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[09 mag 08]

I Supereroi invadono Hollywood

La seguente parata di stelle di prima grandezza di Hollywood ha raccolto, nel corso degli anni, ben sei premi Oscar e venticinque nomination: Hugh Jackman, Ian McKellen, Halle Berry, Willem Defoe, Tobey Maguire, Alfred Molina, Eric Bana, Jennifer Connelly, Nick Nolte, Ben Affleck, Colin Farrell, Jennifer Garner, John Travolta, Roy Scheider, Nicolas Cage, Peter Fonda, Robert Downey Jr., Gwyneth Paltrow, Jeff Bridges, Samuel L. Jackson, Edward Norton, Liv Tyler, Tim Roth, William Hurt. Non stiamo parlando del cast stellare del prossimo capolavoro di Steven Spielberg, né dei nominati ai prossimi Academy Awards.

Nonostante si tratti di nomi che senza dubbio resteranno nella storia della settima arte, in questo caso ci interessano semplicemente perché, dal 2000 al 2008, sono stati tutti vittime della Marvel Fever. E’ una strana malattia che sta contagiando decine di star e che prende il nome dalla storica casa editrice di fumetti. Dal primo X-Men (2000) a L’Incredibile Hulk (in uscita il prossimo giugno), i Marvel Comics hanno conquistato una fetta considerevole dell’immensa e succulenta torta del cinema hollywoodiano. Supereroi, effetti speciali, budget stellari, sono gli ingredienti principali di un business che non accenna a fermarsi. Qualcuno potrebbe dire che sono le solite americanate, i soliti kolossal da botteghino, privi di consistenza narrativa e assolutamente scadenti dal punto di vista della qualità. E invece no, ancora una volta gli snob di celluloide prenderebbero una cantonata madornale. Semplicemente perché alcuni di questi film possono essere considerati capolavori del genere, con ottime sceneggiature e superbe interpretazioni attoriali.

Basti pensare alla trilogia di Spiderman, magistralmente diretta da Sam Raimi e con un ottimo Tobey Maguire nei panni dell’Uomo Ragno. Le avventure del giovane Peter Parker, già universalmente conosciute grazie ai fumetti a partire dal 1962, con la trasposizione cinematografica sono diventate oggetto di culto per le nuove generazioni. Ed è merito anche, e soprattutto, dell’ottima fattura delle tre pellicole. Molti critici e studiosi di cinema pensano, sbagliando, che ai giovani non importi la qualità di un film, che basino il loro giudizio su altre caratteristiche quali gli effetti speciali, la colonna sonora, il merchandising, il battage pubblicitario. Invece proprio i giovani cinefili stanno dimostrando un’attenzione smisurata per i film di buona fattura. Che si tratti di action movie, comics movie o film d’autore poco importa. Quello che conta è la qualità.

L’hanno capito perfettamente anche i produttori, che da X-Men in poi hanno curato sempre di più l’aspetto narrativo, senza ovviamente tralasciare gli effetti speciali, dai quali non si può prescindere per film del genere. Non stupisce, dunque, che la carriera di un dimenticato (ma sempre bravissimo) Robert Downey Jr. stia riprendendo vertiginosamente quota proprio grazie ad Iron Man, altro Supereroe che ha abbandonato le pagine dei fumetti per sbarcare al cinema. E la contagiosa supereroi-mania è ormai diventata anche in, cool, glamour, come direbbero i sofisticati frequentatori dei salotti newyorchesi, se è vero che un mostro sacro della moda come Giorgio Armani ha organizzato una sontuosa mostra dal titolo Superheroes, Fashion and Fantasy, interamente dedicata agli abiti indossati dai Supereroi dei fumetti. Tutto lo star system era presente al vernissage, preceduto da un raffinatissimo gala di beneficenza.

La grandissima popolarità dei fumetti al cinema, dunque, rende giustizia a un genere letterario, nessuno si scandalizzi se lo chiamiamo così, troppo spesso bistrattato nel corso dei decenni. Per lunghissimi anni ci hanno raccontato che l’appassionato-tipo di fumetti era un ragazzo della provincia americana, maniacale collezionista di album e strisce, magari con qualche problema di socializzazione e voglia di fuga dalla realtà. Ma il cinema, ormai è cosa nota, può trasformare la visione comune che si ha di un particolare fenomeno. Oggi i fumetti, soprattutto quando si trasformano in kolossal hollywoodiani, diventano opere d’arte, veri e propri capolavori. Nonostante i tanto commerciali effetti speciali, nonostante i gadget e il giro di miliardi creato dal merchandising, nonostante sbanchino puntualmente il botteghino. E’ un altro passo verso la consapevolezza che il cinema non è grande solo quando annoia.

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