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[18 feb 08]

Dell'abuso del termine moratoria

L’associazione tra pena di morte e aborto mi ha sempre fatto orrore, ma ora mi turba particolarmente l’applicazione ad entrambi di una “moratoria”. La moratoria è il rinvio della scadenza di un’obbligazione, di solito pecuniaria, che sospende per qualche tempo l’azione del creditore. La più breve dura un giorno, quando la scadenza cade in giornata festiva. Finita la moratoria, in teoria, dovrebbe aver luogo l’esecuzione; ma in materia di sfratti o di contratti di affitto sappiamo che il termine della moratoria può slittare in avanti sine die. Almeno in teoria, però, ogni moratoria è destinata a finire: o dopo un tempo predeterminato, o al verificarsi di una qualche condizione (ad esempio, che sul mercato abbondino case in affitto a prezzi stracciati).

La moratoria per la pena di morte si suppone che sia di questo genere, e cioè: “fino a quando il potere non l’abbia abolita”. Cioè indefinitivamente, perché purtroppo appunto gli Stati che usano la pena di morte per scopi turpi, o in maniera indiscriminata, non la aboliscono mai. Ma supponiamo che la moratoria abbia, com’è nella sua definizione, una scadenza: le sentenze passate in giudicato, non più appellabili, dovrebbero venire eseguite anche anni dopo, se il condannato frattanto non è morto. Vediamo ora che cosa capiterebbe se una moratoria all’aborto fosse presa sul serio. Il feto non si accontenterebbe di perfezionarsi: nascerebbe, diverrebbe un neonato, poi un adulto. Quando la scadenza, come vuole la moratoria, fosse presa sul serio, l’aborto si dovrebbe eseguire e mostrerebbe così il suo carattere di omicidio.

Se questo è ciò che vuole chi propone la moratoria sull’aborto (cioè Giuliano Ferrara), si otterrebbe l’effetto desiderato, ma la dimostrazione sarebbe efferata. Per questo, quando l’aborto è reso volontario (in pratica ad arbitrio della donna) deve essere compiuto entro un termine prefissato, dopo il quale diventa illecito. L’aborto si ammette (ed è sempre stato ammesso) per ragioni terapeutiche (che la 194 allarga ipocritamente ad arbitrio della donna). Ma, stando così le cose, applicargli una moratoria sarebbe assurdo. Quanto alla pena di morte, se qualche Stato aderisse alla richiesta dell’Onu è verosimile che – come si formano associazioni di inquilini minacciati di sfratto – si formino club di condannati a morte in attesa di esecuzione.


 

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