Punto militare.
Le truppe alleate arrivano al cuore del regime
Con
un raid all'alba, la 2ª brigata della 3ª divisione di fanteria USA ha
occupato il maggiore palazzo presidenziale di Baghdad, cuore di un
regime iracheno ormai allo sfascio. Le truppe statunitensi, appoggiate
da una quarantina di mezzi corazzati del quinto corpo d'armata (carri
armati Abrams e unità Bradley) hanno occupato anche altri due edifici
del regime, uno sempre al centro della capitale e un altro vicino
all'aeroporto conquistato nella notte tra venerdì e sabato. Adesso,
all'nterno della città, i reparti superstiti delle truppe irachene
stanno cercando di organizzare una qualche forma di resistenza,
soprattutto sulla riva orientale del fiume Tigri. Almeno due ponti sono
stati fatti esplodere per ritardare l'avanzata delle truppe
statunitensi. E i fedayn fedeli a Saddam avrebbero anche incendiato del
petrolio per creare una cortina di fumo a protezione degli altri
palazzi presidenziali. I colpi di artiglieria pesante sono frequenti
anche nella zona intorno all'hotel Al-Rashid, ancora presidiato dalle
milizie irachene.
Check-point
americani, intanto, sono spuntati praticamente su tutte le arterie che
collegano il centro della capitale con la sua periferia. ''Stiamo
chiudendo con posti di blocco tutte le strade che escono ed entrano a
Baghdad - ha detto il portavoce del Comando centrale Rumi Nielson Green
al network televisivo Fox - Lo scopo è quello di dimostrare ai militari
iracheni che non possono muoversi liberamente, in nessuna direzione.
Mentre la popolazione civile può attraversare i check-point e condurre
la sua vita il più normalmente possibile". "Continueremo a esercitare
questa pressione - ha concluso il portavoce del Pentagono - fino a che
il regime non crollerà". Secondo l'agenzia di stampa iraniana IRNA,
violenti scontri sarebbero in corso tra i fedayn e la popolazione civile
dei tre quartieri sciiti di Baghdad "che erano stati sottoposti alla
maggiore pressione da parte dei miliziani del partito Baath e dei fedayn
di Saddam". La stessa fonte parla di 35 miliziani fedeli al regime
uccisi e di molte vittime tra i civili.
(a.man.)
7 aprile 2003
mancia@ideazione.com |