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Lo stivale visto all’incontrario
Nelle
scorse settimane avevamo lamentato una certa indolenza della stampa europea
rispetto al voto italiano. Come però previsto, nell’ultima settimana
l’attenzione è aumentata, tanto che il problema è divenuto quello di
selezionare. Partiamo dai quotidiani francesi, che hanno optato per articoli
di dettaglio, probabilmente fidando su una maggiore familiarità del pubblico
transalpino con le vicende italiane. Curiosa la scelta di Le Monde e Le
Figaro di affidare due reportage praticamente gemelli sulla città siciliana
di Corleone.
Le Monde tiene le elezioni un po’ a distanza,
Le Figaro ci si tuffa a pesce: l’Udc non sarà contenta di quello che
scrive. Per quanto riguarda la campagna elettorale, sempre Le Figaro si
concentra su quella che chiama la cassaforte del centrodestra,
il Nord e il ritorno della questione settentrionale.
Le Monde si concentra sul rush finale e sulla preoccupazione per gli
indecisi che avrebbe spinto Berlusconi ad abbandonare i toni pacati e a
rispolverare vecchi cavalli di battaglia come la guerra ai magistrati e il
pericolo dei comunisti.
Se il Nord con la questione settentrionale s’è preso gran parte delle attenzioni della campagna elettorale italiana, è al Sud che i giornali esteri hanno spedito il loro inviati alla ricerca di segnali positivi. Il Mezzogiorno resta il buco nero del Paese, stretto fra le mafie e i rifiuti per le strade. L’americano Times (unica eccezione “extracomunitaria” che facciamo) è andato fino ad Amendolara, piccolo paese sperduto in Calabria, per ricavare impressioni e speranze. Il reportage è ampio, di Mezzogiorno si parla con un esperto come Fabrizio Barca. Ma nonostante gli sforzi e le buone intenzioni, non pare che gli spunti di ottimismo siano poi tanti.
Dietro i problemi, un cliché duro a morire
La
questione giudiziaria, invece, resta il tallone d’Achille di Silvio
Berlusconi nei confronti della stampa straniera, senza distinzione fra
giornali di orientamento conservatore o progressista. Ai primi appartiene
certamente
Le Figaro, che con il suo inviato a Milano ci racconta il crollo di
popolarità dei giudici di Milano presso l’opinione pubblica e imputa al
governo di centrosinistra di non aver tenuto fede alle promesse di
revisionare le leggi ad personam varate dall’esecutivo precedente.
Fino al berlinese Tagesspiegel, area socialdemocratica, che sull’argomento fa un po’ di demagogia e infila nel suo articolo praticamente tutto l’arco costituzionale, senza alcun rispetto per una regola, che in Italia come in Germania rappresenta una garanzia di libertà: la presunzione di innocenza. Con troppa leggerezza, il quotidiano tedesco annuncia che molti condannati e accusati si rifugiano in Parlamento per evitare conseguenze giudiziarie. Si va da Totò Cuffaro (Udc) a Francesco Caruso (Sinistra arcobaleno). Sobrio anche il titolo: politica invece che galera. I lettori si sollazzeranno nel solito cliché del Belpaese, ma forse è anche colpa nostra. Il tono resta un po’ saccente, anche quando l’analisi si allarga alla campagna elettorale: nel mirino sempre Berlusconi, quando sceglie toni soft e quando alza la voce come nel caso Alitalia. Per Veltroni, solo la citazione del lungo viaggio in pullman. sabato si recupera con un articolo più approfondito sull'impasse politica ma francamente i cronisti del Tagesspiegel si potevano sforzare di più. Un po’ sulla stessa riga, ma con più classe, gioca la Süddeutsche Zeitung che si diverte a dipingere il carosello elettorale italiano tirando fuori dalla mischia una serie di personaggi per gettarli nel frullatore delle pagine online. C’è un po’ di tutto (un po’ troppo di tutto) da Totò Cuffaro ad Alessandra Mussolini, da Willer Bordon a Vladimir Lussuria, da Nino Strano a Giuliano Ferrara. Vorrebbe essere un articolo ironico. In alcuni passaggi è tuttavia superficiale.
Lo stupore della
Spagna felix
Affidiamo allora il ritratto di Veltroni, in fin dei conti una novità dopo
anni di duello Prodi-Berlusconi, allo spagnolo
El Mundo che inquadra il leader del Partito democratico in chiave
spagnola: “Sogno un’Italia dinamica e moderna sul modello spagnolo”.
Finalmente, via con i cliché.
I giornali spagnoli sembrano davvero interessati all’Italia. Le elezioni sono lo spunto per affondare la lama nei problemi del Paese, con analisi approfondite e inchieste che indagano le ragioni del declino economico. Viaggio tra economisti e imprenditori per El Pais ed El Mundo: le soluzioni proposte dai candidati non sembrano, a detta dei due quotidiani, essere all’altezza delle necessità. E allora si consola con un po’ di colore il quotidiano conservatore-cattolico ABC (la Spagna è proprio un Paese sorprendente, pensate a un articolo del genere su Avvenire!): lo scenario è Roma e la campagna per il Campidoglio, la protagonista è Milly D’Abbraccio, la candidata porno. Ne avevamo parlato anche su Ideazione.
Berlusconi, Veltroni e Beppe Grillo
Torniamo seri. E affidiamoci a quella che in Germania è considerata la
stampa seria. Area conservatrice. La Frankfurter Allgemeine Zeitung traccia
i ritratti dei due candidati principali.
Silvio Berlusconi, il suo modo di far politica, le sue gag che tanto
piacciono al suo pubblico e le preoccupazioni tedesche per un possibile asse
dei mattacchioni tra lui e Sarkozy. E
Walter Veltroni, il sensibile, un aggettivo che più o meno sta per il
nostro “buonista”. Ma anche il visionario, appassionato di media e cultura
che, secondo il quotidiano di Francoforte, rappresenta la nuova generazione
della politica italiana. Spazio anche alla lista di Giuliano Ferrara e alla
sua campagna contro l’aborto,
con un servizio in video.
Area progressista. Molto negativo è il quadro generale dell’Italia che il settimanale Die Zeit offre ai suoi lettori. L’articolo che venerdì apriva l’edizione online era intitolato “Trionfo del dispotismo”. L’autore è italianissimo: Francesco di Donato, professore di storia della politica all’Università della Calabria ed editorialista de La Stampa. Di Donato descrive un Paese in crisi, finito da quindici anni in un cul de sac, con regole non rispettate, tempi della giustizia da terzo mondo, un’èlite politica considerata una casta (citazione del libro di Stella), una polverizzazione partitica che aumenta il caos (qui però il professore sottovaluta l’unico elemento di novità della campagna elettorale in corso, la semplificazione del quadro partitico operata da Veltroni e Berlusconi con il Pd e il Pdl). L’analisi è a 360 gradi, si affida a citazioni di Piero Gobetti, Tomasi di Lampedusa e Gianfranco Miglio ma la conclusione è sconfortante: con questo voto non cambierà nulla. Poi in conclusione il pessimismo si fa cosmico: neppure alla prossima e alla prossima ancora. Non stupisce, dunque, che due settimanale fa il settimanale abbia affidato un commento a Beppe Grillo (poi intervistato anche dallo Spiegel) che diceva: “Tedeschi, occupateci”. Nessuno ha fatto notare l’infelicità storica del paradosso grilliano. E chissà poi perché dovremmo curare l’antipolitica con una dose ancora maggiore di antipolitica. Misteri teutonici. La Zeit completa il dossier con un lungo e - ça va sans dire - amaro reportage affidato allo scrittore tedesco Peter Schneider, intellettuale di sinistra, assai noto anche in Italia e assiduo frequentatore del nostro Paese. I temi sono crudi: l’immondizia napoletana, la disaffezione degli italiani per la democrazia, un comico come (anti)politico più amato, la fine della leggerezza e dell’allegria, il populismo, la corruzione che non conosce differenze di partito. Ci voleva uno scrittore tedesco per indagare a fondo il male oscuro dell’animo italiano agli albori del Ventunesimo secolo.
Stampa inglese:
it’s the economy, stupid!
Speciale sull’Italia, con robusta sezione economica, per il quotidiano
finanziario inglese
Financial Times che descrive con abbondanza di informazioni le peripezie
della compagnia aerea di bandiera, l’Alitalia, al centro suo malgrado della
campagna elettorale. Una lunga intervista video a Mario Monti e a
imprenditori italiani analizza la questione del declino e le misure
necessarie per porvi rimedio. Ricca anche la parte dedicata alla politica.
Una certa malizia si nota invece nell’articolo politico del francese
Liberation: dopo aver descritto le vicende della campagna elettorale, il
quotidiano storico della gauche francese valuta la riduzione del vantaggio
iniziale di Berlusconi, il rischio di un pareggio e offre per primo ai
lettori stranieri l’immagine che da noi ha già avuto una certa fortuna
mediatica, il Veltrusconi. Governo di larghe intese, il tempo di modificare
la legge elettorale e poi di nuovo alle urne.
L’Economist lancia l’ultima stoccata della sua guerra ad personam contro Berlusconi. Curioso invece quello che è accaduto all’inglese Times. Pubblica un articolo assai benevolo verso Walter Veltroni che sembra scritto dal suo ufficio stampa, in cui rilancia l’idea dell’Obama italiano, e si becca le critiche feroci di alcuni lettori italo-inglesi.
Italia in primo piano anche nell’Euroblog di Mark Mardell, corrispondente europeo della BBC. Nell’ultima settimana ha preso armi e bagagli e si è trasferito a Milano, dove ha intervistato imprenditori ed economisti. Segue le ultime battute della campagna elettorale filtrandole dall’osservatorio economico e finanziario del Paese. Valuta proposte e promesse con il metro di chi si chiede se serviranno all’Italia per uscire dalla crisi. Un approccio molto concreto, pragmatico, se vogliamo molto british. Non pare, però, che abbia trovato le soluzioni che cercava.
La frontiera
(austro-tedesca) dei blog
Ed è proprio quella dei blog la nuova frontiera dei giornalisti. Oltre a
quello di Mardell e a quello gauchista già segnalato la scorsa settimana
della corrispondente da Roma di Süddeutsche Zeitung e Die Zeit
Birgit Schönau, citiamo una nuova entrata in lingua tedesca: è un blog
che viene dall’Austria ed è tenuto per Der Standard da
Gerhard Mumelter, freelance di stanza a Roma.
Le riflessioni di un filosofo sul mondo che cambia. _____________ Un occhio indiscreto e dissacrante nei Palazzi del potere. _____________ _________________ IL POST I migliori post del giorno selezionati dai blog di Ideazione. _____________ IDEAZIONE DOSSIER Analisi, approfondimenti e reportage.
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