Punto militare.
Baghdad all'orizzonte
Un
giorno di cammino. E' questa la distanza che separa le truppe alleate
dalla capitale irachena, al termine di una giornata di successi militari
che prepara, con ogni probabilità, il sanguinoso assalto finale al cuore
del regime di Saddam. L'attacco è stato sferrato dopo un massiccio
bombardamento aereo sulle postazioni del nemico. I B-52 statunitensi
hanno utilizzato le cosiddette "bombe a grappolo" CBU-105 (quasi mezza
tonnellata l'una) per scardinare la resistenza delle unità corazzate
della guardia repubblicana schierate a difesa della strada che da
Karbala porta a Baghdad. Poi la 3ª
divisione di fanteria
è partita alla carica, proprio mentre più a sud gli anglomericani
entravano nella città santa sciita di Najaf (accolti, secondo alcuni
testimoni, da una folla amichevole) e, a sud-est della capitale, i
marines vincevano la resistenza delle truppe d'elite del regime nei
dintorni di Al Kut. Soltanto una trentina di chilometri, ormai, separa
le avanguardie delle truppe alleate dalla periferia di Baghdad.
Si è chiusa,
dunque, la tenaglia alleata sulla capitale. Ma le fonti ufficiali del
Pentagono, che forse ieri non si aspettavano un'avanzata così
"tranquilla", non nascondono che "il difficile deve ancora venire". E
ammettono che, con i piedi ben saldi all'interno della temuta "zona
rossa", cresce sempre di più il rischio che Saddam decida di utilizzare
il proprio arsenale chimico. Come ultima risorsa prima della disfatta.
Sul destino del rais, anche ieri, sono state sollevate le ipotesi più
disparate. Ferito, ucciso, scappato lontano da Baghdad, sorridente al
fianco dei propri generali dentro una stanza senza finestre. Soltanto
una cosa è certa: aver deciso che l'appello alla Jihad sarebbe stato più
efficace se comunicato in diretta televisiva dal ministro
dell'Informazione è una scelta quantomeno singolare. Ma si tratta, in
ogni caso, di un aspetto marginale nello scenario generale del
conflitto. Ormai gli alleati stanno per bussare alle porte di Baghdad,
con la ferma intenzione di portare a termine il proprio lavoro. Poco
importa chi si presenterà all'uscio.
(a.man.)
3 aprile 2003
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