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[17 mar 08]
Antiberlusconiani di ritorno
Si
chiama "coazione a ripetere". E' quell'anomalia della personalità che
spinge un individuo a fissarsi su un certo comportamento, e poi a
ripeterlo sistematicamente: è come se non avesse il potere di
sottrarvisi, ma finisse immancabilmente per incapparvi. Qualcosa del
genere accade alla sinistra italiana rispetto a Silvio Berlusconi. Per
la verità, in questa campagna elettorale, o almeno nelle sue battute
d'avvio, sembrava che Veltroni volesse imprimere una svolta, puntando su
una forma più soft e più rispettosa dell'avversario, e su contenuti il
più possibile innovativi rispetto alla stagione prodiana. E invece no:
piano piano, la coazione a ripetere è tornata ad imporsi, e un buon 70
per cento della comunicazione del Partito Democratico si è via via
ricondotto alla demonizzazione di Berlusconi.
Pensiamo alla settimana che abbiamo alle spalle: quattro giorni consecutivi sul "caso Ciarrapico"; due giorni sulla "precaria" del Tg2; altri due giorni sul "ritiro dal Libano". Sembra sempre che Berlusconi abbia commesso l'errore fatale; che sia stato definitivamente trovato con le dita nella marmellata; che possa (o debba) essere, una buona volta, inchiodato alle sue storiche responsabilità, finalmente riassunte e sussunte nell'UM (Ultima Mascalzonata), o nella GF (Gaffe Finale). Il tono è sempre quello: "Guardate che ha fatto…", "Ma come si fa…". E poi, via veloci: apri file, copia, incolla, invia. Tutto è già immaginabile, immaginato, e prontamente impaginato. L'Unità definisce sobriamente "peggio del fascismo" lo scambio di battute con la precaria; tornano a raffica gli editoriali di Curzio Maltese (quello che scriveva nel '96 che Berlusconi era finito).
Per carità: magari sono io a sbagliarmi, e prima o poi i sondaggi si incaricheranno di dimostrare che quella del Pd è una strategia azzeccata. A me pare vero il contrario: così, i democratici si precludono non solo qualunque passaggio di voti da destra a sinistra, ma rendono difficile anche una buona adesione da parte di elettori indecisi e indipendenti. Tutt'al più, in questo modo, il PD può risucchiare qualcosa alla sinistra massimalista, e - nello stesso tempo - ridurre la propria quota di astensione, richiamando al voto un numero maggiore di elettori dei Ds e della Margherita. Ma, a questo compattamento degli elettori di centrosinistra, farà inevitabilmente da contrappeso un analogo rinserrarsi delle fila degli ipotetici delusi di centrodestra, che, dinanzi ad una campagna di aggressione contro Berlusconi, ben difficilmente lo abbandoneranno. Anzi, anche i più freddi saranno indotti a non disertare le urne e a non far mancare il proprio voto. Ecco perché mi pare che al loft stiano sbagliando qualche calcolo, qualche valutazione. Vedremo se nelle ultime quattro settimane prima del voto continueranno così, o se – invece – tenteranno di invertire la rotta.
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