Le ultime
vicende del beauty contest dell’Alitalia (ossia il ritiro di Air
One, che era comunque l’ultimo concorrente) hanno riportato alle
mente (di chi vi partecipò) un seminario a porte sprangate tenuto
(riservatissimamente) il primo maggio del lontano 1992. Presiedeva
(in altra veste rispetto a quella che indossa adesso) l’attuale
ministro dell’Interno Giuliano Amato e l’obiettivo degli economisti
riuniti era quello di abbozzare il programma di quello che sarebbe
stato il governo che sarebbe emerso delle elezioni in programma in
giugno. Si parlava molto degli aspetti macro-economici del Trattato
di Maastricht, quando uno degli intervenuti ha aperto il documento,
ne ha letto alcuni articoli ed ha sottolineato che la vera essenza
del Trattato è che operazioni come quelle del risanamento (pescando
nelle tasche di Pantalone) del Banco di Sicilia e del Banco di
Napoli (temi allora di grande attualità) non si sarebbero potute non
solo effettuare ma neanche concepire più. Questo aspetto del beauty
contest (la gara per la cessione del 39per cento e successivamente
di tutta la compagnia) è stato trascurato da molti commentatori in
questi mesi. Tuttavia era probabilmente ben chiaro ai potenziali
contendenti che uno dopo l’altro si sono sfilati dalla contesta. In
breve, o avrebbero avuto mano libera per una durissima cura da
cavallo (che avrebbe inciso drasticamente sui livelli occupazionali)
o ci avrebbero rimesso le penne in quanto nessun Samaritano sarebbe
corso in loro aiuto (come avvenne ai banchi meridionali oltre tre
lustri orsono).
Lo dice a tutto tondo il documento del servizio studi della Banca centrale europea “Corporate Finance in the Euro Area? Including Background Material” in corso di pubblicazione come Ecb Occasional Paper n. 63. Lo ha curato una squadra di specialisti del Sistema europeo di Banche centrali (Franceso Drudi, Annalisa Ferrando, Petra Koehler, David Marques, Elmar Stress, Thomas Vlassopoulos, Carmel Martinez-Carrascal, Carmelo Salleo, Roman Perrard, Anssi Rantala, Annie Sauve, Yener Altunbas, Angela Maddaloni, Stefano Borgioli, Peter Askjaer-Drejer, Francesco Bevilacqua). L’analisi è approfondita e comparata e consente di afferrare le caratteristiche della scorporate finance nell’area dell’euro non solo nelle sue implicazioni di politica monetaria (l’aspetto su cui spesso più si pone l’accento) ma anche su quelle di strategia aziendale. I dati coprono il periodo 1995-2005 (ma in alcuni casi giungono al marzo 2007). La situazione finanziaria dell’Alitalia (senza un cavaliere bianco che se ne prenda carico per risanarla e rilanciarla, effettuando le riorganizzazioni necessarie) non è in linea non tanto con le regole del Trattato di Maastricht e decisioni successive (si può sempre sperare in giudici fantozzianamente dal cuore tenero) quanto con la lex mercatoria (le prassi delle transazioni internazionali, molto più cogenti delle regole scritte) che in dieci anni circa di unione monetaria si è affermata e consolidata nell’area dell’euro.
È illusorio sperare in un Samaritano finanziario (ossia in una o più banche che corrano al salvataggio): William Bernstein nell’ultimo fascicolo del Financial Analysts Journal rileva come la lex mercatoria si applichi anche al settore dei servizi finanziari. Infine, Daniel Kaufmann , Aart Kraay e Massimo Mastruzzi in un esame degli indicatori di governance nel 1996-2006 per 212 paesi (World Bank Policy Research Working Paper n. 4280, disponibile in Europa in settembre in versione cartacea) mostrano come la non osservanza della lex mercatoria incida sulla credibilità non solo delle aziende ma anche dei governi. Dove andare a parare? Un percorso consiste nel portare i libri in tribunale ed iniziare una procedura di fallimento come sostengono da tempo economisti specializzati nel ramo (si pensi agli scritti di Carlo Scarpa su La voce@info o nei documenti dell’Istituto Bruno Leoni). Un'altra strada possibile è (dietro autorizzazione dell’Ue) lanciare una nuova gara, ma con tutte le regole e le procedure del caso, non uno sbrindellato beauty contest inconcludente. Tertium non datur. Ho gestito gare internazionali per tre lustri quando lavoravo in Banca Mondiale e non vedo altre possibilità.
(c)
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