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Vertice Ue-Russia: compromesso nell’interesse di tutti
di STEFANO GRAZIOLI

[01 lug 08] Volemose bene. Che conviene a tutti. Ed è meglio che guardarsi in cagnesco e farsi i dispetti per un po’ di carne polacca o le bollette del gas. E’ questo in sintesi quello che è venuto fuori dal vertice tra Russia e Unione Europea tenutosi lo scorso fine settimana a Khanty-Mansijsk. In Siberia c’é stata la partenza ufficiale delle trattative per il nuovo accordo di cooperazione e partenariato che sarà seguita il 4 luglio dal primo round di negoziati. Strada in discesa, pare, tra i sorrisi del presidente della Commissione Barroso e il capo di stato Dmitry Medvedev, qualcuno “con cui lavorare con spirito sereno. Noi apparteniamo alla stessa civiltà: lui fa riferimento alla tradizione del diritto europeo, è un avvocato e lo sono anche io”. Parole del portoghese nei confronti del russo che anche se sanno di diplomazia alla melassa indicano che a livello formale qualcosa va meglio che con Vladimir Putin. Anche se la sostanza non cambia.

Il dossier centrale nelle relazioni russo-europee è quello energetico. Barroso sa benissimo qual è la situazione e l’ha ribadito in conferenza stampa: “Per due terzi dipendiamo dalle risorse energetiche russe. La Russia resta un fornitore di energia per l’Unione europea e l’Ue rimarrà per la Russia il più importante mercato di esportazione. Per ciascuno di noi, come produttori e come consumatori, la sicurezza energetica è di primaria importanza”. E allora è meglio trovare compromessi che possano soddisfare, se non tutti, i più. Il Cremlino ha sottolineato che la strategia della sicurezza comune comprende anche le rotte del gas, e per questo progetti come North Stream o South Stream sono vitali. Poco importa se facendo affari con Germania e Olanda (entrata la scorsa settimana ufficialmente nel consorzio di North Stream con Gasunie) si vanno a scontentare altri (polacchi e baltici). A Mosca non va giù il fatto che, come ha affermato il presidente di Gazprom Alexei Miller qualche giorno fa a Parigi, in Europa ci siano “due visioni: le aziende, con cui abbiamo relazioni ottime, sanno che siamo partner affidabili. I politici, o meglio i politicanti, ci dipingono come i cattivi nei film di James Bond, pronti a lasciare l’Europa senza gas. Mi chiedo: perché dovremmo spendere 25 miliardi di dollari per costruire gasdotti come il North e il South Stream, solo per poi chiudere i rubinetti e mettere in ginocchio tutte e due le economie?”.

 

E allora via, verso un “accordo strategico” tra Russia e Unione Europea, la cui formalizzazione richiederà circa un anno, questo almeno prevede il ministro dello sviluppo economico russo Elvira Nabiullina. La volontà russa di progredire e sbarazzarsi degli ostacoli che hanno rallentato una partnership efficace, almeno a parole, non manca: “Vogliamo andare avanti - ha detto Medvedev - dare un nuovo impulso alle nostre relazioni e superare tutti i problemi che si pongono sul cammino del nostro avvicinamento”. Non saranno rose e fiori, ovviamente, né per quel riguarda il dossier energetico che quello sull’architettura di sicurezza (Mosca ritiene lo scudo spaziale americano una “cattiva idea” e la Nato è “l’organizzazione militare più potente in Europa, non può però essere la base per garantire la sicurezza”, così Medvedev), ma non si vedono grandi alternative all’orizzonte. Come ha detto Mikhail Gorbaciov, l’alleanza tra Russia e Ue è praticamente necessaria: “Quello che occorre è un dialogo esauriente, mirato a costruire una partnership avanzata tra l’Unione Europea e la Russia. Io ritengo che un’alleanza del genere debba essere istituzionalizzata, con strutture congiunte per prendere le decisioni e attuarle. A qualcuno un progetto del genere può sembrare eccessivamente ambizioso e poco fattibile, ma io non penso che sia un sogno irrealistico. Nel mondo di oggi, sempre più complesso e pure pericoloso, è qualcosa di cui entrambe le parti ovviamente hanno bisogno”.


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