Punto militare.
Baghdad: offensiva nella tempesta. E a Bassora...
Mentre
l'offensiva delle truppe anglomericane, arrivate ormai a circa 80
chilometri da Baghdad, rallenta a causa di una violentissima tempesta di
sabbia, l'esercito iracheno tenta disperatamente di alleggerire la
pressione prima che si concluda la "manovra a tenaglia" nei confronti
della capitale. Secondo il Pentagono, da 300 a 500 soldati fedeli al
regime di Saddam Hussein sono morti nel tentativo, sventato, di
attaccare il 7° cavalleggeri nei dintorni di Al Najaf, 160 chilometri a
sud di Baghdad. Se confermato, si tratterebbe del bilancio di vittime
più pesante da quanto è iniziata l'operazione "Iraqi Freedom". I marines
americani, intanto, hanno attraversato l'Eufrate anche all'altezza di
Nassirya (375 chilometri a sud della capitale), dopo aver vinto la
tenace resistenza delle truppe irachene dislocate nella regione.
Anche ieri
Baghdad è stata duramente colpita dai bombardamenti alleati. Le sirene
degli allarmi anti-aerei sono suonate praticamente per tutto il giorno.
E stavolta gran parte della capitale ha passato la notte al buio, perché
sono state distrutte alcune centraline elettriche, oltre a due
ripetitori della tv irachena. Secondo il capo di stato maggiore
americano, il generale Richard Myers, la battaglia finale per la presa
di Baghdad sarà preceduta da una "pioggia di bombe" sulle postazioni
controllate dalla Guardia Repubblicana. Ma in questo giorno di stallo
delle truppe terrestri, le notizie migliori - almeno potenzialmente -
arrivano dal fronte meridionale. A Bassora, secondo un inviato della
televisione britannica ITV, i miliziani iracheni sarebbero stati
costretti a sparare colpi di mortaio contro la folla in rivolta, per poi
subire un duro attacco da parte delle forze alleate presenti nella zona.
E' ancora presto per stabilire se si possa parlare di una vera e propria
sollevazione popolare o soltanto di un episodio estemporaneo. Ma dopo
giorni di propaganda irachena - e soprattutto "occidentale" - sulla
"gloriosa resistenza all'invasore", potrebbe trattarsi del primo segnale
di una svolta decisiva.
(a.man.)
26 marzo 2003
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