Punto militare. Dopo Bassora, l'obiettivo è Baghdad

Seconda notte di bombardamenti, a Baghdad, dopo l'attacco "Shock and Awe" della notte tra venerdì e sabato. Stavolta, nel segno della flessibilità rivendicata dal generale Tommy Franks come caratteristica essenziale della campagna "Iraqi Freedom", il centro della capitale è rimasto relativamente immune dal martellamento dei missili da crociera Tomahawk e dei bombardieri B52. Mentre ad essere colpite duramente sono state soprattutto le postazioni della Guardia Repubblicana dislocate alla periferia della città. Una singola esplosione, particolarmente intensa, ha fatto tremare la terra alle 4 del mattino (le 2.00 ora italiana). E per tutta la notte Baghdad è rimasta senza luce né acqua. Sembra che gli iracheni abbiano appicato il fuoco ad alcune trincee riempite di petrolio per diminuire la visibilità delle forze aeree alleate, ma la tattica non dovrebbe aver dato risultati degni di nota, visto che bombe e missili sono guidati sugli obiettivi da avanzati sistemi di controllo satellitare. Bombardamenti sono stati segnalati anche al Nord, intorno alle città petrolifere di Mosul e Kirkuk.

Sul fronte terrestre, è infuriato per tutto il giorno di sabato lo scontro intorno a Bassora, nel Sud del paese, dove i marines americani hanno vinto la battaglia contro le forze irachene dislocate alla periferia occidentale della città, conquistando l'aeroporto, un ponte e facendo migliaia di prigionieri. Gli alleati stanno per ora evitando il confronto militare diretto all'interno della città, e si limitano a controllarne i dintorni. L'obiettivo è quello di garantire un "passaggio sicuro" per le truppe dirette a Nord, che probabilmente puntano ad unirsi alle forze del fronte sud-occidentale che hanno conquistato Nassiriya, attraversato il fiume Eufrate e si trovano a circa 160 chilometri dalla capitale. La sacca più vistosa di resistenza irachena è stata individuata nei dintorni della città santa sciita di Najaf. Continua invece l'incertezza al Nord, dove non è ancora chiaro se alcune unità turche abbiano sconfinato per controllare l'esuberanza curda nella regione. Secondo il quotidiano inglese Daily Telegraph, infine, l'intelligence britannica è convinta che Saddam Hussein sia rimasto gravemente ferito nell'attacco a sorpresa sferrato dal Pentagono nella notte tra giovedì e venerdì. "Sfortunatamente non crediamo che si sia trattato di ferite mortali - avrebbe dichiarato un anonimo ufficiale britannico - ma siamo certi che Saddam abbia addirittura avuto bisogno di una trasfusione di sangue. Siamo quasi sicuri, poi, che suo figlio Uday sia stato ucciso o ferito molto gravemente". Probabilmente si tratta soltanto di propaganda, ma voci di questo tipo si rincorrono ormai da qualche giorno. E Saddam non si è ancora affrettato a smentirle. (a.man.)

23 marzo 2003

mancia@ideazione.com

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