria" è - per chi si occupa di fisica e di chimica - una complicata questione che ha a che fare con le batterie ricaricabili. Eppure, la stessa espressione potrebbe essere usata anche da un analista elettorale, sia pure con significato opposto: lì, il problema è che le batterie tendono a scaricarsi; qui, si tratta - in qualche modo - di "ricaricare" gli elettori, richiamando al loro ricordo le ragioni e le emozioni positive che li portarono, in una precedente occasione, a sostenere un partito, un progetto, un leader. Silvio Berlusconi è indubbiamente abilissimo anche in questo: gli bastano poche parole d'ordine per riportare tanta parte del Paese allo stato d'animo del 1994 e del 2001, e per risuscitare in vastissimi settori dell'elettorato i sentimenti e i ragionamenti che lo hanno premiato e lo hanno reso da quattordici anni un elemento imprescindibile del quadro politico italiano.

La mia impressione è che stavolta, in una campagna che vede un grande vantaggio iniziale del centrodestra ma potrebbe comunque rivelarsi assai insidiosa, oltre a determinare l'"effetto memoria" sull'elettorato più affezionato, il Popolo delle Libertà dovrà soprattutto evitare che un'altra porzione di elettori - i molti indecisi, che secondo alcuni oscillerebbero tra il 25 e il 30 per cento della popolazione - sia vittima di un fenomeno completamente diverso, una sorta di "effetto amnesia". A Walter Veltroni, infatti, in queste prime battute di campagna elettorale, sta riuscendo l'operazione illusionistica di far letteralmente sparire dalla scena Prodi, Padoa Schioppa e Visco, cioè il terzetto che, con una politica fiscale aggressiva e dissennata, ha spaventato non solo la base sociale della Cdl, ma anche tanti elettori indipendenti, e perfino una parte tutt'altro che marginale dell'elettorato di centrosinistra. Ecco, mentre Veltroni cerca con tutte le sue forze di "rimuovere" quel passato (pur così recente), mentre tenta di sostituire alla plumbea iconografia del prodismo la sua scintillante mitopoiesi, servirebbe che il Popolo delle Libertà compisse uno sforzo uguale e contrario per evitare che sulle imprese di Prodi-Tps-Visco cali un sipario frettoloso e comodo (per il Pd).

Ecco perché - tra molte altre ragioni - c'è da temere una campagna elettorale che, anche sotto la spinta dell'iniziativa di Giuliano Ferrara, dovesse eventualmente schiacciarsi sull'aborto, sulla Ru486, sulla messa in discussione della 194. Nulla quaestio - ovviamente - sulla convivenza tra opinioni diverse nello stesso partito: nel Partito Repubblicano e nel Partito Democratico americano, è questa la (sacrosanta) regola. Ma guai se quei temi, e con quegli accenti, divenissero il centro mediatico della campagna. Per il centrodestra, sarebbe un errore drammatico e triplice: in un colpo solo, si perderebbe la linea di pluralismo etico che ha sempre caratterizzato la Cdl; si determinerebbe una forte ondata di scoraggiamento e fastidio nei confronti del vastissimo elettorato femminile indipendente; e infine, appunto, si farebbe a Veltroni l'insperato regalo di togliere dal tavolo le tasse, la spesa pubblica, l'oppressione burocratica, le incontestabili prove di malgoverno del centrosinistra che hanno lasciato segni sulla carne viva di tanti elettori italiani. Sarebbe un errore pesante. C'è da augurarsi che sia evitato.

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