Punto militare. La lenta marcia verso Baghdad
Mentre le
"anime belle" del circuito mediatico internazionale fingono di
accorgersi, all'improvviso, che le guerre provocano morti e feriti,
l'offensiva angloamericana continua senza sosta. A Baghdad, nelle ultime
ventiquattr'ore, le sirene dell'allarme anti-aereo sono suonate almeno
otto volte. Ed attacchi aerei o missilistici alleati sono stati
segnalati anche a Kirkuk, Mossul (nel Nord) e Bassora (nel Sud). Le
truppe di terra, intanto, proseguono nel loro tentativo di stabilire
delle teste di ponte sempre più vicine a Baghdad, rimandando ai prossimi
giorni le operazioni di bonifica e controllo del territorio. L'obiettivo
è quello di esercitare una pressione sempre più marcata nei confronti
delle truppe irachene dislocate intorno alla capitale. Divisioni
corazzate e di fanteria meccanizzata si sono ormai spinte fino a
Karbala, sulla riva occidentale dell'Eufrate, a meno di 100 chilometri
da Baghdad. E non si tratta soltanto di avanguardie isolate, ma di unità
in grado di resistere alle azioni di disturbo del nemico. La tattica
utilizzata, per ora, sembra essere quella di lanciare all'attacco gli
elicotteri da combattimento AH-64 Apache Longbow (uno dei quali è stato
abbattuto domenica pomeriggio) per poi permettere alla fanteria e ai
carri Abrams, relativamente indisturbati, di avanzare in profondità.
Secondo i più ottimisti, gli angloamericani potrebbero arrivare alle
porte della capitale entro le prossime 48 ore.
Sul
fronte meridionale, invece, proseguono i violenti scontri nella zona di
Bassora, dove gli iracheni avrebbero cercato di riconquistare
l'aeroporto ma sarebbero stati respinti con pesanti perdite. Un altro
punto di attrito tra i due schieramenti resta la città di Nassiriya,
attraversata dall'Eufrate, su uno vertici del considdetto "triangolo
delle paludi". Mentre per la prima volta viene segnalata la presenza di
truppe di terra alleate anche ad Ovest e al Nord, per ora nelle zone
controllate dalla resistenza curda al regime di Saddam. Proprio il rais,
lunedì mattina, è apparso in televisione per incitare i fedelissimi alla
guerra santa contro l'invasore. Ma il suo discorso è sembrato troppo
generico per dimostrare, con assoluta certezza, che è stato registrato
nelle ultime ore. La verità, probabilmente, si saprà soltanto quando le
prime unità anglomericane arriveranno a contatto con le postazioni della guardia
repubblicana dislocate nella cintura esterna alla capitale. Quando,
insomma, inizierà la guerra vera.
(a.man.)
25 marzo 2003
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